La scelta di mantenere uno stile di primo annuncio è una prospettiva ‘nuova’ (non un restyling della solita pastorale). Assumere la prospettiva del primo annuncio significa non dare per scontato nulla, in termini di conoscenza biblica, teologica, dottrinale, non dare per scontato nemmeno il significato delle più diffuse parole cristiane, quali: sacramento, Cristo, Chiesa; non dare per scontata la consapevolezza del valore dei sacramenti già ricevuti e di una vita con essi coerente. Questo significa mettere ogni parola cristiana alla prova del suo contenuto di realtà; in particolare prestando attenzione che ogni esperienza raccontata alle coppie, anche quella che riteniamo ‘eccelsa’, sia vagliata nella sua capacità di dire qualcosa di significativo alla loro vita e venga proposta con un linguaggio esistenzialmente comprensibile per loro (e non per noi). Il primo annuncio dice chiaramente che l’obiettivo è l’annuncio del Vangelo, del modo di amare secondo lo stile di Gesù, disposto alla perdita di sé ‘fino alla fine’. Tale obiettivo non coincide quindi con l’aggregazione, il counseling, l’indottrinamento o la testimonianza di sé da parte delle coppie animatrici.