Per tutto il mese di dicembre e parte del mese di gennaio, il Vicario Episcopale per la Vita Consacrata, Mons. Magni, visita alcune case religiose dove sono ricoverate numerose sorelle anziane ed ammalate

Il Tempo di Natale e l’inizio del nuovo anno è occasione per farci prossimi gli uni agli altri. È così anche per Mons. Magni che, già da alcune settimane, sta visitando una trentina di case religiose dove sono ricoverate numerose sorelle anziane ed ammalate. Mons. Magni sta raggiungendo le sette zone pastorali dell’Arcidiocesi di Milano e la sua visita è tempo di incontro e preghiera. Questa iniziativa di grande importanza richiama tutti all’attenzione verso questa realtà, quantitativamente significativa e abbondante, delle sorelle ricoverate nelle case di riposo e di coloro che hanno cura di loro.
Tutte le comunità esprimono gratitudine ed assicurano particolare ricordo al Signore.
Ci mettiamo in ascolto di alcune sorelle incontrate in queste settimane.
Come è scandito il vostro quotidiano?
“Il primo piano della nostra casa è un reparto infermieria. Qui sono ricoverate le sorelle gravemente ammalate e altre sorelle si donano in un generoso servizio anche in età avanzata.” Risponde così suor Caterina delle Canossiane di Seregno.
Prosegue presentandoci alcune delle sorelle con simpatia e affetto e, fin da subito, sembra emergere che qui l’Amore non ammette ritardi.
“Ecco un esempio”, racconta suor Caterina, “giovedì 12 dicembre, una nostra sorella è stata in ospedale per l’11° trattamento di chemioterapia; al suo ritorno, dopo poche ore, passava già fra le stanze a prestare qualche servizio, come se la malata più grave non fosse lei. Non aggiungo altro, perché bisognerebbe scrivere un romanzo.”

Casa Santa Chiara delle Figlia Santa Maria della Provvidenza di Albese Con Cassano
Le sorelle della Comunità Casa Santa Chiara ad Albese (CO), invece, ci introducono così: “La nostra è una comunità piccola nel numero e povera nelle forze. Qui la preghiera si fa più semplice e per l’assistenza alla persona collaboriamo con personale qualificato e affezionato a noi.”
Cosa vi sta particolarmente a cuore nel mettervi a servizio delle sorelle più fragili?
“Una cosa che mi sta veramente a cuore è l’armonia della comunità”, risponde suor Fernanda delle Missionarie di Gesù Eterno Sacerdote, dalla Comunità Casa Mater Dei di Ponte Lambro.
“La cosa più bella per me è quando siamo in armonia e accogliamo le sorelle che vogliono venire qui per vivere con noi dei momenti di fraternità. Sono momenti semplici e belli, spesso scanditi dalla preghiera. Le sorelle ammalate pregano insieme in molti momenti della giornata. Per esempio, il giovedì c’è un tempo prolungato di Adorazione Eucaristica, dalle 9h00 alle 17h00, durante il quale preghiamo per tutto il mondo, per le persone che ci vengono affidate e, in modo particolare, per i sacerdoti. Le sorelle che attraversano un tempo di malattia hanno questo impegno di preghiera.
Che dono riceve da questo tempo e quale dono offre alle sorelle ammalate?
“È bello per me essere qui” risponde suor Fernanda, e aggiunge: “è bello perché ho più tempo per fermarmi e ascoltare gli altri.”
“Il dono delle sorelle anziane ed ammalate rendere visibile la grazia di Dio presente in ognuno di noi. Talvolta, questo si esprime in modo evidente, altre volte è la Fede che ci fa conoscere il valore della sofferenza redentrice.” raccontano le sorelle della Comunità Santa Chiara. Aggiungono: “Questa realtà dolorosa ma serena, ci sta a cuore e preghiamo il Signore che mantenga in grazia e consolazione, con quel tanto di salute che ci occorre.
“Siamo molto diverse, ma unite da un solo ideale; insieme viviamo l’attesa del nostro Dio che è da sempre, che è eterno presente e viene. Egli è già venuto e continua a venire per sanare le nostre ferite, per colmare le nostre lacune, per colmarci di gioia, amore e pace” risponde suor Caterina Geranio.
Queste parole ci riportano ad una omelia del Cardinal Martini che vorremmo fosse augurio e preghiera lungo il cammino di ciascuno:
“Tutta la liturgia della Chiesa celebra il venire di Dio all’uomo, in Cristo. L’Avvento, il venire di Dio, è dunque il tema fondamentale della celebrazione e della lode della Chiesa. A questo avvento di Dio, che è come la sintesi di tutti i suoi misteri, corrisponde da parte nostra la preparazione a riceverlo. Questa preparazione ha anche un altro nome: esodo. È l’uomo che esce dalla sua terra per andare incontro al Dio che viene. La preparazione non vuol dire dunque stare solo seduti ad aspettare, ma vuol dire muoversi, fare qualcosa, andare incontro; sia che questo muoversi venga eseguito fisicamente, sia che questo avvenga in un muoversi interiore. (…) Chiediamo dunque che questi giorni siano per noi davvero un esodo per andare incontro al Signore che viene e proclamare la certezza della sua venuta.”
(C.M.Martini, Camminate senza stancarvi, Ancora 2014)