L’appello del filosofo Dario Antiseri e della studiosa Anna Monia Alfieri in difesa della scuola pubblica paritaria per un sistema scolastico complessivo migliore
«I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli». È questo il principio stabilito nell’Articolo 26 della Dichiarazione universale dei diritti umani (1948), principio che l’Unione Europea ha fatto proprio, con tutta chiarezza, nel 1984 con la Risoluzione sulla libertà di insegnamento,
Ebbene, in Italia – a differenza degli altri Paesi europei – , come argomenta Anna Monia Alfieri, il principio-diritto della libertà di scelta della scuola è sistematicamente ignorato: la scuola libera è solo libera di morire. Con grave danno della stessa scuola statale, e ciò per la semplice ragione – sono, queste, parole di Gaetano Salvemini – che «la scuola pubblica non avrebbe molto da guadagnare dalla scomparsa della scuola privata», giacché questa «può rappresentare sempre un pungiglione ai fianchi della scuola pubblica, e obbligarla a perfezionarsi, senza tregua, se non vuole essere vinta e sopraffatta». Eliminare l’introduzione di linee di competizione – come osserva nel libro il filosofo Dario Antiseri – nel nostro sistema formativo significa illudersi di poter fare a meno di quella grande macchina di scoperta del nuovo da cui poi poter scegliere il meglio. E, infine, ma prima di ogni altra considerazione, un ineludibile interrogativo: uno Stato nel quale un cittadino deve pagare per conquistarsi la libertà di scuola è ancora uno Stato di diritto?
Dario Antiseri è tra i massimi filosofi italiani. Ha pubblicato numerosi volumi occupandosi tra l’altro di pedagogia e scuola.
Anna Monia Alfieri, religiosa delle Marcelline, è membro della Consulta di Pastorale scolastica e del Consiglio nazionale Scuola della Cei. Tra le voce più accreditate sui problemi dell’organizzazione dei sistemi formativi, ha pubblicato numerosi saggi sul sistema scolastico italiano.