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Formazione permanente per operatori pastorali inclusivi: tre incontri dal 23 novembre 2024 al 1 marzo 2025. Le testimonianze di chi ha partecipato alle edizioni precedenti

Dopo la bella esperienza della due giorni che ha dato avvio al percorso di quest’anno di Come lievito nella pasta, vi scriviamo per invitarvi a iscrivervi ai prossimi incontri che saranno in totale 3: due in presenza con il solito orario 9.30-16.30 e uno online dalle 21 alle 22.30. Troverete le date (già comunicate) e i luoghi cliccando QUI dove troverete anche il modulo online da compilare e la quota da versare tramite carta di credito entro il 10 novembre. Credo che il motivo per cui iscriversi a partire da questo anno possa essere suggerito da alcune testimonianze di chi ha partecipato a questi primi due anni.

In questi due anni ho arricchito molto la mia “cassetta degli attrezzi” imparando nuove modalità e risorse da mettere in gioco nella catechesi e nella liturgia con i bimbi con disabilità, ma non solo.
Ho imparato un po’ di più a capire cosa voglia dire essere “artigiani di relazione”, prendendosi cura l’uno dell’altro, chiunque esso sia, con fiducia, creatività, pazienza, amore, non lasciandosi abbattere dagli ostacoli o dai fallimenti, ma lasciandosi guidare da un nuovo sguardo, autentico e colmo di speranza, “la sorella piccola che porta avanti la fede e la carità”. Ho compreso l’importanza del “CAMMINARE INSIEME”, cambiando lo sguardo (lasciandosi stupire, affascinare, innamorare e riempire di speranza), accompagnandosi reciprocamente con responsabilità e creatività, contagiando e lasciandosi contagiare.
Un’operatrice pastorale

Gli incontri che abbiamo vissuto ci hanno mostrato il volto di una comunità che vive il mistero della fragilità con amore e perseveranza. Gli incontri e poi i gruppi di lavoro impegnati nelle varie riflessioni ci hanno fatto riflettere sulle tante possibilità di integrazione delle persone con svariati tipi di disabilità nei vari contesti parrocchiali. Il senso o anche le ragioni ultime del nostro stare all’interno di questi incontri è trovare persone che condividono la nostra esperienza e modi per far si che i nostri figli si sentano accolti nella comunità e voluti bene. Abbiamo imparato che un modo nuovo di vivere il Vangelo è possibile, che le fragilità dei nostri figli possono diventare ricchezza per tutti, che una comunità si può dire tale quando questi incontri dedicati all’inclusione non avranno più bisogno di essere.
Una coppia di genitori con figlio con disabilità

Sono entrata in questa formazione pensando di avere dritte e modalità molto pratiche su varie proposte da fare/come farle. Invece sto cambiando sguardo, soprattutto dopo l’ultimo incontro. Tutta quella parte di accoglienza, ascolto, condivisione, rielaborazione di situazioni vissute e tanto altro, mi ha veramente colpita. Sono davvero grata al gruppo di lavoro dove sono inserita che, consapevole o meno, mi sta aiutando.
Penso che ritenersi formati sia un grande obiettivo, ma lontano da ciò che sono. Negli incontri, fin da subito ed anche negli anni passati, ho visto che le persone che si sono avvicinate a questo percorso sono persone che già hanno un contatto lavorativo o famigliare con l’argomento della disabilità, persone che per studio o per vita vissuta, hanno già “toccato” con mano questa realtà.  Io mi sono lasciata incuriosire semplicemente perché ho avuto dei ragazzi con disabilità nel catechismo e parlando con i genitori ho capito le mancanze che c’erano “nell’ambiente educativo dell’oratorio”. In realtà poi ho aperto gli occhi su molto altro.
La formazione è fondamentale se vissuta ed unita a tutto quello che avete proposto: ascolto, condivisione, lavoro di gruppo, testimonianze, un bel pacchetto completo e perfetto!!!
Spero di portare qualcosa nella mia comunità, anche solo un modo diverso di porsi all’altro. Non sto parlando solo delle situazioni dove vediamo difficoltà. Il cammino che si sta facendo è rivolto al nostro “essere”, non solo al “fare”. Quindi se penso che accogliere e condividere siano dei punti cardini in una comunità, lo faccio con chiunque…con tutte le fatiche che mi porto dietro.
Una catechista