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Di seguito approfondimenti sull’esenzione IMU su immobili in comodato

Ufficio Parrocchie/Avvocatura

La questione riguarda l’esenzione prevista dalla lettera g) del comma 759 della L. 160/2019 per gli immobili utilizzati per attività di rilevanza sociale, cioè quelli destinati esclusivamente allo svolgimento con modalità non commerciali delle attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, di ricerca scientifica, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive e di religione e culto.
A differenza del passato, viene richiesto dalla norma che l’immobile sia «posseduto e utilizzato» eliminando così qualunque possibilità di usufruire dell’esenzione per gli immobili non utilizzati direttamente dall’ente proprietario, compresi quelli concessi in comodato per i quali fino al 2019 – per effetto della normativa applicativa (il D.M. 26.6.2014 di approvazione del modello dichiarazione IMU-TASI ENC), delle interpretazioni ministeriali (la Ris. 4/2013) e della giurisprudenza (la sentenza di Cassazione 25508/2015) – l’esenzione si applicava nei casi di cessione gratuita tra enti non commerciali purché l’immobile fosse utilizzato per le attività di interesse sociale individuate dalla legge e i due enti appartenessero alla “stessa struttura”.
Ora la legge nazionale lascia ai comuni la facoltà di stabilire che l’esenzione continui ad applicarsi. Il comma 777 dispone infatti che «ferme restando le facoltà di regolamentazione del tributo di cui all’articolo 52 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, i comuni possono con proprio regolamento:
[…]
e) stabilire l’esenzione dell’immobile dato in comodato gratuito al comune o ad altro ente territoriale, o ad ente non commerciale, esclusivamente per l’esercizio dei rispettivi scopi istituzionali o statutari».
L’imponibilità degli immobili concessi gratuitamente agli altri enti non commerciali crea molte difficoltà alle parrocchie che ospitano nei loro ambienti enti che svolgono attività importanti per il territorio: l’aggregazione garantita dalle tante associazioni sportive che usano gli impianti degli oratori, l’assistenza resa dalle onlus, l’istruzione erogata dalle scuole paritarie di associazioni e fondazioni…
Prevedere l’esenzione nel Regolamento comunale renderebbe possibile continuare a garantire questo servizio a favore di tutti e senza particolari oneri per le casse comunali, posto che fino al 2019 questi immobili erano quasi sempre esenti.