Non è più pensabile che “un solo” itinerario possa colmare i bisogni formativi di coppie di fidanzati molto differenti tra loro. Non tutti infatti si trovano nella medesima situazione dal punto di vista della fede, della cultura e della profondità della relazione affettiva. Una delle attenzioni da avere sarà quella di proporre itinerari differenziati, che tentino di venire incontro a esigenze diverse, da questioni di tipo logistico (abitazioni e impegni lavorativi che ostacolano una frequenza infrasettimanale) a questioni legate alla diversa maturità di fede. Si potranno quindi prevedere percorsi più approfonditi e più estesi per chi è più vicino e sensibile e percorsi che si configurano nello stile e nei contenuti come adatti “ai più” e quindi di ‘primo annuncio’; cammini personalizzati in casi particolari). In questa luce una programmazione sovraparrocchiale sarà utilissima per differenziare le proposte sul territorio. Anche semplicemente per prevedere in ogni decanato un percorso che prevede gli incontri nel fine settimana.
Il primo passo sarà un’attenta ed empatica analisi (precisa, anche se non dettagliatissima) della situazione ambientale, sociale, familiare ed ecclesiale entro cui si snodo la vita delle coppie in questo contesto determinato. Tale indagine, si configura come un ‘pre-incontro’ da svolgere preferibilmente al momento dell’iscrizione al percorso, dovrebbe far emergere alcuni bisogni o priorità verso i quali far convergere gli sforzi degli operatori.
«Il parroco deve tener conto della diversa situazione spirituale dei singoli fidanzati, che richiede molte volte approcci differenziati, e favorire, sin da allora, anche forme personalizzate di riscoperta della fede, avvalendosi della collaborazione di famiglie che siano di riferimento per queste giovani coppie».(Orientamenti…, n.20)
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