Le coppie che arrivano a chiedere i sacramento del matrimonio sono quasi sempre persone lontane dalla Chiesa e da una vita di fede, non solo in senso temporale, ma anche e soprattutto nel senso dell’appartenenza. I primi incontri sono decisivi per vincere pregiudizi ed eventuali risentimenti verso la Chiesa e il cristianesimo. Occorre dunque mantenere uno stile di ‘primo annuncio’ che preservi dalla tentazione di fare del percorso un’occasione per proporre in dosi massicce i contenuti della fede. Immaginiamo piuttosto di proporre itinerari di fede in cui l’équipe si affianca ai nubendi e li accompagna premurosamente alla scoperta o riscoperta della fede, tenendo conto della loro storia religiosa, affettiva, spirituale, relazionale… La fede non è principalmente una dottrina da conoscere intellettualmente, bensì una disposizione da vivere nella vita di ogni giorno, una virtù che ha a che fare con la fiducia, col rispetto e lo stile nelle relazioni, anzitutto quella amorosa.
Puntiamo anzitutto a farli sentire a loro agio, protagonisti di una ricerca, così da porsi come soggetti attivi del loro percorso sperimentando l’incontro vero con Cristo.
I percorsi di preparazione al matrimonio costituiscono per molte coppie un’occasione unica di incontro con un orizzonte di significati capace di ridisegnare l’identità personale e familiare. Ma cosa fa sì che un percorso incida in modo da entrare attivamente nella vita delle persone? Quale metodologia utilizzare?
Bisogna anzitutto ricordare che l’adulto si forma a partire da sé, dalla sua esperienza e questo significa:
-da un lato che occorre accostarsi all’esperienza delle persone, alle prospettive di significato che hanno costruito sino a quel momento
-dall’altro che i percorsi di formazione devono essere occasioni in cui sia possibile fare esperienza di qualcosa di rilevante (una comunità, una presenza, un messaggio), più che luoghi di apprendimento intellettuale
Occorre poi promuovere un dialogo profondo su tutti gli argomenti relativi al matrimonio perché la coppia stessa possa cogliere le proprie sintonie e diversità e individuare un proprio percorso di crescita.
Affinché l’itinerario sia un’esperienza di crescita anche ‘umana’, occorre prevedere un adeguato spazio in coppia per la ripresa dei temi e per il dialogo. Inoltre, accanto alla proposta di contenuti, sono necessari anche momenti di scambio in gruppo (o piccoli gruppi) e momenti più informali. Naturalmente non ci sono vie “garantite” né tracciati esenti da problemi.