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Sabato scorso, 14 settembre, con una numerosa partecipazione di persone consacrate, presso l’Istituto “Maria Consolatrice”, si è avviato il percorso formativo, promosso dal Vicariato per la Vita consacrata - in collaborazione con gli organismi di Comunione: Umsi, Cism e Ciis. Guarda il video

di Suor Celina Duca
Famiglia Beato Angelico

Il percorso formativo, promosso dal Vicariato per la Vita consacrata – in collaborazione con gli organismi di Comunione: Umsi, Cism e Ciis – si è avviato con un incontro introduttivo, sabato, 14 settembre con una numerosa partecipazione di persone consacrate, presso l’Istituto “Maria Consolatrice”.

Dopo l’introduzione di Mons. Walter Magni (Vicario episcopale per la Vita consacrata), la presentazione del Corso è affidata a Mons. Claudio Stercal (Direttore del Centro Studi di Spiritualità della Facoltà teologica di Milano) il quale evidenzia come l’intento dell’intero percorso è di mettere a fuoco il cuore della vita, l’amore: iscritto profondamente nella natura umana, proprio perché naturale, esso ha bisogno di essere educato. Se “il cristianesimo è una bellissima scuola d’amore”, perché «Dio è amore» (1Gv 3,14) – continua, questo è anche il compito dei cristiani e dei consacrati in particolare. Il senso della vita consacrata infatti, altro non è che “imparare ad amare, nella vita, alla scuola del Vangelo, e insegnare ad amare”. E ancora: “la vita consacrata anticipa, accompagna, istruisce e serve la vita di tutti”. Tutti infatti, abbiamo un unico destino – prosegue – “quello di consacrare sé stessi, per amore, a qualcosa o a qualcuno”.

Il questo senso il corso si sviluppa a partire dal fondamento biblico, in cui esperti come Padre Luca Fallica e suor Grazia Papola, approfondiscono alcune relazioni d’amore nella Scrittura e, soprattutto il modo di amare di Cristo, l’educatore per eccellenza. “L’educazione” allora, “sta nell’incontro con Cristo” e, di conseguenza, “nell’aiuto ad incontralo”, pur nella consapevolezza – conclude Mons. Stercal riprendendo le parole di Paolo VI, che “noi, di fronte all’amore di Cristo siamo sempre alla scuola di primo grado”.

Nella seconda parte, la dott.ssa Silvia Landra (psichiatra), affronta la sfida dell’educazione all’amore, che mira ad intrecciare in modo armonico affetti, pensieri e percezioni. A partire dal “piccolo” che c’è in ogni persona e che non va mai trascurato, si è introdotti ad una prospettiva che aiuta a non intellettualizzare troppo, a tenere conto della gradualità nel relazionarsi con gli altri, e alla conoscenza di alcuni cliché della storia dello sviluppo affettivo che conosce il progredire ma anche la regressione, nel processo della maturazione che giunge all’oblatività. Questo “patrimonio dell’amore adulto” – precisa la dott.ssa Silvia Landra, non è solo l’aspetto centrale del vangelo, ma è anche legato alla teoria darwiniana, la quale afferma che si diventa grandi per prendersi cura del piccolo e che, per sopravvivere ci si sacrifica per l’altro: “il mondo continua ad avere vita, al di là di ogni egoismo, perché qualcuno sceglie di dare la vita per gli altri.

Vie complementari che, nel dialogo interdisciplinare, ci aiutano a prendere consapevolezza della qualità del nostro amore imparare a gestire le nostre fragilità per aiutare a gestire le fragilità altrui, a riscoprirsi umani nella solidarietà e nella condivisione, nell’aiuto reciproco nella prospettiva di un amore che “rilegge tutte le dinamiche della quotidianità”.

In questo senso, l’intervento conclusivo del Vicario episcopale, Mons. Walter Magni, evidenzia il fatto che ogni tappa dei dieci incontri, che si svolgeranno a cadenza mensile, prevede una condivisione di gruppo, che riprenda gli argomenti esposti in un approfondimento, di ascolto e discernimento esercitato con l’aiuto di esperti della stessa vita consacrata.