Gli ostacoli che Michele, persona con disabilità motoria, deve affrontare ogni giorno anche semplicemente per raggiungere Piazza Duomo. La Consulta dà voce alla sua esperienza
Michele è una persona con disabilità motoria e fa parte di un progetto sul “Dopo di noi” insieme ad altre persone con disabilità, che come Consulta diocesana stiamo accompagnando. In questa fase il percorso prevede anche dei week end di convivenza e in occasione di sabato 14 settembre, insieme ai propri educatori, si era deciso di fare un giro nel corso del pomeriggio in piazza Duomo dove era in programma un grande evento di sport organizzato dal CSI. Purtroppo hanno potuto godersi solo gli ultimi minuti della manifestazione perché il viaggio per arrivare in piazzo Duomo è stato irto di ostacoli. Michele ha desiderato raccontare questa esperienza e noi, come Consulta, vogliamo dargli voce.
Con il racconto di questa mi esperienza vorrei mettere in risalto quanto le infrastrutture della Città Metropolitana di Milano siano poco inclusive ed accessibili. Sono Milanese dalla mia nascita da persona con disabilità, ma non posso accettare di avere difficoltà oggettive negli spostamenti in quanto ingiuste e non adeguate alla legge che parla di autonomia e libertà di movimento. Sabato 14 settembre, io e i miei amici ci siamo spostati da Cerro Maggiore, dove stavamo facendo un weekend di convivenza tra persone con disabilità accompagnati da personale (che ci supporta nel fare le attività che noi non riusciamo a svolgere autonomamente) in direzione Milano – Piazza Duomo, dove si sarebbe svolto un evento organizzato dal CSI che trattava gli sport inclusivi, quindi “per tutti”.
Siccome a tutti noi piace lo sport, ci era sembrato giusto poter aderire a questa giornata senza troppa fatica, ma è stato subito evidente che i conti non erano stati fatti con la stessa logica usata da ATM, in quanto i montascale (quando presenti, cosa per nulla scontata) funzionavano a modo loro o smettono di funzionare troppo spesso senza avere un’alternativa di movimento agibile. Inoltre l’iter che una persona con disabilità deve operare ogni volta che ha semplicemente la voglia di muoversi è offensivo: visionare l’app ATM per conoscere se le varie uscite accessibili sono effettivamente percorribili, consapevole che possono variare durante il suo percorso. In aggiunta è sempre meglio chiamare il numero ATM nella mezz’ora precedente ad ogni utilizzo per sentirsi poi dire all’ennesimo montascale non funzionante, in modo maleducato, che “bisognava avvisare in un minor tempo perché le persone con disabilità fisica non possono andare in metropolitana senza preoccuparsi di farlo” oppure aver fatto tutto questo iter assurdo e sentirsi dire mentre entravamo in metropolitana “scusate voi… avete avvisato della vostra presenza? perché se avete bisogno della rampa per accedere va richiesta” in modo del tutto scocciato. Eravamo pure accompagnati e supportati da persone normodotate ed era un giorno di weekend. La metropolitana era tappezzata di manifesti che pubblicizzavano una corsa podistica inclusiva e suggerivano di usare i mezzi ATM per gli spostamenti; ma forse si sono dimenticati che il regolamento ATM, che ci è stato evidenziato da più addetti ATM, prevede che una sola carrozzina può salire ogni treno e quindi noi che eravamo con tre carrozzine? Quanto tempo ci dobbiamo mettere per percorrere un tratto di strada e per far sì che sia realmente accessibile? Magari accessibile anche nella gentilezza ed apertura verso il prossimo del personale ATM che forse avrebbe bisogno di non avere personale che non escono dal proprio gabbiottino per andare ad aiutare un gruppo di persone che sta usando i monta scale, giustificandosi dietro frasi “il nostro protocollo non lo prevede”. Pensate se fosse stato un giorno infrasettimanale e la persona fosse stata senza supporto e avesse dovuto andare a lavorare o ancora se le persone con disabilità in questione non possono permettersi di fare viaggi da soli sui vagono delle metro perchè l’intero gruppo non può accedervi insieme. Un educatore che accompagna persone con disabilità lavora in un rapporto 1:5 e non può permettersi di abbandonare persone in metropolitana per recuperare le altre facendo diversi viaggi qualora avesse più disabilità fisiche anche si spingono autonomamente. Che difficoltà avrebbero avuto a muoversi in quelle condizioni? Vi pare normale che nel 2024 si possano verificare ancora situazioni così difficili da vivere? E’ accettabile che ci voglia 1 ora e 40 minuti per percorrere da Duomo a Pagano con un gruppo composto da 4 persone con disabilità (tre carrozzine) e tre accompagnatori?
Io penso che si stia andando ben oltre ogni limite minimamente accettabile. Un limite che supera i diritti.
Sono sicuro di non essere l’unico a pensarla in questo modo.
In qualsiasi caso l’evento del CSI è stato molto bello ed inclusivo. Tenacemente lo abbiamo raggiunto.