Presenti 74 catecumeni e oltre 2 mila giovani della diocesi
Milano, 29 marzo 2023 – Sabato 1° aprile alle 20.45, in Duomo, l’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, presiederà la Veglia di preghiera in Traditione Symboli alla presenza di 74 catecumeni (adulti che riceveranno nella notte di Pasqua il sacramento del battesimo, entrando così nella comunità cristiana) e di una nutrita rappresentanza di giovani della Diocesi – ne sono attesi oltre 2 mila – che, nell’anno della XXXVIII Giornata mondiale della Gioventù (Lisbona 1-6 agosto), sono chiamati a testimoniare davanti al Vescovo il dono della fede.
Durante la celebrazione, l’Arcivescovo consegnerà ai catecumeni e ai ragazzi il Credo, simbolo della fede e ascolto della testimonianza cristiana, in duplice copia: una da tenere per sé e una da condividere.
Il tema della Veglia, a cui parteciperanno i Vicari episcopali e numerosi presbiteri, verterà sul significato cristiano della Trinità. «Ci accostiamo a tale mistero – spiega don Marco Fusi, responsabile del Servizio per i giovani e l’università – attraverso le domande dei ragazzi che sorgono dalle paure davanti a un futuro imprevedibile tra guerre laceranti e una pandemia che ha lasciato segni di disaffezione alla vita anche tra le nuove generazioni».
«Durante la celebrazione– continua don Fusi – contempleremo con intensità il Crocefisso, il simbolo della condivisione di tutte le sofferenze di uomini e donne che a tutte le latitudini sperimentano la violenza, la malattia, la fame, l’abbandono».
Il programma della Veglia, pensato in collaborazione con i giovani delle associazioni e dei movimenti, comprenderà anche la lettura di alcune omelie di Papa Benedetto XVI sul mistero della Trinità.
Durante la Traditio Symboli saranno presenti i catecumeni che, nella notte di Pasqua, riceveranno il battesimo nelle loro parrocchie: 29 di loro sono italiani, 22 europei, 11 sudamericani, 7 africani e 5 asiatici. Sono 41 le donne e 31 gli uomini con un’età compresa tra i 14 e i 71 anni.
«Il desiderio di diventare cristiani – sottolinea don Matteo Dal Santo, responsabile del Servizio per la catechesi e per il catecumenato -, nasce solitamente dentro relazioni e incontri: il proprio marito o la propria moglie già̀ battezzati, ma anche un amico o un collega di lavoro, qualche testimone significativo, primo fra tutti papa Francesco. Decisiva per molti è stata anche un’esperienze di volontariato, l’incontro con la sofferenza oppure il contatto con la comunità cristiana in occasione della catechesi dei propri figli».
«Da questi incontri – conclude don Dal Santo – nascono piccole scintille che danno avvio a un percorso personalizzato alla scoperta di Gesù, in ascolto del Vangelo, della durata di due anni accompagnati da una persona della propria parrocchia e dal parroco. Nelle loro storie si coglie la fantasia di Dio che, a un certo punto delle loro vite, ha acceso una luce, quella della fede».
Il numero dei catecumeni quest’anno è più ridotto rispetto al passato recente per effetto della pandemia che ha reso più difficili gli incontri e le interazioni nel percorso biennale di preparazione.
Stefano Femminis
Responsabile Ufficio Comunicazioni sociali
Arcidiocesi di Milano