Nuove prospettive e compiti del servizio
L’Ufficio per la Pastorale dei Migranti è costituito all’interno del Settore per l’Educazione e la Celebrazione della Fede, in attuazione delle scelte pastorali diocesane indicate nel capitolo III del Sinodo minore Chiesa dalle genti, alla Costituzione 8 (L’ufficio per la Pastorale dei Migranti), che così ne definisce i compiti:
§ 1. L’ufficio per la pastorale dei migranti è chiamato ad ampliare la missione affidatagli dallo Statuto della Curia arcivescovile, assumendo il nuovo compito di riflettere sulle esigenze costantemente nuove che provengono dall’essere Chiesa dalle genti, approfondendo cause e dinamismi delle trasformazioni in atto e delle resistenze ad esse e proponendo cammini di comunione secondo il pensiero di Cristo. All’ufficio è chiesto di ascoltare e servire il tessuto ecclesiale, stimolandolo in ogni sua componente, perché sappia riconoscere gli ingredienti che consentono di vivere oggi l’esperienza di Chiesa dalle genti, favorendo conoscenze e dialogo, relazione e collaborazione, coordinando e sostenendo la crescita delle esperienze già in atto. L’ufficio avrà cura di sviluppare in tal senso in diocesi una triplice azione di stimolo, coordinamento e proposta, anche innovativa.
§ 2. La nuova prospettiva di lavoro dovrà affiancare la tradizionale responsabilità dell’ufficio per la pastorale dei migranti nel coordinamento delle cappellanie, delle missioni cum cura animarum, delle parrocchie personali, anche stimolando la nascita di organismi che ne raccolgano i responsabili (cappellani, missionari e parroci) e gli animatori (catechisti, incaricati dell’animazione liturgica, operatori della carità), aggiornando se del caso le indicazioni vigenti per la Consulta per i Migranti. L’ufficio lavorerà per strutturare la vita di queste realtà, in modo che divengano sempre più esperienza di Chiesa fraterna e solidale e non semplicemente luoghi di erogazione di servizi liturgici e pastorali; curerà la formazione dei diversi operatori e favorirà l’incontro di questi operatori con chi svolge i medesimi compiti per le comunità locali.
§ 3. Per essere Chiesa dalle genti occorrono anche grandi esercizi di immaginazione e senso concreto della realtà. L’ufficio per la pastorale dei migranti sia tramite di buone pratiche, favorendo il contributo di uffici e servizi diocesani; diffonda in tutto il territorio diocesano le riflessioni e le prospettive man mano elaborate dalla Consulta diocesana per la Chiesa dalle genti, come pure le iniziative e le idee nate dal lavoro in sinergia tra i vari uffici e servizi diocesani.
§ 4. Per far fronte ai compiti che gli competono, l’ufficio – in accordo con il Vicario episcopale di settore competente – chieda ai Vicari episcopali di zona la nomina di referenti (presbiteri, diaconi, laici, consacrati) per la pastorale dei migranti, che abbiano il compito di coordinare le funzioni descritte sopra (tutte o in parte) in specifiche porzioni del territorio diocesano, a livello zonale, come pure a livelli più circoscritti. Anche grazie a questi referenti, spetta all’ufficio riconoscere e valorizzare le positive esperienze in atto nella diocesi e tra i fedeli.