Tredici anni fa emerse il desiderio dei fedeli di Mesero di edificare un Santuario che ricordasse santa Gianna Beretta Molla, così da mantenere vivo nella memoria il suo esempio di santità.
Era il 6 giugno 1994. Il Comitato Diocesano Operativo per la Beatificazione di Gianna Beretta Molla presieduto da Mons. Ernesto Basadonna, dopo il grande impegno per tutti gli adempimenti preparatori e celebrativi, si ritrovava qui a Mesero per vivere un meritato momento conviviale di soddisfazione per la buona riuscita di tutto. Intanto il pensiero andava al futuro, anche in considerazione del fatto che, oltre alla folla accorsa il 20 maggio per la celebrazione di ringraziamento presieduta dal Cardinal Martini (circa duemila persone), nel corso del mese di maggio di quell’anno, a Mesero erano giunte in pellegrinaggio alla tomba di Gianna, beata vicina alla gente comune, quasi tremila persone, la maggior parte con gruppi parrocchiali guidati dai loro sacerdoti. Ho ancora vivo nella memoria il luogo e il momento in cui i presenti si trovarono tutti d’accordo su una cosa: per tenere vivo e per diffondere il messaggio della santità di Gianna, madre di famiglia, è necessario un punto di riferimento, una struttura adatta. Proprio perché di grande attualità, la figura di Gianna non doveva restare ferma alla Beatificazione o restare legata semplicemente al passato o a ricordi da museo. Poco prima, nel breve tratto di strada dal ristorante alla piazza del paese, tutti avevano potuto apprezzare gli spazi dei due nostri oratori, la capienza della Sala della Comunità (allora ancora da recuperare all’uso), la funzionalità della nuova chiesa parrocchiale costruita dalla saggezza lungimirante di don Gesuino Corti.
Fu proprio vicino alla vecchia chiesa parrocchiale con annessa ex-casa canonica, da anni entrambe in disuso, che si era evidenziata la provvidenzialità della presenza a Mesero di quell’insieme di strutture e si era convenuto sulla opportunità che la parrocchia mettesse a disposizione della santità di Gianna e della pastorale diocesana della famiglia le proprie risorse, in particolare la vecchia parrocchiale con annessa canonica. Persuaso che le idee grandi hanno bisogno di macerare nel tempo e di essere condivise nella Chiesa, in data 30 marzo 1995 inviai al vicario generale della Diocesi di Milano una lettera esprimendo il desiderio dei fedeli di trasformare la vecchia chiesa di Mesero in un Santuario della famiglia. L’Arcivescovo di Milano il Cardinale Carlo Maria Martini, in data 13 dicembre 1996 inviò alla comunità di Mesero una lettera di adesione al progetto e di incoraggiamento a studiare come trovare i fondi necessari e il modo di realizzare gli obiettivi pastorali.
A quel momento neppure si immaginava che nel 2004 sarebbe arrivata la canonizzazione di Santa Gianna e tuttavia ci si dedicò a rendere operativo il progetto steso sulla carta. Essendo la struttura in disuso da più di trent’anni e avendo alle spalle una storia plurisecolare anche sotto l’aspetto artistico, l’intervento ha richiesto notevole dispendio di tempo e di mezzi… si è dovuto far fronte anche agli imprevisti. Però nello stesso tempo si è cercato di procedere con una logica di insieme per giungere al più presto al compimento dell’opera. Intanto il 16 maggio 2004, in seguito al miracolo avvenuto nel 2000 a Franca in Brasile e approvato a tempo di record grazie tra l’altro alla solerzia di monsignor Serafino Spreafico, vescovo emerito di Grajaù, Papa Giovanni Paolo II innalza tra i santi alla gloria degli altari la Beata Gianna, proponendola così a tutta la Chiesa come esempio di vita cristiana alla portata di tutti.
Nella fase preparatoria alla canonizzazione ci si è posta la questione del corpo della Santa. In una riunione del Comitato operativo diocesano tenutosi in arcivescovado con la partecipazione dei familiari e presieduta dal vicario generale monsignor Carlo Redaelli se ne è parlato ufficialmente. Come parroco di Mesero ho comunicato a tal proposito il pensiero espressomi oralmente dall’ingegner Pietro Molla, marito di Gianna: «Se è necessario fare l’esumazione prima della Canonizzazione (come di norma avviene), il corpo di Gianna, in attesa del completamento dei lavori nel santuario a lei dedicato, potrebbe essere provvisoriamente collocato nella chiesa parrocchiale sotto l’altare della cappella feriale». Ma ho personalmente aggiunto che qualora l’esumazione e la ricognizione del corpo non fosse stata necessaria, la cosa migliore era che rimanesse nella bella tomba di famiglia, dove era rimasto fino ad allora, facendo la traslazione solo quando il santuario fosse pronto.
Nella celebrazione di lode e ringraziamento, svoltasi a Mesero il 16 giugno 2004 a un mese dalla canonizzazione, il Cardinale Dionigi Tettamanzi riprese la prospettiva espressa già allora a livello diocesano con queste parole, importanti soprattutto per ricordare il significato spirituale e pastorale del riferimento alla testimonianza di Santa Gianna: «Mesero e Magenta sono i luoghi che ricordano “la bellezza dell’amore coniugale e materno” testimoniato da Gianna. Come Vescovo quante parole vorrei dirvi su questo argomento, in un momento storico di transizione della civiltà, nel quale la famiglia è al crocevia di molte e contrapposte tensioni e l’uomo sembra non sopportare più rapporti di lunga durata. Gianna, invece, dimostrò un amore fedele ed aperto alla vita, e poi il senso e il bisogno della maternità, manifestato nel desiderio – espresso già durante il fidanzamento – di avere tanti bambini, che crescessero bravi e buoni. Come Pietro, ella proveniva da una famiglia numerosa, e accolse con grande gioia ciascuno dei suoi quattro figli: come ha detto il Papa Giovanni Paolo II in occasione della beatificazione di Gianna (24 aprile 1994), la sua eroica testimonianza costituisce “un vero canto alla vita, in stridente contrasto con una certa mentalità oggi dilagante”. Le nostre famiglie tornino ad essere il santuario della vita. Questa Santa, le cui spoglie mortali riposano nel cimitero di Mesero accanto a quelle della figlia Mariolina, oggi “indica a noi la strada del Cielo” con lo stesso sguardo che esse hanno nell’immagine scelta per il gonfalone della canonizzazione».
Eccoci ora alla inaugurazione e dedicazione del Santuario diocesano della Famiglia… In conformità con la stessa sua denominazione, grazie alla presenza e all’attività di don Tiziano Sangalli incaricato espressamente dall’Arcivescovo a questo scopo, perpetuerà il ricordo e il messaggio della testimonianza di Santa Gianna “madre di famiglia”, ed esprimerà con la continuità caratteristica della Chiesa la missione e il servizio alla famiglia in modo concreto e vivo, cioè nella attenzione alle persone (singoli, coppie, famiglie, gruppi, comunità parrocchiali…) che vengono dove c’è il segno visibile della vita di Santa Gianna per cercare risposte alle proprie attese e domande, non solo per vedere dei luoghi o segni del passato. Del resto è quanto espresso dal Cardinale Arcivescovo nella sua lettera inviata l’8 settembre 2006 alle parrocchie del Magentino: «Apprezzando il lavoro e l’impegno di tutti coloro che fin qui ho ricordato a favore della conoscenza, della venerazione e soprattutto della proposta di vita evangelica — così affascinante per le donne e gli uomini e per le famiglie d’oggi — che proviene dalla testimonianza di santa Gianna, ritengo, nella mia responsabilità di Vescovo, necessaria e urgente, da un punto di vista pastorale, l’assunzione di una responsabilità ancora più diretta della nostra Chiesa diocesana per mantenere vivi e diffondere la memoria e il messaggio di santa Gianna».
Perciò arrivare ad aprire e a far funzionare il Santuario della Famiglia è sì un punto di arrivo, ma soprattutto un nuovo punto di partenza: creare materialmente le condizioni di operare per la famiglia vuol dire offrire allo Spirito un luogo umano, uno spazio di azione… perché Dio ha scelto di donare la salvezza incontrando l’uomo umanamente! Simbolicamente tutto questo sarà reso visibile dal fatto che i lavori anche murari continueranno, particolarmente riguardo il Centro di spiritualità annesso al Santuario. Resto convinto che il Santuario della Famiglia e più ancora il dono fatto alla Chiesa universale con la canonizzazione di Gianna Beretta Molla siano un modo di dare concretezza alle numerose prese di posizione della Chiesa che, a tutti i livelli, in questi decenni ha dichiarato che la famiglia deve essere al centro dell’attenzione e all’inizio di ogni attività pastorale. A Santa Gianna, alla sua affettuosa attenzione e intercessione, affido tutti coloro – e sono tanti – che in molti modi hanno contribuito e contribuiranno a realizzare quest’opera.