Servizio per la Catechesi - Sezione Catecumenato, linee guida per l’itinerario catecumenale con i giovani e gli adulti, 1 febbraio 2025
PRESENTAZIONE DEL PERCORSO
Descrizione sintetica dell’itinerario: le quattro dimensioni, le tappe, la bussola di orientamento (la lettura del Vangelo di Marco), i compagni di viaggio.
IL PERCORSO DEL CATECUMENATO CON I GIOVANI E GLI ADULTI
Schema sintetico dell’itinerario
I TEMPI DEL CATECUMENATO
Precatecumenato: tempo dell’ascolto
Catecumenato: tempo del discepolato – anno I
Catecumenato: tempo del discepolato – anno II
Catecumenato: tempo dell’Elezione e Illuminazione
Tempo della mistagogia e del passaggio alla vita cristiana
APPENDICE
Moduli
Situazioni particolari
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INTRODUZIONE
Il testo che presentiamo è una novità che tuttavia ha alle spalle una storia consistente. È una novità, perché è la prima volta che la diocesi di Milano pubblica delle Linee guida per il catecumenato; questo è già un fatto che merita di essere sottolineato, perché attesta il rilievo crescente che ha assunto nella nostra Chiesa il venire alla fede in età giovanile e adulta, tanto da richiedere una regolamentazione più accurata.
Insieme, però, questo testo è il frutto di un cammino che si sta compiendo da diversi anni in diocesi e raccoglie quindi alcune indicazioni di base che sono state successivamente rielaborate e sviluppate alla luce dell’esperienza concreta di accompagnamento dei catecumeni. Gli operatori pastorali vi troveranno la descrizione essenziale ma tendenzialmente completa degli itinerari di introduzione alla fede per giovani e adulti, delle tappe necessarie, dei contenuti e degli strumenti per l’accompagnamento, con gli opportuni adattamenti che le concrete vicende dei catecumeni e la sapienza pastorale sapranno suggerire.
È con particolare soddisfazione che presento le Linee guida per il catecumenato: esse sono il segno di una Chiesa viva, sono la testimonianza di ciò che nasce nella Chiesa, di un venire alla fede che è desiderio, ricerca, attrazione per Gesù e per il Vangelo. I cammini di preparazione ai sacramenti dell’iniziazione cristiana di giovani e adulti sono una realtà in grado di vivacizzare le nostre comunità, costituendo un’opportunità per riscoprire la freschezza degli inizi cristiani, il dono inestimabile del battesimo, il senso della Chiesa come comunità accogliente e capace di accompagnare alla scoperta dei tesori che Dio le ha consegnato. Il catecumenato suscita inoltre carismi e servizi di persone che si mettono a fianco dei catecumeni per guidarli verso il battesimo e nell’introduzione alla vita della comunità di fede.
Sarà compito della comunità stessa, nella docilità all’azione dello Spirito, custodire il cammino dei neofiti, non tradendo le loro attese, sostenendoli nel momento in cui l’entusiasmo della novità cristiana lascerà spazio a una quotidianità di vita di fede che conoscerà prevedibili pesantezze e imprevedibili prove. Ma la domanda e la ricerca dei catecumeni e dei neobattezzati avrà nel frattempo risvegliato nella comunità energie preziose e quindi, come spesso accade nell’economia cristiana, si potrà sperimentare di aver ricevuto il centuplo di quanto si è donato.
Don Giuseppe Como
Vicario Episcopale per l’Educazione e la Celebrazione della Fede
e Vicario Episcopale per la Pastorale Scolastica
PRESENTAZIONE DEL PERCORSO
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?».
E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada. (Mc 10,51-52).
«Io e il Padre verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14, 23). Sia aperta a colui che viene la tua porta, apri la tua anima, allarga il seno della tua mente perché il tuo spirito goda le ricchezze della semplicità, i tesori della pace, la soavità della grazia. Dilata il tuo cuore, va’ incontro al sole dell’eterna luce «che illumina ogni uomo» (Gv 1, 9). (Sant’Ambrogio, Commento sul Salmo 118).
1. L’itinerario catecumenale
L’azione dello Spirito si fa strada in molti modi, ancora oggi, nella vita di giovani e adulti e li apre all’incontro personale con Gesù e al dono del suo Vangelo. Così un buon numero di persone “udito l’annuncio del mistero di Cristo e per la grazia dello Spirito Santo che apre loro il cuore, consapevolmente e liberamente cercano il Dio vivo e iniziano il loro cammino di fede e di conversione” (RICA, Introduzione, n. 1). Essi chiedono di essere introdotti nella vita dei discepoli di Gesù, di ricevere i sacramenti dell’Iniziazione cristiana e di essere parte viva della comunità cristiana.
Sono un dono per la nostra Chiesa ambrosiana perché il loro desiderio di essere accolti e accompagnati in un cammino di conversione e di scoperta della fede stimola le nostre comunità a prendere sul serio questa loro richiesta e offre l’occasione per camminare con loro e per riconoscere il “passaggio” di Dio che, ancora una volta, chiama tutti a vivere la vita nuova del Vangelo. In questo modo, la Chiesa, nell’Iniziazione cristiana [= IC], mentre genera nuovi figli, è anch’essa rigenerata e rinnovata nella propria fede.
Il percorso formativo che ne risulta è stato chiamato già nella Chiesa antica “itinerario catecumenale” e viene descritto così in un documento della Conferenza Episcopale Italiana:
A chi è chiamato alla fede in Gesù e alla fraternità cristiana, viene proposto un cammino che accoglie la ricerca interiore, la confronta con la verità del Vangelo, e – all’interno di un’esperienza ecclesiale concreta – aiuta a conoscere la centralità della dimensione pasquale, fino ad aprirsi, per dono di Grazia, alla vita secondo lo Spirito. E questo si compie nell’esistenza concreta, nelle pieghe ordinarie del quotidiano, dove si sperimenta la vita buona del Vangelo: «Per iniziazione cristiana, in generale, si può intendere il processo globale attraverso il quale si diventa cristiani. Si tratta di un cammino diffuso nel tempo e scandito dall’ascolto della Parola di Dio, dalla celebrazione dei Sacramenti di Dio, dall’esercizio di carità e dalla testimonianza dei discepoli del Signore attraverso il quale il credente compie un apprendistato globale della vita cristiana, si impegna a vivere come figlio di Dio ed è assimilato, con il Battesimo, la Confermazione e l’Eucarestia, al mistero pasquale di Cristo nella Chiesa» (CEI, L’iniziazione cristiana 2, n 19). (CEI, Incontriamo Gesù. Orientamenti per l’annuncio e la catechesi in Italia, n. 49).
2. Le quattro dimensioni dell’itinerario catecumenale
Il cammino d’Iniziazione cristiana è una realtà viva che si fonda sulle dimensioni fondamentali della comunità cristiana, descritte nel libro degli Atti degli Apostoli, i “quattro pilastri” della Chiesa delle origini (At 2,42-47) che si possono esprimere attraverso l’intreccio dinamico di quattro dimensioni fondamentali, grazie al quale diventa possibile interagire con tutte le dimensioni della persona.
- Il vissuto del catecumeno. È il terreno in cui si sviluppa e cresce il dono di Dio, che è come un seme che il Signore pone nella vita dei catecumeni. È quindi il punto di partenza e di sviluppo dell’itinerario catecumenale proposto. L’ascolto della persona e della sua storia, interagendo con l’ascolto della Scrittura, li rivela come una personale “storia di salvezza” e permette di suscitare, a poco a poco, un itinerario di conversione, un progressivo cambiamento della vita nei suoi molteplici aspetti.
- L’annuncio della Parola di Dio, attraverso la lettura orante della Scrittura custodita dalla tradizione della Chiesa, introduce all’incontro personale con il Signore Gesù e al suo Vangelo, nella comunità cristiana. Attraverso la ripetizione dell’esperienza della lettura della Parola, secondo il metodo della Lectio divina, il catecumeno viene aiutato ad acquisire un modo personalizzato di accostare la Scrittura per conoscere e incontrare il Signore Gesù e per scoprire il Vangelo come “buona notizia” per sé e, quindi, come fonte di gioia.
- La preghiera e la Liturgia, che esprimono e attuano la rivelazione salvifica del mistero di Cristo, scandiscono insieme all’annuncio l’avvio dell’esperienza della preghiera e della progressiva partecipazione alla Liturgia comunitaria, in vista della partecipazione ai Sacramenti dell’IC e, in particolare, alla Messa.
- L’esperienza di vita di Chiesa che il catecumeno, accolto e accompagnato nella comunità cristiana, compie fino a farne pienamente parte mediante la celebrazione dei Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana. La comunità mostra il suo volto accogliente attraverso i molti volti che iniziano a conoscere colui/colei che è in ricerca e si fanno conoscere e incontrare. In questo modo si realizza un graduale ed effettivo inserimento nella comunità cristiana.
Chi guida il cammino, nella comunità cristiana e a fianco del catecumeno, è chiamato a dare forma concreta all’itinerario, intrecciando continuamente fra loro le dimensioni descritte, introducendo così globalmente alla vita cristiana, in tutte le sue sfaccettature.
3. Le tappe dell’itinerario
L’itinerario catecumenale, normalmente, si distende su due anni pastorali, preceduti da un tempo di accoglienza e ascolto e un periodo, successivo alla celebrazione sacramentale dell’IC, che ha lo scopo di favorire il completarsi dell’inserimento dei neofiti nella vita cristiana ordinaria (personale e comunitaria).
Il cammino proposto è un accompagnamento spirituale e quindi andrà adattato – nei contenuti, nelle modalità e nei tempi – su misura della persona che lo vive: terrà conto in particolare della storia e delle caratteristiche del catecumeno, di quanto ha già, eventualmente, sperimentato e conosciuto nel percorso di ricerca che lo ha portato fin qui e rispetterà i suoi tempi di maturazione.
Il percorso verso l’Iniziazione Cristiana di giovani e adulti può essere scandito in cinque grandi tempi:
- Il precatecumenato: Tempo dell’ascolto
Si tratta della fase iniziale d’incontro e di conoscenza del futuro catecumeno, in vista dell’inizio effettivo del percorso catecumenale. Serve molta disponibilità di tempo e di attenzione per creare un dialogo fecondo, generare un rapporto di fiducia reciproca e determinare i necessari adattamenti del percorso da intraprendere. All’interno del dialogo con il parroco e l’accompagnatore, il catecumeno esprime le motivazioni iniziali che lo hanno portato a intraprendere questo cammino e racconta la propria storia per iniziare a riconoscerla come “storia di salvezza”, visitata e abitata dalla presenza di Dio. Nei primi incontri è buona cosa conoscere il suo contesto vitale e relazionale, il suo stato di vita, la ricchezza culturale che porta con sé, per capire come accompagnare poi, lungo il successivo itinerario, le scelte di vita che sono necessarie. - Il catecumenato: Tempo del discepolato – Anno I
Si tratta del primo tratto dell’itinerario catecumenale: un tempo di scoperta di Gesù per diventare suo discepolo. Attraverso l’intreccio costante delle quattro dimensioni sopra indicate il catecumeno, insieme al proprio accompagnatore o accompagnatrice laici, è introdotto alla vita cristiana. In questa tappa del percorso, in particolare, si scopre la persona di Gesù per giungere a incontrarlo personalmente e ad affidarsi a Lui, attraverso la lettura integrale del Vangelo di Marco.
L’inizio di questa tappa è caratterizzato dal rito di Ammissione al Catecumenato che si celebra in parrocchia. La sua durata è normalmente di un anno pastorale. - Il catecumenato: Tempo del discepolato – Anno II
Si tratta del secondo tratto dell’itinerario catecumenale per iniziare a vivere da cristiano. In questa tappa il catecumeno continua la progressiva introduzione alla vita cristiana nelle sue quattro dimensioni fondamentali e, in particolare, è invitato a leggere sempre più la propria vita alla luce della Parola, per lasciarsi plasmare, a poco a poco, da essa ed acquisire così uno stile di vita evangelica. Si tratta quindi di un tempo di approfondimento di quanto finora scoperto e di un apprendistato di vita e di conversione dentro il vissuto della comunità cristiana.
Questa tappa del cammino si svolge fino all’inizio della Quaresima e si conclude con la celebrazione del Rito di Elezione nella prima Domenica di Quaresima. - Il catecumenato: Tempo dell’Elezione e dell’Illuminazione
(seconda parte dell’Anno II)
È la terza fase dell’itinerario catecumenale che conduce e prepara il catecumeno alla celebrazione dei Sacramenti dell’IC (Battesimo, Confermazione, Eucaristia) nella Veglia pasquale (o in una Domenica del Tempo di Pasqua). La breve durata di questo tratto di percorso (il Tempo di Quaresima), non lo rende meno importante: qui, infatti, dovrebbero venire a convergere i diversi fili di catechesi, di preghiera e di vita che si sono via via dipanati nelle fasi precedenti del cammino. La comunità cristiana è particolarmente coinvolta nell’accompagnare il catecumeno: insieme a lui può vivere l’itinerario quaresimale come cammino battesimale a partire dai Vangeli che la Liturgia ambrosiana propone e ai segni che essi evocano (acqua, luce, professione di fede e vita nuova). - Il Tempo della Mistagogia e del passaggio alla vita cristiana
Con la celebrazione dei sacramenti dell’IC inizia la vita nuova in Cristo. Il neofita, diventato cristiano, continua il suo percorso in un cammino di riappropriazione personale e vitale (tradotto nella pratica di vita) della fede, dopo che si sono accolti i doni di Dio e i suoi sacramenti. In particolare, l’ultimo tratto del cammino vuole aiutare il neofita a passare dalla “eccezionalità” di un percorso di introduzione alla vita cristiana alla “normalità” di quest’ultima, nella sua pratica quotidiana (personale e comunitaria) e in un effettivo inserimento nella vita della comunità che lo ha accolto.
In questo tempo, inoltre, si introduce all’esperienza del perdono di Dio e alla celebrazione del sacramento della riconciliazione.
La durata effettiva di questa fase può variare, perché è destinata a raccordarsi con la vita cristiana nella sua quotidianità e perché molto dipende dalla situazione del neofita e della sua comunità. Si può pensare ad una durata minima (fino alla Pentecoste – Tempo della Mistagogia) e ad una durata massima (fino all’anniversario del Battesimo dei neofiti – Tempo della vita cristiana).
Nel testo che presentiamo ogni tempo dell’itinerario viene dapprima brevemente introdotto, poi viene descritto in che modo le quattro dimensioni, intrecciandosi tra loro, danno forma complessiva alla tappa in esame; infine vengono proposte delle note circa gli adempimenti pratici necessari per l’inizio e il proseguimento dell’itinerario.
4. La bussola di orientamento: la lettura del Vangelo di Marco
“La fede viene dall’ascolto e l’ascolto riguarda la parola di Cristo” (Rm 10,17). La lettura integrale di un Vangelo è la via privilegiata per accompagnare il catecumeno, perché non ci può essere vita cristiana senza riferimento alla vicenda di Gesù di Nazareth. La scoperta e l’incontro con la persona di Gesù, attraverso la lettura orante del Vangelo, illumina la vita, permette di conoscere meglio anche se stessi e di dare orientamento alle proprie scelte.
Il metodo da privilegiare è quello della lectio divina che pone in dialogo la Scrittura con la vita e dà avvio alla preghiera e quindi a una relazione viva con il Signore: “La tua preghiera è un discorso con Dio. Quando leggi, Dio parla a te; quando preghi, tu parli a Dio” (Sant’Agostino).
Il catecumeno legge il Vangelo insieme all’accompagnatore o accompagnatrice, seguendo i tre momenti fondamentali del metodo della lectio divina:
- Lectio (lettura): che cosa dice il testo?
Di che cosa parla? Che cosa emerge della persona di Gesù? - Meditatio (meditazione): che cosa mi dice il Signore in questo testo?
Che cosa tocca della mia vita? In particolare, che cosa dice rispetto alla mia persona, alla mia storia, al mio lavoro o studio, ai miei affetti e relazioni? - Contemplatio, oratio, actio (contemplazione, preghiera, azione): che cosa dico al Signore?
Quale preghiera desidero rivolgergli? Come posso rispondere anche con la mia vita?
Attraverso questo modo di leggere la Scrittura, accolta come Parola di Dio, sotto la guida dello Spirito Santo, avviene il passaggio dal testo biblico alla vita, transitando per la preghiera e la contemplazione.
Durante la lettura, nel dialogo con l’accompagnatore o accompagnatrice, è bene che emergano domande, dubbi e riflessioni che possano generare confronti e aprire a ulteriori approfondimenti.
Al catecumeno proponiamo la lettura integrale del Vangelo di Marco perché ha alcune caratteristiche che lo rendono particolarmente adatto per l’itinerario catecumenale.
- Il Vangelo di Marco è il più antico ed è rivolto a non Ebrei. Non richiede perciò troppi approfondimenti nel Primo Testamento. Rappresenta inoltre la matrice degli altri Sinottici. Per questo motivo ha due caratteristiche importanti per l’evangelizzazione: è breve ed essenziale, va dritto al cuore della buona notizia di Gesù (c’è tutto quello che serve: niente di più, niente di meno).
- È il Vangelo più “narrativo” di tutti e il suo intento è quello di introdurre i lettori alla sequela (a un cammino), in compagnia dei discepoli e delle discepole. È ricco di domande, di provocazioni e permette di incontrare la grande umanità di Gesù che si rivela come Figlio di Dio. Si presta dunque a una lettura di tipo esistenziale e attuale (nel racconto, se vuoi, ti ritrovi).
- Ha un piglio severo riguardo alle incomprensioni di chi segue Gesù. Non risparmia di raccontare le loro brutte figure, e dunque è assai utile per introdurre a una figura della fede adulta (“drammatica”), purificata dalle idealizzazioni e dalle illusioni, soprattutto quelle “religiose”. Tuttavia, raccontando i fallimenti mostra anche come Gesù abbia concesso ai suoi la grazia di sempre rinnovati inizi. Il discepolo/a ideale di Marco è uno/a che ricomincia, che non deve stancarsi di rialzarsi e ripartire.
5. I compagni di viaggio
Il percorso del catecumenato è un cammino ecclesiale. La sua buona riuscita dipende anche dal coinvolgimento della comunità cristiana nel suo insieme e dalla disponibilità e preparazione di chi guida e accompagna l’itinerario. I compagni di viaggio del catecumeno sono il parroco, l’accompagnatore o l’accompagnatrice laici, alcuni membri della comunità cristiana in qualità di testimoni, il padrino e/o la madrina.
Il Servizio diocesano per il catecumenato, che si esprime anche nelle equipe delle zone pastorali, è disponibile ad aiutare a dare forma concreta all’itinerario, a rispondere a eventuali domande, a offrire suggerimenti per affrontare situazioni che richiedono particolari attenzioni o che pongono problemi complessi.
I TEMPI DEL CATECUMENATO
PRECATECUMENATO
Tempo dell’ascolto
Cosa vogliamo vivere
La fase iniziale del cammino è un tempo di accoglienza e di conoscenza reciproca. Il catecumeno ha la possibilità di raccontare la propria storia, riconoscendola come “storia di salvezza”, visitata e abitata dalla presenza del Signore. È importante che chi accompagna non abbia fretta, percorrendo i tempi, piuttosto si pone come compagno di viaggio ed esercita l’arte dell’accompagnamento che consiste nel “togliersi i sandali davanti alla terra sacra dell’altro (cfr. Es 3,5). Dobbiamo dare al nostro cammino il ritmo salutare della prossimità, con uno sguardo rispettoso e pieno di compassione, ma che nel medesimo tempo sani, liberi e incoraggi a maturare nella vita cristiana” (Evangelii Gaudium, 169).
La fase iniziale d’incontro e di conoscenza del futuro catecumeno chiede molta disponibilità di tempo e di attenzione per creare un dialogo fecondo, generare un rapporto di fiducia reciproca e determinare i necessari adattamenti del percorso catecumenale. All’interno del dialogo che viene intrapreso è buona cosa conoscere il suo contesto vitale e relazionale, il suo stato di vita, la ricchezza culturale che porta con sé, per capire come accompagnare poi, lungo il successivo itinerario, le scelte di vita che sono necessarie.
La durata di questa fase può variare ampiamente perché dipende soprattutto dal punto di partenza del futuro catecumeno e dai tempi degli accompagnatori. Nella tabella di presentazione che segue si ipotizzano 4 o 5 incontri; tuttavia questa indicazione non va intesa come tassativa, ma come un punto di partenza per adattarsi al meglio alle concrete condizioni in cui il cammino inizia e avviene.
Il Tempo dell’ascolto si conclude con il Rito dell’Ammissione al Catecumenato: esso segna anche l’inizio della fase successiva dell’itinerario, quella del Catecumenato vero e proprio.
1. Le quattro dimensioni dell’esperienza cristiana
1.1 Il vissuto del catecumeno
Ascolto del catecumeno, del suo vissuto, della sua storia, che interagiscono con l’ascolto della Parola di Dio e si rivelano così come sua personale “storia di salvezza”.
Per questo è indispensabile dare tempo abbondante al catecumeno per potersi “raccontare”. In particolare, si invita il catecumeno a raccontare:
- le proprie origini familiari, culturali e sociali;
- le tappe salienti della propria storia personale;
- la sua ricerca e il suo approdo alla richiesta di diventare cristiano;
- le motivazioni iniziali che hanno portato alla disponibilità ad avviare il cammino.
1.2 L’annuncio della Parola di Dio
Avvio all’ascolto spirituale della Parola di Dio: qualche incontro con il Vangelo probabilmente è già avvenuto, ora si tratta di scoprirlo come “Buona notizia” (il Vangelo parla a me e di me, riguarda l’amore di Dio per me) e quindi fonte di gioia.
La ripetizione dell’esperienza della lettura della Parola come “annuncio” permette anche al futuro catecumeno di acquisire un modo personalizzato di accostare il Vangelo, basato sullo schema tradizionale della Lectio divina.
Alcuni brani utili per iniziare il percorso:
- Beatitudini (Mt 5,1-12).
- Proposta di partecipare al Regno (Lc 4,14-30).
- L’annuncio all’Etiope (At 8,26-40).
- Introduzione alla preghiera e al “Padre nostro” (Mt 6,5-15).
I primi tre testi proposti fungono da richiamo del vissuto e introduzione alla risposta di preghiera e di vita, che viene rivelata da Mt 6: se ne scelga dunque almeno uno a cui si aggiunge sempre Mt 6, in modo da praticare già a questo livello il percorso della Lectio.
1.3 La preghiera e la Liturgia
Avvio dell’esperienza di preghiera come risposta all’ascolto della Parola di Dio: espressione della gratitudine e della lode, e introduzione al “Padre Nostro”. Anche l’introduzione alla preghiera come risposta, come già per l’annuncio, avviene nell’accostamento ripetuto del testo biblico.
Per la dimensione di lode / ringraziamento si potranno utilizzare i seguenti salmi, scelti in sintonia con il testo biblico ascoltato:
- Per l’inizio del cammino (primo incontro): Sal 1 e Sal 121(120).
- Per gli altri incontri: Sal 136(135), Sal 145(144), Sal 146(145) e Sal 150.
A meno che la persona che si mette in cammino sia già da tempo abituata a partecipare ai riti liturgici della comunità (soprattutto la Messa), non è necessario, per ora, proporre di prendere parte a quest’ultima, secondo il criterio della gradualità. Può essere utile, invece, proporre la partecipazione a qualche momento di preghiera comunitario.
La conclusione del Tempo dell’ascolto e il passaggio che apre alla fase successiva del cammino è costituito dal Rito di Ammissione al Catecumenato. È momento simbolico che avvia decisamente una reciproca assunzione di responsabilità: il catecumeno prende sul serio e con impegno la proposta di approfondire la conoscenza di Gesù e del suo insegnamento, e di un progressivo inserimento nella comunità cristiana, lasciandosi accompagnare da chi gli si affianca.
1.4 L’esperienza di vita di Chiesa
Accoglienza iniziale da parte del parroco e conoscenza reciproca. A lui spetta la regia e la responsabilità del cammino. Gli è chiesto anche di aiutare gli accompagnatori a svolgere il loro servizio di compagni di viaggio e a esercitare il discernimento per adattare il cammino su misura della persona a loro affidata. Tutti presteranno attenzione anche agli aspetti legati allo stato di vita del futuro catecumeno.
Ascolto e conoscenza da parte degli accompagnatori designati.
Dove è possibile, è auspicabile che gli aspiranti catecumeni di una comunità possano vivere e crescere insieme nel loro cammino di fede. In ogni caso, se praticabile, è utile qualche momento di incontro con altri catecumeni.
Accoglienza del futuro catecumeno anche da parte di altri membri della comunità in momenti di vita fraterna, di preghiera e d’informalità. La comunità mostri il suo volto accogliente attraverso prime relazioni di incontro e di conoscenza di colui/colei che è in ricerca.
In prossimità del Rito di Ammissione al Catecumenato, il parroco potrebbe presentare il futuro catecumeno ai membri del Consiglio Pastorale rendendo partecipi del cammino che il soggetto è chiamato a vivere con l’aiuto di tutta la comunità cristiana.
2. Adempimenti pratici
Vi sono alcuni passaggi da compiere a cura del Parroco o del sacerdote che accompagna il futuro catecumeno:
Dopo l’accoglienza e i colloqui iniziali: scegliere l’accompagnatore (o gli accompagnatori).
Appena possibile: contattare il Servizio diocesano per il Catecumenato per concordare per sommi capi il cammino da compiere e per affrontare le eventuali problematiche emerse nel dialogo con l’aspirante catecumeno.
Con ampio anticipo rispetto al Rito di Ammissione (indicativamente: dopo i primi 2-3 incontri) è necessario presentare il catecumeno e chi lo accompagnerà al Servizio diocesano, tramite la compilazione e l’invio del modulo disponibile on line.
In generale: il parroco o il sacerdote incaricato ha il compito primario di compiere, insieme agli accompagnatori, un discernimento circostanziato della condizione di vita del catecumeno per capire come poi procedere nel percorso catecumenale. Particolare attenzione richiedono le situazioni di vita del catecumeno (convivenze, matrimoni in essere o in vista di un completamento di legami già da tempo vissuti). Per eventuali situazioni particolarmente delicate è necessario chiedere consulenza ai Servizi diocesani predisposti (Catecumenato e Disciplina dei Sacramenti).
CATECUMENATO
Tempo del Discepolato – Anno I
Che cosa vogliamo vivere
Il catecumeno, insieme al proprio accompagnatore o accompagnatrice, si mette in ascolto della Parola di Dio per scoprire la persona di Gesù per giungere ad incontrarlo personalmente e ad affidarsi a Lui. La graduale introduzione alla vita cristiana in tutti i suoi aspetti permette d’intraprendere un cammino di trasformazione e di conversione. E’ un tempo quindi di scoperte, di stupore, di domande e di dialogo fecondo. Chi accompagna ha molto da donare al catecumeno e anche molto da ricevere: ciò che accadrà lungo il cammino sarà una sorpresa e una grazia per entrambi.
Questa tappa si svolge normalmente nell’arco di un intero anno pastorale. L’inizio reale del cammino può variare a seconda di quando il catecumeno si è presentato al parroco nella fase dell’ascolto. Nel caso ciò avvenisse ad anno pastorale inoltrato, per non ridurre eccessivamente l’itinerario, si può valorizzare anche il tempo estivo, in accordo con le disponibilità del catecumeno stesso.
Consigliamo una frequenza settimanale d’incontro tra catecumeno e accompagnatore.
Il percorso include anche i ritiri proposti a livello di Zona.
Questa fase è caratterizzata dalla presenza del Rito di Ammissione al Catecumenato (compiuto entro i primi mesi del primo Anno). Durante il percorso, in parrocchia o durante un ritiro zonale, troveranno utilmente posto anche la Consegna del “Padre Nostro” e il rito dell’ “Effatà”.
1. Le quattro dimensioni dell’esperienza cristiana
1.1 Il vissuto del catecumeno
Il cammino avviato di ascolto e di lettura della vicenda personale del catecumeno e della Parola di Dio non può che suscitare a poco a poco un itinerario di conversione, un progressivo cambiamento della vita nei suoi molteplici aspetti.
Inoltre, alla luce del confronto con esperienze cristiane vissute in famiglia, nella comunità cristiana, nel mondo del lavoro, nel quartiere, il catecumeno si lascia interrogare sul suo stile di vita, sui valori che hanno guidato la sua vita fino ad allora e sulle novità radicali di una vita conforme al Vangelo.
L’esercizio paziente e costante del dialogo tra il catecumeno e l’accompagnatore permetterà di raccogliere da una parte le risonanze che la Parola di Dio suscita, dall’altra di rivisitare gli affetti, i legami familiari, le relazioni sociali, le scelte nel campo lavorativo, lo stato di vita: in una parola tutta l’esistenza.
1.2 L’annuncio della Parola di Dio
Si sviluppa una catechesi progressiva e integrale d’introduzione al mistero della salvezza, leggendo il Vangelo di Marco (Vangelo “del catecumeno”) con il metodo della Lectio divina, che il catecumeno viene aiutato ad apprendere soprattutto attraverso la ripetizione delle modalità di approccio al testo scritturistico (lectio – meditatio – oratio). La scansione dei testi potrebbe essere quella indicata nella tabella riportata di seguito.
I ritiri nelle Zone pastorali previsti nell’anno sono tre e costituiscono un momento importante del cammino. In essi si propongono l’ascolto di snodi decisivi della narrazione del Vangelo di Marco (il Battesimo di Gesù, Mc 1,9-13; l’indemoniato gerasèno, Mc 5,1-20; la professione di fede di Pietro, Mc 8,27-33).
1.3 La preghiera e la Liturgia
Continua l’introduzione alla preghiera. La preghiera evangelica ha tre dimensioni: una personale (v. Mc 1) e una seconda comunitaria/pubblica; a sua volta quest’ultima si può distinguere in “preghiera plurale” (come, p. es., il Padre Nostro) e “celebrazione comunitaria”.
La dimensione personale corrisponde bene a quanto già iniziato nel Tempo dell’Ascolto; è dunque opportuno che si continui a proporre occasioni di preghiera a partire dalla Parola meditata: preghiere spontanee suscitate dall’ascolto oppure preghiere di “gente che ha camminato” con quella Parola che si è meditata (Santi, Salmi…).
La dimensione “plurale” della preghiera, laddove non ci si limita a dire di sé, ma si prega in “noi” e/o per altri (ad esempio intercedendo), potrebbe essere proposta e vissuta innanzi tutto nella forma di una “preghiera del cammino”. Il Padre nostro è il vero prototipo di questa forma “plurale” ed è una delle preghiere fondamentali del cristiano: è la preghiera di Gesù, insegnata agli apostoli e consegnata dalla Chiesa, di generazione in generazione, ai suoi discepoli.
La consegna del Padre nostro, come previsto dal RICA, si viva anche all’interno di una celebrazione. Alla luce dell’articolarsi della dimensione “Parola di Dio” in questa tappa, la Consegna del Padre Nostro può avvenire in unione con il Rito di Ammissione al Catecumenato o, comunque, dopo aver affrontato nel percorso biblico la Giornata di Cafarnao, in parallelo con l’inizio del cammino dei discepoli.
Al Padre nostro si può affiancare, se lo si ritiene opportuno, anche un testo di preghiera con cui ciascuno è invitato a pregare quotidianamente per sé e per tutti coloro che condividono lo stesso cammino di fede.
La partecipazione alla Liturgia della Parola (e più in generale alla Messa) è il luogo dove la dimensione di “celebrazione comunitaria” della preghiera viene in questa fase proposta e vissuta, sulla base dell’esperienza di ascolto della Parola già in atto: come nell’ascolto personale, così in quello rituale la preghiera è sempre risposta a quanto ascoltato. In questo modo può iniziare anche l’introduzione alla partecipazione liturgica, specialmente nel caso di catecumeni che non abbiano già una qualche consuetudine con le celebrazioni cristiane.
Le particolari caratteristiche della Liturgia (che è azione simbolica e quindi si impara a vivere principalmente facendola) richiedono un metodo di lavoro mistagogico, cioè un modo di procedere che capovolge la più consueta spiegazione-attuazione di un rito, proponendo invece di partire dall’esperienza stessa del rito vissuto per recuperarne, approfondirne e fissarne il significato, aprendo così la strada per la ripetizione futura dell’esperienza celebrativa.
In concreto un’introduzione mistagogica ad un rito richiede di solito i seguenti passaggi:
- Preparare previamente la celebrazione: breve spiegazione del suo senso teologico complessivo (possibilmente attuata in chiave biblica) e informazione circa “cosa dire e cosa fare” nel suo esercizio.
- Attuare e vivere la celebrazione.
- Dopo la celebrazione, riprendere quanto vissuto in essa (e come), allo scopo di prenderne esplicita consapevolezza e per approfondire la comprensione del suo senso teologico.
Quanto detto vale in particolare per la partecipazione alla Messa, che di sua natura è un rito complesso e articolato. La tradizione ci suggerisce di partire dalla partecipazione alla Liturgia della Parola. Essa potrebbe venire introdotta a partire dalla Quaresima, cioè in corrispondenza all’accostamento della Sezione dei Pani del Vangelo di Marco, poiché essa permette sia di introdurre il rapporto tra pane e Parola (che soggiace alla struttura stessa della Messa), sia di introdurre alle modalità con cui avviene nella celebrazione il fatto che “Dio ci parla”, dando così anche delle idee circa il come viverla e cosa si deve fare per viverla.
Per rendere fruttuosa l’esperienza celebrativa della Parola nella Messa sarà anzitutto opportuno accompagnare l’invito a parteciparvi con una riflessione su come vivere la Liturgia della Parola (LdP). Nella linea del metodo mistagogico sopra proposto, ciò vorrà dire:
- Esplicitarne il senso e descriverne le modalità, avendo cura di raccordare queste ultime con l’esperienza già in corso di Lectio.
- Proporre delle “prove” di partecipazione o qualche esperienza di celebrazione della Parola non legata alla Messa.
- Nel dialogo e nel confronto con l’accompagnatore far emergere l’esperienza spirituale vissuta, avendo cura di raccordarla con l’esperienza già in corso di Lectio.
Un utile e ulteriore approfondimento, in questo contesto, può essere costituito dalla messa a tema delle condizioni da creare perché l’ascolto celebrativo della Parola di Dio sia fruttuoso, a partire dall’esperienza di ingresso nell’ascolto che normalmente avviene negli incontri dell’itinerario (perché tutti o quasi si sviluppano a partire da una Parola biblica) o nella lettura personale della Scrittura. Ciò permetterà di precisare sia come ci si predispone all’ascolto spirituale e alla Lectio, sia come “entrare” nel rito eucaristico e predisporsi all’ascolto rituale della Parola (facendo riferimento al modo con cui i Riti introduttivi della Messa ce lo fanno fare).
Dimissione dopo la Liturgia della Parola o partecipazione a tutta la Messa? Qui bisogna lasciare spazio agli adattamenti necessari al cammino del singolo catecumeno: a chi già partecipa normalmente alla Messa non è necessario chiedere di fare passi indietro, mentre chi non lo ha ancora mai fatto probabilmente beneficerebbe di una introduzione graduale ad essa, concentrandosi inizialmente solo su alcune sue parti. In questo modo chi sta iniziando a partecipare all’Eucaristia non rischia di venire travolto da tutte le nozioni a proposito del suo senso e di come viverlo che è necessario comunicare. Una progressione più distesa darà invece a ciascuno il tempo necessario per farsi una propria idea circa la Messa e per trovare il proprio modo personale di viverla.
In questo quadro di educazione alla preghiera e all’esperienza liturgica, anche proporre eventuali celebrazioni comunitarie della Parola risulterà utile con diversi scopi:
- Per offrire occasioni ulteriori di esercizio personale della lettura spirituale della Parola e di preghiera in risposta.
- Per avere occasioni di coinvolgimento diretto del catecumeno nella vita della comunità cristiana.
- Per far vivere piccoli esercizi pratici di partecipazione liturgica che, nell’insieme, contribuiscono alla crescita in questa importante parte dell’esperienza cristiana.
Rito dell’“Effatà” (RICA 200-202)
Questo piccolo rito trae la sua ispirazione direttamente dal gesto e dalle parole di Gesù nella guarigione di un sordomuto (Mc 7,32-35); nel quadro del Tempo del Catecumenato esso ha lo scopo di indicare l’origine divina del dono di grazia che permette a chi lo riceve di “ascoltare la parola di Dio e professarla per la propria salvezza” (RICA 202).
Per questo motivo può essere opportuno collocarlo, dopo il Rito di Ammissione, in corrispondenza all’accostamento delle parabole (che sottendono l’invito a desiderare di comprenderne il senso: “Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!”, Mc 4,9).
1.4 L’esperienza di vita di Chiesa
Progressivamente si dà continuità al dialogo iniziale con la programmazione di incontri periodici di catechesi.
Il catecumeno si sente sempre più partecipe della vita della comunità perché è invitato a iniziative ed esperienze significative della Parrocchia che gli consentono di conoscere e di farsi conoscere, di creare relazioni. Occorre inoltre prevedere, se possibile, incontri con testimoni che invitano a un cambiamento di mentalità e di costumi di vita (cfr. RICA, n. 19).
Sul finire di questa fase è utile iniziare a riflettere sulla figura del padrino o la madrina, così da iniziare a scegliere una persona adeguata. Il padrino e la madrina, se possibile, potrà anche accompagnare a livello esperienziale il percorso del catecumeno in qualche momento significativo e dovrà essere presente al Rito di Elezione; per questo motivo la scelta del padrino o della madrina dovrà avvenire entro l’inizio del Secondo Anno.
I ritiri nella propria Zona pastorale offrono momenti propizi per incontrare altri catecumeni e accompagnatori e per sperimentare una dimensione più ampia della Chiesa, quella diocesana. Le equipe zonali possono diventare un riferimento e un aiuto prezioso per gli accompagnatori oltre che per i catecumeni stessi.
2. Adempimenti pratici
Dopo la celebrazione del Rito di Ammissione, il parroco invia al Servizio diocesano il modulo di Attestazione di avvenuta ammissione (scaricabile dalla pagina web www.chiesadimilano.it/catecumenato). Il candidato è così ufficialmente iscritto nel Registro dei Catecumeni in cammino.
Il parroco o il sacerdote incaricato ha il compito di compiere, insieme agli accompagnatori, un discernimento della condizione di vita del catecumeno per capire come poi procedere nel percorso catecumenale. Particolare attenzione richiedono le situazioni di vita del catecumeno (convivenze, matrimoni in essere o in vista di un completamento di legami già da tempo vissuti).
Per eventuali situazioni particolarmente delicate è necessario chiedere consulenza ai Servizi diocesani predisposti (Catecumenato, Disciplina dei Sacramenti, Ufficio diocesano per l’accoglienza dei fedeli separati).
I catecumeni e gli accompagnatori sono chiamati a partecipare ai Ritiri spirituali preparati dalle Zone pastorali.
I catecumeni e i loro accompagnatori del solo I Anno di cammino possono partecipare (previa iscrizione) alla visita ai luoghi battesimali del Duomo.
Agli accompagnatori sono proposti incontri di formazione offerti dal Servizio diocesano (in presenza e on line). Sono un’occasione utile per dare qualità e competenza al servizio svolto.
CATECUMENATO
Tempo del Discepolato – Anno I
LETTURA DEL VANGELO DI MARCO CON I CATECUMENI
Lo schema che segue è indicativo, va adattato alle situazioni concrete e ai tempi a disposizione. Ciascun accompagnatore sceglierà i testi biblici più adatti al percorso. Si può anche affidare al catecumeno la lettura di qualche testo da riprendere poi nel successivo incontro. Di seguito suggeriamo qualche possibile apertura, cioè approfondimenti, riti ed esperienze da proporre in sintonia con la lettura di alcuni testi evangelici.
Nella tabella di presentazione (clicca QUI) si ipotizza la seguente scansione generale lungo i periodi dell’anno pastorale, includendo nel computo anche i ritiri zonali:
da ottobre a dicembre: 6 incontri settimanali;
da gennaio ad aprile: 8-11 incontri (+ 1/2 ritiri);
da maggio a giugno: 2-5 incontri (+ 1/0 ritiro).
Tuttavia questa indicazione non va intesa come tassativa, ma come un punto di partenza per adattarsi al meglio alle concrete condizioni in cui il cammino avviene.
CATECUMENATO
Tempo del Discepolato – Anno II
Che cosa vogliamo vivere
In questo tempo si rafforza il desiderio del catecumeno di proseguire il cammino e cresce l’attesa della celebrazione dei sacramenti dell’Iniziazione cristiana. L’accompagnatore lo aiuterà ad alimentare il desiderio e a esprimerlo anche nel concreto delle scelte della vita quotidiana.
In questa seconda fase del Tempo del Discepolato, il catecumeno è invitato a leggere sempre più la propria vita alla luce della Parola, per lasciarsi plasmare, a poco a poco, da essa ed acquisire così uno stile di vita evangelica. Si può vivere quindi un tempo di apprendistato di vita e di conversione dentro il vissuto della comunità cristiana.
In accordo con le indicazioni del RICA, questa fase del cammino di norma si apre con l’inizio dell’anno pastorale che segue il primo Anno, fra i mesi di settembre e di ottobre e si conclude con la celebrazione del Rito di Elezione all’inizio della Quaresima dello stesso anno.
I Ritiri zonali previsti nel II Anno accompagnano e completano il percorso.
All’inizio della Quaresima si celebra il Rito di Elezione. Opzionalmente, nei Ritiri previsti per l’Anno II, qualcuna delle celebrazioni minori previste dal RICA e indicate qui di seguito, nella parte dedicata alla dimensione “preghiera e Liturgia”.
1. Le quattro dimensioni dell’esperienza cristiana
1.1 Il vissuto del catecumeno
Il vissuto del catecumeno, in questo tempo è solitamente caratterizzato da un desiderio crescente di comunione con il Signore e di appassionata ricerca. Si può sperimentare anche un vivo stupore e profonda gratitudine per il cammino che si sta percorrendo. Dentro questo vissuto, la vita nuova del Vangelo sarà proposta come risposta al dono di Dio che ci precede e frutto del desiderio di trasformazione che l’incontro con il Signore accende in ciascuno di noi.Leggendo insieme al catecumeno la Parola di Dio e in dialogo stretto e continuativo con lui, l’accompagnatore favorisce un confronto in vista di un cambiamento di mentalità e della formulazione di scelte e stili di vita che siano conformi al Vangelo.
Questo processo si può attuare in modi e forme diverse facendo prendere consapevolezza al catecumeno che è chiamato:
- a rinforzare la capacità di trovare i momenti e i tempi per vivere personalmente la lettura spirituale della Parola;
- a saper riconoscere i piccoli o grandi cambiamenti di vissuto indotti dal confronto con la Parola Dio;
- a dare nome a resistenze interiori che persistono in rapporto ad alcune scelte di vita nuova;
- a far crescere il senso di appartenenza alla comunità;
- ad avere cura delle relazioni di prossimità nella vita quotidiana in famiglia, nel lavoro, nella vita sociale;
- ad avviare una vita nella carità, per esempio, con qualche forma di servizio di volontariato ecclesiale o nella società civile.
Una particolare cura richiede la questione dell’eventuale scelta del “nome cristiano”, che sarà dato al momento del Battesimo. Qualora il catecumeno non fosse già portatore di un nome cristiano (o almeno interpretabile cristianamente), tradizionalmente si usa aggiungerne uno al nome anagrafico. Tuttavia, la questione è molto delicata, perché il nome implica immediatamente l’identità di chi lo porta: va dunque affrontata con molta attenzione, proponendo, se ve ne sia il caso, l’opportunità al catecumeno (a cui ultimamente spetta la scelta) ed aiutandolo a compierla serenamente.
1.2 L’annuncio della Parola di Dio
Continua la catechesi progressiva e integrale d’introduzione al mistero della salvezza, seguendo il Vangelo di Marco (Vangelo “del catecumeno”) secondo il metodo della Lectio divina (lectio – meditatio – oratio), in modo del tutto analogo al primo Anno.
Ciò che cambia nel passaggio dalla prima alla seconda fase del Tempo del Discepolato è l’accento: se nel primo Anno è probabile che esso cada sulla curiosità e sul desiderio di conoscere il Vangelo nella sua oggettività (lectio), nel secondo è bene che si accentuino la percezione e la sottolineatura della rilevanza per la propria vita del Vangelo (meditatio). La scansione dei testi proposta è quella indicata nella tabella riportata di seguito.
Lasciando emergere le domande che sorgono durante la lettura del Vangelo, si approfondiscono, se non è già stato fatto, alcuni elementi essenziali della vita cristiana (Credo, Padre nostro, Comandamenti, Beatitudini, Comandamento dell’amore)
I Ritiri zonali previsti nell’anno propongono l’ascolto di alcuni snodi decisivi della narrazione di Mc (la trasfigurazione di Gesù, Mc 9,3-13; il cieco di Gerico, Mc 10,46-52; Passione e morte di Gesù, Mc 15,16-41).
1.3 La preghiera e la Liturgia
L’educazione alla partecipazione liturgica, già iniziata nel I Anno continua ovviamente anche nel II Anno a partire da ciò che è già stato proposto e vissuto.
Alcuni possibili punti di sviluppo di quanto già iniziato:
- approfondimento dell’esperienza di celebrazione della Parola;
- introduzione alla seconda parte della Messa, in corrispondenza con l’accostamento del racconto della Cena (Mc 14);
- un’iniziale presenza alla Liturgia eucaristica della Messa; se il catecumeno non aveva già da prima l’abitudine di partecipare a tutta la Messa (e quindi finora lo si è dimesso al termine della Liturgia della Parola), è necessario già in questa fase introdurre allo svolgimento della seconda parte della Messa (Liturgia Eucaristica), cogliendo ogni occasione che ci viene offerta dai testi evangelici.
Visto il breve arco di tempo a disposizione nel Tempo dell’Elezione per la preparazione al rito estremamente complesso della Veglia pasquale, può essere opportuno anticipare in questa fase l’apprendimento del modo di vivere i riti lucernari, proponendo qualche volta la partecipazione a celebrazioni che li prevedano: soprattutto la liturgia Vigiliare del sabato, nella forma infra Vesperas.
Il RICA propone, per il tempo del Discepolato, tutta una serie di riti: preghiere di benedizione (nn. 119-122), esorcismi minori (nn. 109-118) e, se non si prevede di compierla successivamente, cioè durante la Veglia pasquale o nel Sabato Santo prima della Veglia, l’Unzione catecumenale (nn. 206-207).
Tranne quest’ultima, obbligatoria, le altre sono tutte celebrazioni minori e quindi facoltative: tocca quindi alla singola comunità decidere se attuarle o meno. Tuttavia, nell’effettuare queste scelte operative si tenga presente che l’educazione a vivere la celebrazione avviene compiutamente solo celebrando: pertanto, come logica generale, è più utile al catecumeno sperimentare molteplici esperienze celebrative differenziate, grandi e piccole, piuttosto che, p.es., insistere solo sulla Messa o accontentarsi delle sole celebrazioni da compiersi obbligatoriamente.
I Ritiri previsti per l’Anno II offrono sempre l’occasione per proporne una a scelta fra quelle elencate sopra; l’unica avvertenza da avere, in questo caso, è curare che la celebrazione scelta abbia chiara attinenza con il testo evangelico meditato nel Ritiro che la include.
Questa parte di cammino si conclude con il Rito di Elezione, che avviene la prima domenica di Quaresima a livello di Zona pastorale, con la presenza del Vicario di Zona. Ad esso devono prendere parte tutti coloro che riceveranno i sacramenti dell’IC nella Pasqua (o nel Tempo pasquale) che segue.
1.4 L’esperienza di vita di Chiesa
Il catecumeno è reso partecipe più stabilmente della vita della comunità con un maggior coinvolgimento nelle attività della Parrocchia. In particolare, è buona cosa fargli conoscere ed incontrare i diversi gruppi parrocchiali, coinvolgerlo in modo attivo in qualche attività di servizio nella vita della comunità, e sensibilizzarlo a qualche forma di iniziale ministerialità.
È opportuno organizzare incontri con persone testimoni, impegnate nella vita della comunità (garanti, padrini, presbiteri, laici) che invitano a un cambiamento di mentalità e di costumi di vita (cfr. RICA, n.19). Il padrino o la madrina possono cominciare ad accompagnare a livello esperienziale il percorso del catecumeno.
I ritiri nella propria Zona pastorale sono momenti propizi per incontrare altri catecumeni e accompagnatori e per sperimentare una dimensione più ampia della Chiesa, quella diocesana.
2. Adempimenti pratici
In preparazione al Rito di Elezione vi sono diversi adempimenti da tenere presente.
Entro la fine del mese di gennaio vanno consegnate per mail al Servizio diocesano seguendo le indicazioni che ogni anno verranno comunicate:
- Lettera del catecumeno al Vescovo: il catecumeno è invitato a scrivere una lettera personale all’Arcivescovo per presentarsi, raccontando la propria storia di conversione, i motivi che lo hanno spinto a intraprendere il cammino catecumenale e per formulare la richiesta ufficiale di essere ammesso tra quanti celebreranno l’IC nella Pasqua successiva.
- Relazione del parroco e dell’accompagnatore al Vescovo: anche l’accompagnatore, a nome della sua Comunità, scrive all’Arcivescovo una relazione che descriva il percorso e i segni della progressiva conversione del catecumeno, chiedendo che venga ammesso tra quanti celebreranno l’IC nella Pasqua successiva.
Entro e non oltre la data del Rito di Elezione (I Domenica di Quaresima), il Parroco comunica come ha affrontato le eventuali situazioni matrimoniali particolari, d’intesa con il Servizio per la Disciplina dei Sacramenti, indicando ad esempio l’eventuale data del matrimonio o l’esito del discernimento sullo stato di vita.
Dopo il Rito di Elezione deve essere richiesta da parte del parroco l’autorizzazione alla celebrazione dei Sacramenti dell’IC in Parrocchia, se essa si terrà lì. Il modulo compilato potrà essere spedito al Servizio per il Catecumenato via e-mail.
CATECUMENATO
Tempo del Discepolato – Anno II
LETTURA DEL VANGELO DI MARCO CON I CATECUMENI
Lo schema che segue è indicativo, va adattato alle situazioni concrete e ai tempi a disposizione. Ciascun accompagnatore sceglierà i testi biblici più adatti al percorso. Si può anche affidare al catecumeno la lettura di qualche testo da riprendere poi nel successivo incontro. Di seguito suggeriamo qualche possibile apertura, cioè approfondimenti, riti ed esperienze da proporre in sintonia con la lettura di alcuni testi evangelici.
Nella tabella di presentazione (clicca QUI) si ipotizza la seguente scansione generale lungo l’anno pastorale, includendo nel computo anche i ritiri zonali:
da ottobre a dicembre: 2-5 incontri (+ 1/2 ritiri);
da gennaio alla Quaresima (esclusa): 0-3 incontri (+ 1/2 ritiri);
Tuttavia questa indicazione non va intesa come tassativa, ma come un punto di partenza per adattarsi al meglio alle concrete condizioni in cui il cammino avviene.
CATECUMENATO
Tempo dell’Elezione e Illuminazione (Anno II)
Che cosa vogliamo vivere
La comunità cristiana, insieme agli accompagnatori, esprime una vicinanza particolare al catecumeno che si appresta a compiere l’ultimo tratto di preparazione per celebrare i sacramenti dell’IC.
La liturgia ambrosiana in Quaresima delinea un itinerario battesimale attorno ai segni dell’acqua, della luce, della professione di fede e della vita nuova, che culmina nella celebrazione pasquale. Questa fase può dunque essere vissuta come cammino condiviso tra catecumeno e comunità: chi chiede il battesimo è introdotto alla celebrazione dei sacramenti dell’IC e al suo inserimento pieno nella Chiesa; chi è già battezzato può riscoprire il dono ricevuto e rinnovare la propria vita battesimale.
Questa fase del cammino si apre con la celebrazione del Rito di Elezione, all’inizio della Quaresima del secondo anno pastorale di itinerario, e si conclude con la celebrazione dell’Iniziazione Cristiana sacramentale nella Pasqua, preferibilmente nella Veglia pasquale o, in alternativa, in una domenica del Tempo di Pasqua.
La prima domenica di Quaresima si celebra il Rito di Elezione (a livello diocesano, con la presenza dell’Arcivescovo, o di Zona, con la presenza del Vicario Episcopale).
Nelle domeniche di Quaresima della Samaritana, di Abramo, del Cieco nato e di Lazzaro si celebrano gli Scrutini (in parrocchia).
Nel Sabato in Traditione Symboli si vive la celebrazione della Veglia, insieme all’Arcivescovo e ai giovani della Diocesi, in cui avviene la Consegna del Simbolo di fede (in Duomo).
Nel Sabato Santo, se non è già stata celebrata precedentemente nell’itinerario, si compie il rito preparatorio dell’Unzione catecumenale (p.es. nel contesto della celebrazione del mattino o comunque nel quadro della preparazione prossima alla celebrazione dell’IC).
Nella Veglia pasquale (o in una domenica del Tempo pasquale) si celebrano i sacramenti dell’IC; di norma a livello parrocchiale, in alternativa a livello diocesano, con la presenza dell’Arcivescovo, in Duomo.
1. Le quattro dimensioni dell’esperienza cristiana
1.1 Il vissuto del catecumeno
In questa fase occorre avere cura non solo della preparazione alla celebrazione dei sacramenti, ma anche della persona del candidato accolto tra gli eletti.
La consapevolezza della scelta definitiva che la persona sta per compiere chiede alla comunità, insieme agli accompagnatori, una vicinanza particolare, che si esprime:
- attraverso segni e forme di fraternità nelle domeniche di Quaresima;
- con l’invito a partecipare all’itinerario penitenziale quaresimale proposto alla comunità;
- con la condivisione degli stati d’animo del catecumeno, delle sue attese, o delle sue eventuali incertezze e timori.
Il compito degli accompagnatori è quello di coloro che generano nella fede e lasciano partire, e non invece di chi vuole tener legato a sé l’altro che si sta accompagnando. Il legame di amicizia, di fiducia e di fraternità costruito nel tempo tra catecumeno e accompagnatore deve lievitare e aprirsi all’orizzonte stesso della vita della Comunità di appartenenza.
Potrebbe essere importante, là dove è possibile, trovare qualche forma di coinvolgimento dei familiari del catecumeno nella preparazione prossima ai sacramenti: per esempio proponendo qualche momento di preghiera in famiglia.
1.2 L’annuncio della Parola di Dio
Il percorso di lettura del Vangelo in questa tappa del cammino riguarda i Vangeli di Giovanni che vengono proclamati nelle domeniche di Quaresima. Essi, infatti, offrono un percorso di introduzione al senso e al rito del Battesimo (v. Tabella riportata di seguito) che risulta prezioso in vista della celebrazione sacramentale dell’IC a Pasqua.
L’incontro di catechesi può essere collocato prima o dopo la celebrazione in cui verrà proclamato il Vangelo su cui si desidera soffermarsi.
Se si colloca prima si adotta una modalità più “preparatoria”, nella quale la catechesi precede e prepara alla celebrazione; se si colloca dopo si privilegia una modalità più “mistagogica”, nella quale la celebrazione e l’esperienza precedono il momento della catechesi, che verrà quindi ad assumere la forma di una ripresa ed approfondimento.
La forma preparatoria, che è più vicina al nostro modo di intendere la catechesi, permette di aumentare il numero di incontri a disposizione, ma rischia di risultare meno integrata con l’esperienza celebrativa. La forma mistagogica è più adeguata al modo con cui introdurre al celebrare, ma inevitabilmente riduce il numero di incontri a disposizione (perché non si può attivare prima della II Domenica di Quaresima).
La lettura dei Vangeli proclamati nelle Domeniche di Quaresima, offre la possibilità di approfondire i seguenti temi:
- Il Battesimo (significato e rito).
- La presentazione del senso del “Credo” (anche in preparazione alla Traditio Symboli).
- La preparazione alla Veglia pasquale.
È evidente che, in questo modo e con gli incontri a disposizione in questa fase dell’itinerario, restano non affrontate diverse questioni: l’introduzione alla vita ecclesiale, la Cresima e il tema dello Spirito Santo. Il Tempo della Mistagogia, che segue la celebrazione dei Sacramenti, offrirà l’opportunità di riprenderli mistagogicamente, cioè a partire dall’esperienza vissuta.
In questo Tempo potrebbe essere previsto un incontro in Parrocchia, il Sabato Santo (mattina o pomeriggio) o precedentemente, per la preparazione immediata alla celebrazione sacramentale della Veglia.
1.3 La preghiera e la Liturgia
L’educazione alla partecipazione liturgica si concentra sulla preparazione immediata alla celebrazione dei sacramenti pasquali:
- continua la partecipazione alla Messa: quando è presente un eletto, è opportuno che la predicazione cerchi di raccordare il commento del Vangelo con la celebrazione del Battesimo (cosa facilitata dal fatto che questo obiettivo coincide con l’intenzione originale del percorso di letture evangeliche delle domeniche di Quaresima); in questo modo si avrà l’occasione sia di esplicitare il senso teologico e salvifico del lavacro sacramentale, sia di illuminare non allegoricamente parti del suo svolgimento rituale. La presenza degli Scrutini nelle domeniche della Samaritana, del Cieco nato e di Lazzaro concorre a rafforzare il riferimento al tema battesimale.
- Se si è deciso di collocare la celebrazione dell’IC nel quadro della Veglia pasquale, bisogna anche tenere conto che la sua estrema complessità rituale non favorisce la partecipazione di chi vi deve ricevere l’IC e per la prima volta la vive; è dunque bene iniziare con largo anticipo un percorso che metta in grado i battezzandi di sapere a grandi linee cosa avviene e quale sia la loro parte in essa.
Dal punto di vista contenutistico si potranno sfruttare le occasioni costituite dagli incontri settimanali e dal Sabato in Traditione Symboli; dal punto di vista esperienziale, invece:
- se non è già avvenuto nella fase precedente dell’itinerario, la partecipazione ai riti lucernari della Veglia può essere introdotta attraverso la partecipazione a qualche liturgia Vigiliare del Sabato (ovviamente compiuta nella forma infra Vesperas);
- la partecipazione alla Veglia di letture può essere agevolmente ricondotta all’esperienza di celebrazione della Parola e riletta in base a quest’ultima;
- il senso della celebrazione iniziatica dovrebbe essere già anticipato nel percorso dei Vangeli delle Domeniche di Quaresima; come preparazione immediata, pertanto, sarà sufficiente la precisazione di quale sia il ruolo del catecumeno nella celebrazione, cioè della sua parte nel rito (cosa dire, cosa fare), avendo però l’accortezza di non limitarsi ad una mera informazione rubricale, ma di cercare sempre il raccordo con il senso di ciò che si deve dire e compiere;
- in generale, la predicazione quaresimale dovrebbe avere anche l’attenzione, ogni volta che sia possibile e siano presenti dei battezzandi, di raccordare la Parola ascoltata con lo sviluppo rituale della Veglia.
Il Tempo dell’Elezione e Illuminazione prevede numerose celebrazioni, normalmente tutte obbligatorie. L’esperienza di preghiera e celebrativa è dunque molto intensa e significativa per l’eletto. Esse andranno introdotte e riprese durante gli incontri di catechesi. Potranno poi essere approfondite anche nel Tempo della Mistagogia.
Qui di seguito si offrono alcune indicazioni su ciascuna celebrazione.
Rito dell’Elezione
Il Rito dell’Elezione marca il passaggio dal Tempo del Catecumenato a quello della preparazione immediata alla celebrazione sacramentale dell’Iniziazione (Tempo dell’Elezione e dell’Illuminazione). La celebrazione avviene normalmente la prima Domenica di Quaresima o a livello diocesano, con la presenza dell’Arcivescovo, oppure a livello di Zona pastorale, con la presenza dal Vicario di Zona.
Il passaggio è da rimarcare sia sotto il segno della decisione personale dei catecumeni coinvolti a ricevere il Battesimo, sia sotto il profilo dell’accoglienza autorevole di questa volontà da parte della comunità cristiana (“la Chiesa … giudica sulla loro preparazione e decide sulla loro ammissione ai sacramenti pasquali”: RICA, n. 133), espressa dalla presenza dell’Arcivescovo o del suo Vicario. Si tratta di un vero e proprio atto di “discernimento rituale” che, a sua volta, richiede e si innesta su un “discernimento spirituale”, che deve avvenire previamente e che coinvolge tanto l’interessato quanto tutta la comunità cristiana: essa, in questo modo, si manifesta quale strumento attraverso cui il Signore chiama a sé nuovi figli e li guida ad un’autenticità di scelta e di impegno cristiano.
In connessione con questo Rito, qualora sia il caso, si può proporre all’eletto la scelta di un “nome cristiano”; al centro della sequenza rituale dell’elezione vera e propria, infatti, sta il “nome” di ciascuno, quello che ogni battezzando riceverà, nel giorno del suo Battesimo: tale nome, infatti, viene prima pronunciato ufficialmente (i protagonisti sono chiamati uno per uno) e poi eventualmente scritto (nella lista dei candidati al Battesimo).
Scrutini
Nelle domeniche di Quaresima di Abramo, del Cieco nato e di Lazzaro si celebrano gli Scrutini. A differenza di quanto qualcuno potrebbe essere indotto a pensare dal nome tradizionale di questi riti, uno “scrutinio” non ha nulla a che vedere con la conoscenza e l’acquisizione di contenuti intellettuali a proposito della fede, né tantomeno con una verifica di tipo scolastico di un simile apprendimento. Nell’uso della Chiesa in ambito di Iniziazione Cristiana, invece, la parola “scrutinio” (“scrutinium”) indica un percorso spirituale di discernimento sul vissuto, in vista della sua purificazione e di una sua maggiore aderenza al Vangelo; dunque, quando si usa questa parola è come se fosse sottinteso il complemento di specificazione “vitae” (della vita): dunque, in realtà, “scrutinio” significa “esame della vita”, o anche “discernimento sulla vita”. Di quanto appena affermato si trova facile conferma nel RICA, ai nn. 52, 154 e 157.
Per la loro natura e la connessione con il percorso delle Domeniche di Quaresima, queste celebrazioni è bene che avvengano a livello parrocchiale.
Consegna del Simbolo
La consuetudine di pastorale giovanile della Diocesi valorizza ormai da decenni la Consegna del Credo Apostolico ai giovani, celebrazione che avviene in Duomo nel sabato precedente la Domenica delle Palme (e per questo denominato “Sabato in Traditione Symboli”); a questa stessa celebrazione, secondo la più antica tradizione ambrosiana, sono invitati a partecipare anche tutti coloro che riceveranno il Battesimo nelle imminenti feste pasquali. Questa felice compresenza fa sì che questa celebrazione sia in perfetta armonia con ciò che la tradizione liturgica ha sempre inteso fare: infatti, ciò che costituisce propriamente la “Consegna del Credo” è il fatto che la Comunità cristiana riunita (nel caso: i giovani) professa la propria fede e, in questo modo, la propone anche a quanti stanno per ricevere il Battesimo. Una eventuale consegna (fisica) del testo del Credo (o altri gesti simili) non fa che evidenziare esternamente e ritualmente quanto è già avvenuto.
Unzione con l’olio dei Catecumeni
Questo rito preparatorio, se non è già avvenuto precedentemente, può essere proposto il Sabato Santo (o il sabato che precede il giorno dell’IC sacramentale; RICA, n. 26).
Celebrazione dei sacramenti dell’IC
Il Sabato Santo, alla mattina (eventualmente nel quadro della celebrazione del Sabato mattina, prevista dal Lezionario) o al pomeriggio, è comunque utile proporre un momento di preparazione spirituale e pratica alla Veglia pasquale; in questo contesto sarà possibile collocare la celebrazione dell’Unzione con l’olio del Catecumeni, se non è già stata fatta in precedenza.
1.4 L’esperienza di vita di Chiesa
A partire dal Rito di Elezione l’eletto sarà sostenuto non solo dagli accompagnatori, ma anche dal padrino scelto che lo affiancherà fino al termine del Tempo della Mistagogia.
Se in tutto l’itinerario catecumenale la comunità è chiamata ad accompagnare i catecumeni (RICA 41), ora questo avviene al massimo grado. È bene che la comunità sia coinvolta nel percorso di un catecumeno (o più) per far sì che la preghiera e la partecipazione ai riti preparatori (scrutini) in vista del Battesimo si svolgano in un clima di vera accoglienza e familiarità (saluto…). Tutto, in questa fase, ha un accentuato carattere comunitario. Risulta vitale per l’eletto l’inserimento nella vita cristiana come vita di comunità. Altrettanto vitale è il coinvolgimento della comunità curando bene le celebrazioni perché siano veramente partecipate e vissute.
Coinvolgimento del battezzando nelle iniziative quaresimali della Comunità di riferimento.
Il Sabato in Traditione Symboli, nel pomeriggio si volge l’incontro – dialogo con l’Arcivescovo. La Veglia in Duomo, vissuta insieme all’Arcivescovo e ai giovani, permette di sperimentare la dimensione diocesana della Chiesa e il suo riferimento al Vescovo.
2. Adempimenti pratici
Consegna delle lettere in originale dei catecumeni al Vicario in occasione del Rito di Elezione.
Dopo il rito di Elezione: richiesta da parte del parroco di autorizzazione alla Celebrazione Unitaria dei Sacramenti in Parrocchia (attraverso il modulo prestampato consegnato il giorno del Rito di Elezione).
CATECUMENATO
Tempo dell’Elezione e dell’Illuminazione (Anno II)
LETTURA DEI VANGELI DI QUARESIMA CON I CATECUMENI
Vista la breve durata di questa tappa, si può suggerire una scansione settimanale per un totale di 5 incontri, a cui si aggiunge il momento del Sabato in Traditione Symboli.
Nel Rito Ambrosiano i Vangeli delle Domeniche di Quaresima sono fissi e sviluppano una vera e propria introduzione al Rito del Battesimo e ai suoi gesti. Nel Rito Romano ciò avviene solo nell’Anno A, che però è da usare obbligatoriamente quando sono presenti uno o più catecumeni (cfr. RICA, n. 159).
L’accostamento dei Vangeli quaresimali, sui quali si impernia l’introduzione alla celebrazione battesimale della Pasqua -, può avvenire in due modi differenti: come preparazione all’ascolto (cioè leggendo il testo nella settimana antecedente alla domenica in cui viene proclamato) oppure in forma mistagogica (cioè riprendendo il testo nella settimana seguente la celebrazione domenicale in cui è stato proclamato).
Nel primo caso (preparatorio) il percorso inizia due settimane (una domenica) prima della prima Domenica di Quaresima.
Lettura del Vangelo – tabella con schemi
TEMPO DELLA MISTAGOGIA E
DEL PASSAGGIO ALLA VITA CRISTIANA
Cosa vogliamo vivere
Con la celebrazione dei sacramenti dell’IC cristiana inizia la vita nuova in Cristo. Il neofita, diventato cristiano, continua il suo percorso in un cammino di riappropriazione personale e vitale (tradotto nella pratica di vita) della fede, dopo che si sono accolti i doni di Dio e i suoi sacramenti (RICA, nn. 37-38) e in un effettivo inserimento nella vita della comunità che lo ha accolto (cfr. RICA, nn. 39 e 235).
L’ultimo tratto del cammino di IC vuole aiutare il neofita a passare dalla “eccezionalità” di un percorso di introduzione alla vita cristiana alla “normalità” di quest’ultima, nella sua pratica quotidiana (personale e comunitaria).
In questo tempo, inoltre, si introduce all’esperienza del perdono di Dio e alla celebrazione del Sacramento della riconciliazione.
La durata effettiva di questa fase conclusiva del percorso di IC non è facilmente determinabile a priori, poiché è destinata a raccordarsi con la vita cristiana nella sua quotidianità e perché molto dipende anche dalla situazione del neofita e della sua comunità di riferimento.
Non vanno sottovalutate l’importanza e la necessità di questa tappa del cammino: in sua assenza, infatti, i neofiti corrono il grave rischio di non inserirsi realmente nella vita della loro Comunità, restando di conseguenza isolati e, al limite, mettendo a repentaglio la tenuta stessa della loro pratica religiosa.
Il RICA (nn. 40 e 236-237) immagina il Tempo della Mistagogia disteso lungo tutto il Tempo pasquale successivo alla celebrazione sacramentale dell’IC e questa indicazione va presa come un limite minimo di durata di questa fase dell’itinerario. Nulla vieta, tuttavia, di prendere in considerazione anche una durata maggiore, secondo la necessità, ottenendo così uno spazio ancora più ampio per attuare con efficacia l’inserimento comunitario e per la crescita nell’esperienza di vita cristiana.
Di conseguenza, sembra opportuno strutturare questa tappa finale del percorso di IC in due grandi step, uno obbligatorio per tutti e un secondo opzionale, ma caldamente consigliato.
Il primo step (Tempo della Mistagogia) va dalla celebrazione dell’IC alla Pentecoste, mentre il secondo (Tempo della Vita cristiana) si prolunga per quasi un anno, cioè dalla Pentecoste fino all’anniversario del Battesimo dei neofiti, nel seguente anno pastorale. Se l’IC è stata celebrata nella Veglia di Pasqua, è inoltre opportuno suddividere il Tempo della Mistagogia nelle fasi rispettivamente della Settimana in Albis e del resto del Tempo pasquale.
Nel corso del Tempo pasquale successivo all’IC deve trovare posto la prima celebrazione del sacramento della Riconciliazione.
Al termine del Tempo della Mistagogia è bene proporre un Ritiro per rilanciare e riaprire il cammino del neofita nella vita cristiana; in questo quadro si potrebbe tenere una “celebrazione di conclusione della Mistagogia” (cfr. RICA, n. 237): necessariamente se si è deciso di non attuare il Tempo della Vita cristiana, ma comunque utile e quindi raccomandata.
Inoltre, sia che il Tempo della Mistagogia termini con la Pentecoste successiva alla celebrazione dell’IC, sia che esso si prolunghi nel Tempo della vita cristiana fino alla Pasqua dell’anno successivo, è del tutto opportuno che si viva e si celebri a livello di Zona pastorale l’Anniversario del Battesimo (cfr. RICA, n. 238).
1. Le quattro dimensioni dell’esperienza cristiana
1.1 Il vissuto del catecumeno
In questa fase il neofita è invitato a prendere coscienza del dono ricevuto attraverso il Battesimo e a vivere la propria esistenza cristiana nelle relazioni con la comunità dei fedeli e con la realtà sociale in cui è inserito.
Il cammino compiuto non termina con la ricezione dei Sacramenti e neppure separa dalla vita ordinaria, ma permette di vivere in modo nuovo le esperienze quotidiane della vita. Riprendendo le indicazioni proposte dal card. Martini per ogni battezzato adulto, come attenzioni da tenere costantemente presenti, il neofita è chiamato a:
– ascoltare le domande vere del cuore, di fronte al mistero del dolore, della sofferenza e della morte che accompagna l’esistenza umana;
– interrogare Dio, nella preghiera e nell’ascolto della sua Parola, e lasciarsi interrogare da Lui, per comprendere come la fede che ha ricevuto non è una risposta semplice alla domanda del dolore e della morte, ma piuttosto la partecipazione e la vicinanza di Dio che, nel mistero pasquale, prende sul serio e si fa coinvolgere da questa condizione di morte e dona salvezza;
– vivere con riconoscenza per i doni ricevuti dalla Chiesa che lo ha fatto incontrare con l’azione di salvezza di Dio, consegnandogli il dono dello Spirito, la gioia del Vangelo, la parola della Scrittura, l’esperienza della comunione con Dio e con i fratelli, in modo particolare nella celebrazione dell’Eucaristia;
– trovare momenti contemplativi e di dialogo con Dio nella preghiera, in ascolto della sua Parola e nella celebrazione dei Sacramenti dell’Eucaristia e della Penitenza;
– ricercare il confronto con una guida spirituale che aiuti il proprio cammino di santità nel vissuto quotidiano;
– verificare se nella varietà delle situazioni della vita cristiana ci si esercita a scegliere sempre ciò che più piace a Dio, vivendo della sua stessa carità.
Il riferimento alla lettera pastorale del card. Martini “Parlo al tuo cuore. Per una regola di vita del cristiano ambrosiano” potrebbe essere un utile aiuto per affrontare il cammino post-battesimale e accompagnare il neo-battezzato nel costruire una propria “regola di vita”.
La regola di vita potrebbe contenere: un brano del Vangelo significativo scoperto durante il cammino e che può diventare un’icona biblica da contemplare e rileggere per ridare energia al cammino di sequela; una o più scelte di preghiera (personale e comunitaria); una o più scelte di vita concreta per vivere secondo il Vangelo la propria quotidianità.
1.2 L’annuncio della Parola di Dio
La fase conclusiva dell’intero itinerario offre l’occasione di tornare sull’esperienza sacramentale vissuta. Si potranno così ricordare e rileggere la celebrazione e il suo senso, ma anche il vissuto spirituale sperimentato dal neofita.
Se nel Tempo dell’Elezione non è stato possibile affrontare le questioni dell’introduzione alla vita ecclesiale, della Confermazione o dello Spirito Santo con i suoi doni, questa fase può offrire l’opportunità di farlo.
Alla luce di questo si può proporre la seguente scansione indicativa di testi biblici.
- Nella Settimana in Albis si può affrontare il testo di Gv 21: esso innanzi tutto permette di cogliere riassuntivamente l’intera parabola della missione di Gesù; poi permette di mettere a tema l’esperienza vissuta dal neofita nella Pasqua appena passata; e infine permette anche di aprire il discorso sul servizio come dimensione della vita cristiana.
- Nel resto del Tempo di Pasqua si può sviluppare innanzitutto il tema dell’esperienza dello Spirito Santo, che è il motore di ogni bene e servizio e del discernimento. Ciò può avvenire attraverso l’accostamento di alcuni fra i seguenti testi:
- La Pentecoste (At 2,1-13): l’opera dello Spirito e il fondamento dell’esperienza ecclesiale.
- I frutti dello Spirito (Gal 5,13-26)
- I cattivi frutti (Mc 7,14-23) e introduzione all’esame di coscienza.
In secondo luogo, questa fase del Tempo della Mistagogia deve avere lo spazio per introdurre alla celebrazione del sacramento della Riconciliazione e all’esame di coscienza in vista di esso (cioè al discernimento sulla vita alla luce della Parola); a questo scopo si potranno accostare:
- Le parabole della misericordia (Lc 15).
- La descrizione della vita nuova in Cristo (Rm 12-13).
- Nel tempo dalla Pentecoste all’anniversario del Battesimo (Tempo della Vita cristiana) sarà possibile toccare le varie dimensioni (e i limiti) della vita della comunità sulla base di At 1-15 e approfondire specifici punti (p.es. i carismi e i ministeri-servizi, sulla base di 1Cor 12-14). In questo quadro ci si offre anche l’opportunità di presentare la vita cristiana come servizio, con l’avvertenza di tener presente che tutti i servizi nella Chiesa sono a servizio della missione del popolo di Dio, la quale però è più ampia di quanto racchiude l’ambito comunitario e parrocchiale; nel fare questo bisognerà fare attenzione alla vita vissuta del neofita e della sua comunità, senza privilegiare solo un suo lato (servizio “dentro”, servizio “fuori”).
In questo tempo, inoltre, si possono accostare altri testi evangelici o neotestamentari, in funzione dei temi che si vogliono affrontare e dell’utilità del neofita con la sua comunità di appartenenza.
1.3 La preghiera e la Liturgia
L’educazione alla partecipazione liturgica prosegue anche in questa ultima fase dell’itinerario, sia nell’approfondimento e nella stabilizzazione della partecipazione alla Messa, sia soprattutto nell’introduzione alla Riconciliazione. C’è anche lo spazio (specialmente se si opta per prolungamento fino all’Anniversario del Battesimo) per accompagnare e approfondire l’esperienza di preghiera.
A proposito della Messa festiva, sarà opportuno aver cura che i neofiti, per tutto il Tempo pasquale successivo all’IC, abbiano un posto particolare nell’assemblea dei fedeli. Se possibile, sarà anche utile cercare di coinvolgerli attivamente nella celebrazione eucaristica stessa, ad esempio esercitando qualche forma di servizio.
Potrebbe essere utile introdurre i neofiti anche all’esperienza della Messa feriale (qualora non avessero già avuto modo di viverla con continuità in precedenza). Un’occasione propizia a questo scopo è offerta in primo luogo dalla Settimana in Albis che prevede appunto delle Messe particolari per i neo-battezzati: si potrebbe dunque suggerire la partecipazione ad esse per una o due volte. Un’ulteriore opportunità è offerta dal resto del Tempo di Pasqua, durante il quale si può concordare con il neofita la partecipazione a qualche Messa feriale.
Un altro grande tema di questa fase conclusiva del cammino è l’introduzione alla partecipazione al sacramento della Riconciliazione.
I testi biblici proposti per il Tempo di Pasqua permetteranno al neofita sia di proseguire nella lettura del proprio vissuto (già iniziata nel Tempo del Catecumenato), riconoscendo e dando nome, alla luce della Scrittura, al proprio peccato, sia di cogliere il perdono e il rinnovo della novità di vita da parte di Dio come senso del quarto sacramento, sia – infine – di cogliere a grandi linee il senso dei gesti e delle parole con i quali la celebrazione sacramentale lo invita a chiedere ed accogliere in maniera fruttuosa ciò che Dio dona in essa.
Indicativamente entro la Pentecoste è bene celebrare per la prima volta il rito sacramentale della Riconciliazione. Poiché però l’apprendimento di come vivere una celebrazione passa attraverso la ripetizione della celebrazione stessa, è chiara l’ingenuità di ritenere che la prima Riconciliazione, da sola, sia sufficiente allo scopo. Dunque, è meglio proporre al neofita più esperienze di celebrazione. Se si è optato per proporre il Tempo della Vita cristiana, già da sé esso offrirà più occasioni alla comunità (e quindi anche al neofita) di vivere la Riconciliazione sacramentale. Se invece non si ritenesse di attuare il Tempo della Vita cristiana, allora sarebbe del tutto opportuno individuare almeno un ulteriore momento, oltre a quello della prima Riconciliazione, per vivere il quarto sacramento.
Un ultimo punto degno di attenzione per questo tempo finale dell’itinerario è costituito dall’accompagnamento del neofita in vista della formulazione di una propria regola di vita e di preghiera, come già indicato in precedenza.
Dopo il termine del Tempo di Pasqua, intorno alla Pentecoste, è bene concludere il Tempo della Mistagogia con una celebrazione comunitaria “di conclusione della Mistagogia” (RICA, n. 237). Ciò è necessario qualora si fosse deciso di non proporre il prolungamento fino all’Anniversario del Battesimo.
È, inoltre, opportuno che si viva e si celebri l’Anniversario del Battesimo (cfr. RICA, n. 238). Esso potrebbe configurarsi come un momento zonale da svolgersi in un luogo significativo.
1.4 L’esperienza di vita di Chiesa
Accompagnare il neofita nell’inserimento concreto nella Comunità locale è lo scopo principale di questa fase finale del cammino. Tale scopo va accompagnato anche con l’approfondimento catechetico sulla vita comunitaria.
Sul piano esperienziale, l’accompagnamento potrebbe prendere la forma della proposta di inserirsi in un gruppo parrocchiale esistente, che abbia già avuto modo di conoscere. Se questa conoscenza non avesse ancora avuto modo di attuarsi, sarebbe opportuno che il neofita possa incontrare le altre realtà parrocchiali.
Benché si debba tenere presente che la tradizione della Chiesa non usa affidare in forma stabile ministeri ai neofiti, finché non hanno maturato una certa continuità di esperienza cristiana, proporre ad un neo-battezzato di assumere qualche forma di servizio, ecclesiale o extra-ecclesiale, è un buon modo per aiutarlo a vivere la propria vita come “servizio”.
2. Adempimenti pratici
Dopo la celebrazione dei sacramenti pasquali è necessario dare comunicazione al Servizio per il Catecumenato dell’avvenuta iniziazione, inviando per e-mail o per posta un semplice certificato di Battesimo.
APPENDICE
MODULI
- Iscrizione al catecumenato
- Attestato di ammissione al catecumenato
- Lettera del catecumeno
- Lettera del parroco e accompagnatori
- Richiesta al Vescovo di autorizzazione della celebrazione unitaria dei Sacramenti
- Certificato di avvenuta iniziazione cristiana di un adulto
SITUAZIONI PARTICOLARI
- Preadolescenti 12-14 anni
- Adolescenti 15-18 anni
- Situazioni matrimoniali particolari, questioni canoniche e discernimento secondo Amoris Laetitia: consultare il Servizio per il catecumenato.
Persone che provengono da altre esperienze religiose: consultare il Servizio per il catecumenato.
BIBLIOGRAFIA
PER UNA CONOSCENZA DELL’ITINERARIO
- Rito dell’iniziazione cristiana degli adulti, Introduzione, nn. 1-67.
- Ufficio Catechistico nazionale, Verso la vita cristiana. Guida per l’itinerario catecumenale degli adulti, EDB, 2019 (Nuova edizione).
- Ufficio Catechistico nazionale, I tempi del catecumenato, Video per la formazione.
- Lacroix, Accompagnare i catecumeni. Guida pastorale, catechistica e liturgica, Queriniana, 2024.
TEMPO DEL CATECUMENATO
Per gli incontri di annuncio e catechesi
- Le domande della fede, Marco il Vangelo del catecumeno, EDB
Strumenti per la lettura del Vangelo di Marco
- Maggioni, Il racconto di Marco, Cittadella.
- Stancari, La novità di Dio. Lettura spirituale del Vangelo secondo Marco, EDB, 2020.
- Vangelo di Marco, Video dell’Apostolato biblico diocesano.
TEMPO DELL’ELEZIONE E DELL’ILLUMINAZIONE
Strumenti per la lettura Vangelo di Giovanni
- Vangelo di Giovanni, Video dell’Apostolato biblico diocesano.
TEMPO DELLA MISTAGOGIA
Per preparare una regola di vita con il Neofita
- Carlo Maria Martini, Parlo al tuo cuore. Per una regola di vita del cristiano ambrosiano. Lettera pastorale 1996-97.
Proposte per la catechesi
- Margheri Noceti Sartor, Vivere la Pasqua dei cristiani, LDC.