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La Diocesi rinnova la sua proposta formativa: quattro incontri dal 20 novembre al 22 marzo 2025, per approfondire le tematiche emerse dalla 50ª Settimana Sociale dei Cattolici

Un percorso di impegno sociale e politico
Il Percorso socio-politico 2024-2025, intitolato Dal Dialogo Sociale all’Amore Politico, nasce in continuità con i temi emersi durante la 50ª Settimana Sociale dei Cattolici in Italia. Questo percorso si propone di accompagnare e sostenere la vocazione dei fedeli all’impegno sociale e politico, approfondendo alcune prospettive fondamentali per comprendere la complessità dei nostri giorni, per analizzare la realtà socio-politica ed economica che ci circonda e interpretarla alla luce del Vangelo. Desideriamo, come popolo di Dio che entra nella storia, essere cittadini consapevoli e partecipi, capaci di operare con spirito di apertura e servizio per il bene comune.
Il paradigma dell’ecologia integrale, proposto da Papa Francesco, rappresenta il cuore del nostro cammino. Questo principio ci fa scoprire i legami tra le diverse crisi che segnano il nostro tempo: sociale, ecologica, economica, antropologica e spirituale. Ci viene chiesto di riflettere non solo sui sintomi di queste crisi, ma di comprenderne le radici, spronati a elaborare percorsi di cambiamento che promuovano e valorizzino la persona in tutte le sue dimensioni, relazioni e contesti di vita.

La partecipazione come impegno attivo
Papa Francesco ha sottolineato l’urgenza di un rinnovato impegno democratico, ricordandoci che la democrazia “non gode di buona salute”. Ha esortato a superare la logica del “parteggiare” per abbracciare quella del “partecipare”. Non si tratta di una semplice formalità, ma di una chiamata a essere presenti in modo attivo e consapevole nella vita pubblica. Anche il Presidente Mattarella ha messo in guardia contro il rischio di diventare “analfabeti di democrazia”, in una società sempre più frammentata e priva del senso di partecipazione collettiva. Il vero scopo dell’impegno politico dei cattolici è, infatti, il servizio alla dignità umana, al bene comune e a tutti gli uomini e le donne del nostro tempo. Il passaggio dal “parteggiare” al “partecipare” assume quindi un significato centrale: non è sufficiente schierarsi passivamente, ma è necessario un impegno attivo che superi l’indifferenza, definita da Papa Francesco come il vero cancro della democrazia. Partecipare significa esercitare non solo il diritto di voto, ma anche impegnarsi quotidianamente con spirito critico, vivendo e promuovendo una fraternità concreta.

Dialogo sociale e costruzione del bene comune
Durante questo percorso, affronteremo una serie di temi fondamentali per entrare nelle sfide contemporanee e promuovere una cultura del dialogo sociale. Partiremo dal ruolo delle imprese, che non possono essere ridotte a una funzione meramente economica, ma devono essere protagoniste attive nella costruzione del bene comune. Approfondiremo il loro contributo nel tessuto sociale, esplorando come possano farsi promotrici di iniziative di solidarietà, dialogo e inclusione, ponendo al centro non solo il profitto, ma il “progresso” che vede al centro la persona e il benessere della comunità. Ascolteremo anche realtà di vera partecipazione dei cittadini, che mettendosi al servizio del territorio ci consegnano significative provocazioni per la gestione dei beni di tutti, in una logica di responsabilità condivisa e di costruzione di un futuro più equo e sostenibile. Un altro aspetto cruciale sarà il dialogo per la cura delle fragilità presenti nei nostri territori. Rifletteremo su come, attraverso reti di solidarietà e prossimità, le comunità possano intervenire per sostenere le persone più vulnerabili, sviluppando pratiche di accompagnamento che non lascino indietro nessuno. In un contesto di crescenti disuguaglianze, soprattutto nel campo della “cura”, ci interrogheremo su come costruire una società capace di prendersi cura di tutti. Tratteremo poi il delicato tema del rapporto tra pena e comunità, considerando anche l’anno giubilare. Rifletteremo su come le comunità ferite, attraverso il dialogo e la riconciliazione, possano diventare luoghi di rinascita e “ricostruire la speranza”. In questo senso, il dialogo tra la comunità e chi ha commesso un reato può rappresentare una strada per ricucire le ferite e restituire dignità a tutte le parti coinvolte. Questi incontri rappresenteranno uno spazio di riflessione e confronto, aperto a tutti coloro che desiderano contribuire attivamente alla costruzione di una società più giusta e solidale. Ulteriori dettagli dei diversi incontri verranno comunicati di volta in volta.

Fraternità e amore politico per il bene comune
L’immagine del cristiano come lievito nella pasta rappresenta bene il ruolo che i credenti sono chiamati a svolgere nella società. Proprio come il lievito agisce in modo invisibile ma potente, così i cristiani devono essere una presenza discreta ma determinata, capace di generare un cambiamento profondo. La vera partecipazione parte dalle piccole cose: nei giorni feriali, nella cura quotidiana della propria vita e del prossimo, nelle scelte personali e collettive orientate al bene comune. Il dialogo, oggi, diventa essenziale per avviare processi di fraternità, pilastro centrale del messaggio cristiano. Non si tratta solo di un valore morale, ma di una pratica concreta che può trasformare la società. Costruire ponti e ristabilire un dialogo autentico è fondamentale per contribuire con maggiore efficacia al cambiamento che tutti desideriamo. Dal dialogo può nascere una cultura di pace, una custodia del creato e una fratellanza che diventa solidarietà verso gli ultimi. Fortificare la sfida del dialogo sociale è una necessità impellente per superare le “ombre dense” che ci circondano. La modernità, seppur ricca di conquiste, ci ha resi “analfabeti” nel prenderci cura dei più fragili e vulnerabili.

La fraternità e l’amicizia sociale devono essere il nostro stile di vita. Ciascuno di noi, come il buon Samaritano, è chiamato a farsi carico dei bisogni degli altri, non da soli, ma all’interno di una rete comunitaria. L’enciclica Fratelli tutti ci invita a creare un nuovo progetto di fraternità e amicizia sociale, coinvolgendo singoli, gruppi e istituzioni. Un nuovo patto sociale fondato sulla volontà di costruire legami forti, che permettano una reale cooperazione, alleanze e condivisione. Il dialogo, infatti, non è fine a sé stesso, ma uno strumento potente per edificare il bene comune e per affrontare insieme i problemi della nostra epoca. Il bene comune non è un concetto astratto, ma il frutto di una partecipazione attiva e condivisa. Non possiamo pensare di stare bene senza preoccuparci del bene degli altri.

L’amore politico di cui parla Papa Francesco, inteso come impegno responsabile per il bene comune, è una chiamata per tutti noi a prendere parte attiva nella società. “È possibile per tutti occuparsi del bene comune, difenderlo, custodirlo, farlo crescere, sacrificarsi per esso”. Questa chiamata alla partecipazione si concretizza attraverso il coinvolgimento delle comunità, perché “ai problemi sociali si risponde con reti comunitarie, non con la mera somma di beni individuali” (Laudato Si’, 219). La conversione comunitaria, infatti, supera le iniziative isolate per costruire modelli relazionali basati su cooperazione, alleanze, leggi condivise e unione di forze. Acquisire lo stile del “camminare insieme” significa saper leggere i segni dei tempi e rispondere con scelte coraggiose e consapevoli, radicate nella propria identità cattolica e animate da uno sguardo profetico. Partendo dal Vangelo, siamo chiamati a un dialogo sociale che, pur rispettando le opinioni altrui, affonda le radici nella nostra fede, riconoscendo nelle differenze una fonte di ricchezza. Solo così, con uno sguardo aperto e profetico, potremo contribuire a costruire una cultura dell’incontro che metta al centro la persona e il bene comune, promuovendo una fraternità autentica e solidale.