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«Nel contesto del soggettivismo individualistico, questa università continua a credere che esista una verità che non sia ideologia». L’omelia dell’Arcivescovo nella messa per l’inaugurazione dell’anno accademico

Milano, 19 dicembre 2021 – È da poco terminata, nella Basilica di Sant’Ambrogio, la Messa per l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, presieduta dall’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, e concelebrata da mons. Claudio Giuliodori, Assistente ecclesiastico generale dell’Ateneo, che ha rivolto il saluto iniziale.

In qualità di presidente dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, ente fondatore dell’Università Cattolica, mons. Delpini porterà il suo saluto, questa mattina alle 11, alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico, cerimonia che prevede un videomessaggio di papa Francesco, il discorso inaugurale del Rettore, prof. Franco Anelli, e la prolusione della Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

Nell’omelia, ispirandosi alle letture della VI domenica di Avvento ambrosiano, e con un particolare riferimento alla figura di Maria, l’Arcivescovo ha sottolineato che «Dio non si stanca di amare e di chiamare a un compimento felice, a una pienezza di vita, di giustizia e libertà. L’Università Cattolica è una risposta alla vocazione di pienezza, è nata cent’anni fa dell’audacia di uomini e donne che hanno creduto che uomini e donne non sono chiamati alla mediocrità, ma alla pienezza, che i cristiani non sono tanto più cristiani quanto più sono ignoranti ed evitano domande, ma quanto più sono esperti di umanità».

Stabilendo un parallelo tra la predicazione di san Paolo e il contesto culturale odierno, mons. Delpini ha poi riflettuto sul fatto che, «in un contesto in cui il criterio di giudizio inappellabile è il soggettivismo individualistico, il pensiero cristiano continua a testimoniare la verità cristiana. L’Università Cattolica continua a credere che esista una verità che non sia ideologia, una giustizia che non sia fredda oggettività, una purezza che non sia astratta perfezione».

Infine, con un implicito riferimento al recente “Discorso alla città” pronunciato per la festa di sant’Ambrogio, l’Arcivescovo ha concluso: «Insieme con la verità buona, gli uomini e le donne che fanno l’Università sono chiamati a rendersi amabili, gentili, inclini alla stima vicendevole e alla collaborazione onesta, al tratto della benevolenza abituale. (…) Anche in università coloro che credono che “il Signore è vicino” sono invitati a essere lieti, sempre lieti».

In allegato il testo integrale dell’omelia.

Stefano Femminis
Responsabile Ufficio Comunicazioni sociali
Arcidiocesi di Milano

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