Lo scorso 28 febbraio, nella parrocchia di Sant’Agnese a Quarto Oggiaro è stata celebrata l’Eucaristia per dare il benvenuto alla nuova comunità della Congregazione monastica delle Benedettine Adoratrici del Santissimo Sacramento. Madre Maristella dell’Annunciazione, priora del monastero San Benedetto, e le sorelle della comunità ci raccontano i passi di questa nuova apertura che le vede pellegrine di speranza

Dal 2019 la nostra comunità ha cominciato a interrogarsi sul suo futuro: capivamo di avere spese eccessive per la gestione di uno stabile enorme e ormai molto vecchio, bisognoso di continui lavori di manutenzione, sproporzionato rispetto alla piccola comunità che lo abitava. Ci rivolgemmo alla Madre Presidente di Federazione e al nostro Arcivescovo per chiedere un consiglio; entrambi, indipendentemente l’uno dall’altra, ci diedero la stessa risposta: pensare a un trasferimento in uno stabile più piccolo, possibilmente restando in città.
Il primo passo fu giungere a un consenso comunitario: non tutte erano dell’idea di lasciare via Bellotti, per cui si provò ad immaginare di vendere una parte del monastero e di restringere gli spazi abitati dalla comunità ad una sola porzione. Quando però ci venne presentato il progetto, non piacque a nessuna di noi: era una soluzione troppo mortificante per una vita in clausura, con pochissimo spazio per gli ospiti che avessero voluto venire a pregare con noi. All’unanimità si giunse quindi alla decisione di lasciare in modo definitivo lo stabile di via Bellotti e di cercare altrove una soluzione opportuna.
Arrivò la pandemia e, successivamente, tre Sorelle rimasero gravemente inferme e bisognose di assistenza continua da parte della comunità, che non poteva dedicarsi ad altro. I nostri progetti si arenarono per un po’ di tempo, pur restando sempre vivo il desiderio di trovare una nuova dimora.
Due anni fa il nostro Arcivescovo ci parlò di una ex scuola appartenente a una congregazione di suore nella zona di Quarto Oggiaro, alla periferia di Milano. Andammo a vederla e la prima impressione fu positiva: semplice, luminosa, ariosa, poteva davvero fare al caso nostro. Ne parlammo coi nostri architetti di fiducia, che cominciarono a pensare a un progetto di ristrutturazione; il cantiere fu avviato l’anno scorso ed ora eccoci arrivate, accolte in modo molto caloroso dalla gente del quartiere, che non solo ha subito cominciato a condividere la nostra preghiera comunitaria, ma non perde occasione per aiutarci e offrirci tutto ciò di cui possiamo avere bisogno in questa prima fase di assestamento.
Lasciare il centro della città per venire in periferia ha un sapore evangelico, ci fa pensare alla Galilea dove tutto è iniziato, in un contesto disadorno e senza pretese, ma ricco di umanità vera, con le sue luci e le sue ombre, le sue punte di diamante e le sue contraddizioni. Un contesto di modestia ci consentirà di vivere ancora meglio la nostra chiamata ad essere un piccolo segno che ricordi a tutti la possibilità di vivere incarnando il Vangelo.
I mesi di preparazione del trasloco sono stati molto impegnativi per la nostra comunità, ma abbiamo ricevuto un notevole aiuto da tanti amici, parenti, oblati, benefattori, volontari, che hanno messo a nostra disposizione ciascuno le sue capacità e il suo desiderio sincero di dare una mano: senza di loro non saremmo arrivate qui! Ne siamo state tutte edificate e la nostra riconoscenza si traduce in preghiera continua per loro e per le loro famiglie.
Anche la Diocesi è stata molto presente: indimenticabile l’ultima Messa domenicale in via Bellotti, celebrata dall’Arcivescovo, con la presenza di tantissimi amici e persone affezionate al monastero, che ci hanno espresso tutta la loro stima e il loro incoraggiamento. Arrivate in via Cittadini, la prima Messa è stata celebrata dal Vicario Episcopale per la Vita Consacrata, Mons. Walter Magni, ed ha visto la partecipazione di tantissimi amici ed oblati, entusiasti di vedere la nostra nuova dimora. Straordinaria infinite la calorosa accoglienza ricevuta il 28 febbraio, durante la Messa celebrata dall’Arcivescovo nella chiesa di S. Agnese (scarica l’omelia), con numerosi preti di tutto il Decanato e con tantissima gente venuta a darci il benvenuto unito all’aiuto più importante e necessario, quello della preghiera.
Siamo partite da via Bellotti durante il Giubileo della Speranza: ci sentiamo veramente pellegrine, coscienti di non avere una dimora stabile sulla terra, ma di essere in cammino, con la gente della nostra città e con l’umanità intera, verso la patria vera ed eterna del Cielo. Lo sguardo fisso all’Eterno si illumina di speranza guardando al passato che ci ha condotto sin qui e percependo la continua misericordia di Dio, che non si stanca di farci sentire il suo aiuto e il conforto della sua vicinanza, anche attraverso i volti di chi cammina con noi. Spetta a noi adesso esserne una semplice riflesso per chi incontreremo, amici vecchi e nuovi, compagni di strada che ci terranno per mano e che desideriamo accogliere a braccia aperte!