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«La cultura del prendersi cura trasforma l’umanità nella fraternità». In Duomo mons. Delpini apre il 2021 con la Messa della Pace

Milano, 1 gennaio 2021 – Nell’omelia della Messa per la Giornata della Pace presieduta in Duomo alle 17.30 di oggi, l’Arcivescovo Mario Delpini ha proposto anzitutto una riflessione sui modi distorti e ingannevoli di costruire la pace: «C’è gente che si difende con l’indifferenza. Ecco come si costruisce la pace: ciascuno a casa sua. Estraniarsi, stare distanti, non immischiarsi nella vita altrui. L’indifferenza trasforma il pianeta in una gelida solitudine, lascia che i prepotenti saccheggino le risorse e i poveri siano consegnati alla disperazione». Oppure, ha proseguito mons. Delpini, c’è chi vive la pace come una parentesi: «Un brindisi di capodanno che unisce il pianeta nello stupore dei fuochi d’artificio. I buoni sentimenti e l’entusiasmo sono una parentesi nel calendario della serie dei giorni banali, stentati, grigi».

La pace vera è invece quella «coltivata nella contemplazione», sull’esempio di Maria, «la madre, modello per la Chiesa e per ogni persona credente, che riceve l’annuncio e lo custodisce come un seme da coltivare nel cuore». In questo modo, «le relazioni tra le persone diventano comunione e generano quella cultura del prendersi cura che trasforma l’umanità nella fraternità».

Alla celebrazione eucaristica di Capodanno hanno partecipato, come da tradizione, i rappresentanti delle varie confessioni cristiane presenti a Milano, riunite nel Consiglio delle Chiese cristiane di Milano. Gli oltre 30 ministri presenti si sono poi incontrati con mons. Delpini in Arcivescovado per uno scambio di saluti e auguri, che costituisce non solo un momento di cordialità, ma anche di riflessione sui grandi temi del momento e di rilancio del cammino ecumenico.

In allegato il testo integrale dell’omelia dell’Arcivescovo.

Stefano Femminis
Responsabile Ufficio Comunicazioni sociali