Gli incontri si svolgeranno il 28 febbraio a Monza, il 5 marzo a Valmadrera, il 7 marzo a Cologno Monzese, il 25 marzo a San Giuliano Milanese. Il 22 marzo a Milano celebrazione della S. Messa nella chiesa di S. Pietro in Gessate e a Gazzada Schianno
Responsabile Servizio per la Pastorale Sociale e del Lavoro
Nelle diverse zone della nostra diocesi la pastorale sociale e del lavoro organizza dei ritiri di spiritualità per coloro che a diverso titolo sono impegnati nelle realtà socio-politiche, culturali ed educative, vivremo momenti di confronto a partire dal Vangelo di Marco (8, 1-10) “Sento compassione di questa folla…” e riprenderemo il discorso del nostro Arcivescovo alla città: “E gli altri?”.
Gesù sente compassione di questa folla, del suo popolo, della sua gente, si prende cura della loro anima, ma anche del loro corpo. La compassione di Gesù per le folle è anche intelligenza dell’altro. Intelligenza che comporta almeno un giudizio, che vede la grave situazione di bisogno dell’altro e se ne prende cura. Infine, la compassione comporta l’azione, l’intervenire in favore dell’altro. L’autorità con cui Gesù si prende cura degli altri nasce da questa compassione, mette al centro la persona, sentendo sollecitudine, assumendosi la responsabilità della loro persona, prendendosene cura.
Non senza motivo infatti il nostro Arcivescovo titola il discorso alla città di quest’anno: “E gli altri?”. Ecco il vero interrogativo. In questo tempo stiamo sperimentando più che mai la debolezza della città e dei suoi abitanti. I recenti avvenimenti drammatici e la complessità dei processi socio-economici in atto, le “ferite e gemiti, suscitano grida” a cui si risponde con il lamento. Il lamento soffoca l’anima, è un peso che schiaccia la nostra convivenza, fa avvertire come “irrespirabile l’aria inquinata di frenesia e di aggressività, di suscettibilità e di risentimento” e mina alla base il “realismo della speranza” che è in grado di reggere le sfide nuove e vecchie.
E noi? Sacerdoti, politici, membri delle istituzioni, cristiani o semplici cittadini siamo in grado di andare oltre il lamento per farci carico, prenderci cura e operare per il bene comune assumendo lo sguardo della bellezza, dell’inquietudine “che bussa alle porte della paura”?
Questa inquietudine è altro dal lamento: è la molla che ci permette di vedere oltre al nostro egoismo. Avere un cuore che accoglie la sollecitudine di Dio per gli uomini, parte anzitutto dalla personale consapevolezza di essere stati da Lui amati. “Noi amiamo perché Egli ci ha amati per primo” (1Gv4,19). L’indifferenza verso il prossimo e verso Dio è una reale tentazione anche per noi cristiani, ci si dimentica di raccogliere il grido di chi non ha o non può. L’inquietudine a cui noi tendiamo, è piuttosto una spinta continua a ricercare il confronto con “gli altri” e l’ascolto e, in questo modo, a nutrire di umanità e di fraternità la convivenza civile e i rapporti tra i popoli. Nella preghiera del Padre Nostro noi invochiamo il Pane quotidiano, il popolo in maniera comunitaria chiede Pane. La preghiera personale implica la sollecitudine per gli altri “Dacci il nostro pane quotidiano”, come a richiamarci il necessario legame tra pane e fraternità, tra bisogno e comunità. I grani di frumento macinati, riuniti a formare il Corpo del Signore, sono il segno di questa verità. Con il “pane quotidiano” si realizza la reciproca comunione tra gli uomini, più precisamente, quella dell’universale fraternità. Il pane è il simbolo di questa fraternità.
Ecco gli appuntamenti dei ritiri:
28 febbraio, ore 21 a Monza
5 marzo, ore 9.30 a Valmadrera (LC)
7 marzo, ore 20.45 a Cologno Monzese (MI)
22 marzo, ore 13.15 a Milano, Chiesa S. Pietro in Gessate (Celebrazione S. Messa) e a Gazzada Schianno (VA)
25 marzo, ore 14.30 a San Giuliano Milanese (MI)
La partecipazione è libera. Per ulteriori informazioni scrivere a sociale@diocesi.milano.it
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