Edizioni Camilliane, pp. 333, Euro 20,65
Gesù, ha sviluppato il suo ministero, intersecando due atteggiamenti: la cura delle anime con la predicazione e la cura dei corpi con le guarigioni.
Questa eredità, il Maestro, l’ha affidata ai suoi apostoli: “Chiamati a sé i dodici diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorte di malattia e di infermità” (Mt. 10,1).
Il testo di Messina racconta come la Chiesa dalla sua fondazione ai nostri giorni ha concretizzato una “storia di carità” servendo il malato ed ogni categoria di “bisognoso d’aiuto”.
Troppe volte, anche a livello storico, questo fatto è stato dimenticato o bollato. Ad esempio, il Medioevo fu caratterizzato da terribili flagelli sociali (guerre, pestilenze, carestie…) che provocarono forme estreme di bisogno e di infermità, ma vide anche uno straordinario fiorire di iniziative di carità a favore degli infermi.
La storia mostra, e questo testo ne ripercorre le tappe, che quando l’intervento dello Stato in campo assistenziale era quasi nullo, la Chiesa ha assicurato la sua presenza attraverso l’opera di innumerevoli istituzioni socio-sanitarie nelle aree più difficili e più problematiche della società. “Il ‘Vangelo della carità’ ha saputo scrivere, in ogni epoca, pagine luminose di santità e di civiltà in mezzo alla nostra gente: è ininterrotta la catena dei santi e delle sante che con la forza del loro amore operoso hanno dato testimonianza al Vangelo e reso più umano il volto del nostro Paese. E’ un’eredità che serve custodire, approfondire e rinnovare" (Conferenza Episcopale Italiana, Evangelizzazione e testimonianza della carità, n.11).