Quando la tua voce sui social viene silenziata
Collaboratore ufficio comunicazioni sociali
Nel mondo dei social media, alcuni fenomeni appaiono più misteriosi di altri. Uno di questi è il shadowban, una pratica di cui si parla sempre più spesso e che lascia molti utenti confusi e frustrati. Ma cosa si intende davvero con questo termine, e perché è diventato un argomento così discusso? Ecco tutto ciò che c’è da sapere.
Cos’è lo shadowban?
Lo shadowban è una penalizzazione nascosta che alcune piattaforme social applicano ai loro utenti. A differenza di un blocco ufficiale o di una sospensione, in questo caso l’utente continua a pubblicare contenuti senza ricevere nessun avviso. Tuttavia, quei contenuti diventano molto difficili da trovare: non appaiono nei feed dei follower, non compaiono nelle ricerche, né nelle sezioni “Esplora” di piattaforme come Instagram o TikTok.
Questo sistema, che possiamo definire come una forma di “oscuramento nascosto”, crea un senso di frustrazione, poiché gli utenti non sanno di essere stati limitati e continuano a postare, chiedendosi perché le loro interazioni siano improvvisamente diminuite senza una spiegazione apparente.
Perché viene applicato lo shadowban?
Sebbene le piattaforme social non ammettano ufficialmente l’uso del shadowban, si ritiene che venga applicato quando un utente infrange le linee guida della comunità, ma in modo non abbastanza grave da meritare un blocco ufficiale. Alcuni esempi sono l’uso eccessivo di hashtag popolari o non pertinenti, i comportamenti spam, come l’invio di messaggi o commenti ripetitivi e la pubblicazione di contenuti segnalati più volte da altri utenti.
Gli algoritmi di piattaforme come Instagram o TikTok tendono a “nascondere” i contenuti di chi infrange queste regole, rendendo i post meno visibili senza comunicare nulla all’utente. Questo crea un senso di disorientamento, poiché chi è stato shadowbannato non è consapevole del motivo per cui le proprie interazioni siano crollate.
Come capire se sei stato “shadowbannato”?
Riconoscere se si è stati vittima di un shadowban può essere difficile, ma ci sono alcuni segnali indicativi come l’ improvviso calo di interazioni: Se i tuoi post ricevono molte meno visualizzazioni, like o commenti rispetto al solito, potrebbe essere un indizio. Anche l’esclusione dalle ricerche di hashtag può essere indicativa, se i tuoi post non compaiono più nei risultati di ricerca degli hashtag che usi, è un altro segnale.Infine può essere utile fare dei test con altri account, alcuni utenti cercano di verificare utilizzando un altro account per cercare i propri contenuti. Se non riescono a trovarli, è probabile che siano stati shadowbannati.
Come si esce dallo shadowban?
Uscire da un shadowban non è semplice, ma esistono delle strategie che potrebbero aiutare.Innanzitutto il rispetto delle regole della piattaforma, evitando di usare troppi hashtag o di comportartsi in modo che l’algoritmo possa considerare come spam. Quindi il prendersi una pausa, alcuni utenti hanno trovato utile sospendere l’attività per qualche giorno, permettendo così all’algoritmo di “resettare” il loro profilo. Infine il mantenere un comportamento naturale postando contenuti in modo genuino per evitare penalizzazioni.
Shadowban e la libertà di espressione
Il concetto di shadowban solleva anche questioni etiche. Molti lo percepiscono come una forma di censura nascosta, poiché limita la visibilità dei contenuti senza trasparenza. Questa pratica alimenta una crescente sfiducia verso le piattaforme social, che si presentano come spazi di espressione aperta ma, al contempo, applicano restrizioni poco chiare.
Dal lato delle piattaforme, l’obiettivo dichiarato è quello di mantenere un ambiente sano e sicuro per la comunità, limitando la diffusione di contenuti che violano le regole. Tuttavia, la mancanza di comunicazione chiara sulle penalizzazioni genera frustrazione tra gli utenti, che spesso si sentono penalizzati senza un vero motivo.
Conclusione
Lo shadowban rappresenta un fenomeno complesso, che evidenzia quanto sia importante capire le dinamiche degli algoritmi che regolano le piattaforme social. Essere informati su come evitare penalizzazioni può aiutare a mantenere una presenza visibile e attiva online, ma resta la necessità di maggiore trasparenza da parte delle piattaforme stesse.
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