Una Tavola rotonda - in Curia - sul pellegrinaggio settimanale degli ortodossi a Milano e sui luoghi di culto, tutti ecumenici, della Terra santa. Ricordando anche l'«ecumenismo del sangue»
A certuni basta un tweet. Allora, eccolo: «Attirerò tutti a me. I più, arriveranno attraverso un pellegrinaggio».
Coloro che, invece, volessero approfondire (consigliato) sono invitati a partecipare alla tavola rotonda che i Servizi del Turismo e dell’Ecumenismo della Arcidiocesi di Milano organizzano per martedì 19 giugno – dalle ore 10.30 alle 12.00 – presso la Curia, in piazza Fontana.
Come ogni anno, all’inizio della stagione estiva, il competente ufficio diocesano propone uno stimolo per la riflessione circa il tempo della vacanza. Le precedenti edizioni hanno visto una interlocuzione con le guide turistiche, i concierge d’albergo, le famiglie, ecc.
Quest’anno l’esplorazione indagherà il pellegrinaggio in ambito ecumenico, sintonizzandosi col lavoro operato da “La Chiesa dalle genti”.
Il testo preparatorio del Sinodo minore prevede esplicitamente una traccia, da condividere con le comunità cristiane e le comunità di altre religioni presenti sul territorio.
Nel paragrafo «Attirerò tutti a me» si chiede, tra l’altro: «Quanto questa prospettiva aiuta le nostre Chiese a vivere il cammino ecumenico, così come si va costruendo in questi anni? Quali esperienze possiamo raccontare? Come guardiamo all’esperienza di sofferenza e di martirio che i cristiani delle varie Chiese sperimentano in molte parti del mondo?».
Proprio la narrazione sarà la cifra della mattinata in oggetto, dove si rifletterà sul pellegrinaggio. In particolare, su come è inteso e vissuto dalla Chiesa cattolica e come è inteso e vissuto da quella ortodossa russa.
Prenderanno la parola i responsabili degli uffici promotori, Massimo Pavanello e Roberto Pagani.
Ma due saranno i relatori principali. L’Archimandrita Amvrosiy Makar – responsabile della Parrocchia ortodossa di sant’Ambrogio di Milano – comunicherà la prassi della sua comunità: ogni settimana, ad esempio, i russi ortodossi visitano le chiese cattoliche milanesi dove si trovano i martiri del primo millennio. Martedì pregano davanti alle reliquie di San Vittore, mercoledì nella Basilica di San Lorenzo, giovedì in Sant’Ambrogio presso le reliquie del Santo e dei martiri Gervaso e Protaso e venerdì in Duomo per onorare Santa Tecla.
Oltre ad un calendario preciso, esiste pure una guida turistica (scritta solo in cirillico) che propone l’itinerario cittadino per i fedeli russi.
Giuseppe Caffulli, direttore della rivista Terrasanta, ricorderà invece come i luoghi santi di quella regione siano tutti luoghi ecumenici. Meta di pellegrinaggio per ogni denominazione cristiana. Oltre che gestiti congiuntamente attraverso l’equilibrio dello “Status quo”.
E aggiungerà che la Terra santa è attuale terra di martirio e di «ecumenismo del sangue». Per questo ogni pellegrinaggio “rituale” non può dimenticare il pellegrinaggio/esodo “reale” dei cristiani perseguitati. Il cammino di devozione prevede sempre un ritorno. Non capita così spesso, invece, a chi fugge.
Un incontro sul tema «Il pellegrinaggio come occasione di scambio teologico, spirituale e culturale», si è svolto il mese scorso anche a Roma, alla presenza di una delegazione del Patriarcato russo ortodosso e di una delegazione della Conferenza episcopale italiana.
Quello del cammino spirituale è una esperienza trasversale. Tocca ogni età, epoca, cultura e geografia. Lo dimostra il suggerimento dato da Papa Francesco come preparazione al Sinodo dei giovani. Ha chiesto loro di poterli incontrare a Roma, a metà agosto. Precisando però che all’appuntamento dovranno giungere «Per mille strade», cioè solo attraverso un pellegrinaggio. Poiché “sinodo”, vuol dire “camminare insieme”. Un significato che vale sia per quello Universale sia per quello Minore.
L’ingresso alla conferenza è libero.
L’incontro vale come aggiornamento per gli “accompagnatori di Terra santa”.
A chi ne farà richiesta sarà rilasciato un attestato di partecipazione.