Ascoltiamo da suor Antonia Franzini (Delegata Diocesana dell’Usmi), le risonanze della celebrazione del Giubileo Diocesano della Vita Consacrata, vissuto in festa nel cuore della città lo scorso 1 febbraio

“Veniva nel mondo la luce vera” (Gv 1,9). Questa frase del prologo di Giovanni, che ha risuonato con particolare intensità durante il periodo natalizio, ha trovato una straordinaria eco sabato 1 febbraio, quando centinaia di persone consacrate hanno portato la loro testimonianza di fede per le vie di Milano, sfilando lungo il centralissimo Corso Vittorio Emanuele. Un corteo di suore, monache di clausura, monaci, frati, consacrati e consacrate di istituti secolari e nuove forme di consacrazione, uniti da un unico desiderio: essere riverbero della Luce di Cristo che brilla in loro. Con un lume acceso tra le mani, simbolo di questa luce, hanno attraversato la città, accompagnati dai ritmi e dai canti della “Chiesa dalle Genti”.
Un’immagine suggestiva e commovente, tante piccole luci che escono dai luoghi di preghiera e di vita comunitaria per raggiungere il cuore pulsante di Milano. Per alcuni istanti, la frenesia della città si è placata. I passanti, attratti da quella processione luminosa, hanno distolto lo sguardo dalle vetrine e dai locali affollati per volgerlo verso i volti di chi portava la luce. Un momento di gioia, di festa, ma anche di riflessione, un invito a riscoprire il significato profondo della vita consacrata. Dopo un momento di preghiera, canti e danze nella chiesa di San Carlo al Corso, che ha rappresentato un delicato omaggio alla Vita Consacrata, il corteo ha raggiunto il Duomo, dove Mons Magni, Vicario episcopale per la Vita consacrata, ha introdotto (scarica il testo) la Celebrazione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovo di Milano, Mons Mario Delpini e concelebrata da numerosi sacerdoti, tra cui molti consacrati.

Giubileo diocesano della Vita consacrata (Ag. Fotogramma)
Il significato dell’attraversare la città come testimoni della Luce di Cristo ci ha aiutati a entrare nel significato della Festa della Presentazione di Gesù al Tempio, giorno in cui si celebra appunto la Giornata della Vita Consacrata. La luce che portiamo è quella di Colui che è venuto ad illuminare le genti, come ricorda il Vangelo della Presentazione (Lc 2,32). Questo concetto è risuonato anche nella bella omelia dell’Arcivescovo, che ha invitato i consacrati a custodire e a vivere le “5 parole”. Verso la fine della sua riflessione, Mons Delpini ha sottolineato come i consacrati, “avvolti dalla gloria di Dio”, non soffrono per sé stessi, ma per l’umanità che spesso preferisce le tenebre alla luce. “E, poiché seguono Gesù, non possono tirarsi indietro”, ha aggiunto, ricordando che l’indifferenza, l’ostilità e il rifiuto non possono spegnere la loro missione. Un pensiero commosso è andato anche al “quotidiano, commovente e glorioso” dei consacrati, che “abitano per lo più a Nazareth, cioè nel quotidiano che non fa rumore, che non sta sotto i riflettori, e lì abitano con Gesù che trasfigura il quotidiano nella grazia di crescere nella conformazione a lui, l’amore che ci rende capaci di amare”.
La giornata si è conclusa con la gioia e la gratitudine di tutti i partecipanti, consapevoli di aver vissuto un momento di profonda spiritualità e di comunione fraterna. La luce tra le mani della Vita Consacrata ha illuminato per qualche minuto Milano, con l’augurio e la speranza che abbia lasciato una traccia nel cuore di chi ha avuto la possibilità di esserne testimone.
Un Grazie grande a tutti coloro che hanno reso possibile questo evento. Il Vicariato per la Vita Consacrata, gli Organismi di Comunione CISM, USMI, CIIS. Per il momento in San Carlo, tanta gratitudine al coro Elikya che, con parole e musica ha curato la regia alternandosi a consacrate e consacrati che hanno condiviso canti, danze e contenuti. Il grazie anche a consacrate e consacrati che hanno curato la liturgia e animato con i canti e altri segni la Celebrazione Eucaristica in Duomo.
Nella gratitudine il segno bello di una Vita Consacrata dai tanti volti, dai tanti carismi che Dio non smette mai di donare alla Chiesa per il bene dell’umanità.