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Lunedì 27 gennaio si è tenuto un webinar per incominciare a riflettere come comunità cristiana su quanto auspicato dalla legge 227 del dicembre 2021. Il video è disponibile

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La legge 22 dicembre 2021, n. 227, ha delegato il Governo ad adottare, entro il 15 marzo 2024, uno o più decreti legislativi per la “revisione e il riordino delle disposizioni vigenti in materia di disabilità”. Nota anche come Legge quadro sulla disabilità, si propone di riformare profondamente il sistema di tutela e supporto, al fine di renderlo più integrato e personalizzato, rispondendo alle esigenze individuali delle persone con disabilità. Il suo impianto si ispira ai principi della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (2006, ratificata in Italia nel 2009).

Tra gli obiettivi principali della legge si annoverano:

  • Superare la frammentazione normativa: creare un quadro legislativo unitario per sostituire il complesso sistema di norme attuali.
  • Migliorare accessibilità e inclusione: promuovere la partecipazione attiva delle persone con disabilità nella società, nel lavoro e nella vita quotidiana.
  • Rafforzare la personalizzazione dei servizi: sviluppare piani individualizzati che tengano conto delle necessità specifiche di ogni individuo.

Negli anni successivi sono stati emanati a riguardo di questa legge dei decreti attuativi ed esattamente tre: il decreto 222 del dicembre 2023; il decreto 20 del febbraio 2024; il decreto 62 del maggio 2024. In quest’ultimo viene presentato uno dei punti più importanti, ovvero quello che riguarda il progetto di vita. La legge, infatti, basandosi sui principi di autodeterminazione e non discriminazione, attribuisce alle persone con disabilità, nei limiti del possibile, il diritto di elaborare un progetto di vita, concepito come individuale, personalizzato e partecipato, con l’obiettivo di realizzare i propri desideri, aspettative e scelte. A tal fine, prevede anche l’individuazione di figure professionali dedicate alla realizzazione e al monitoraggio del progetto, garantendo il confronto continuo con la persona interessata e i suoi referenti familiari, pur preservando il diritto all’autogestione del progetto stesso. Inoltre per realizzare il progetto di vita è indispensabile cooperare, comunicare e coordinarsi tra i diversi contesti che interagiscono con la persona: sanità, educazione, lavoro e politiche sociali. Dunque anche la comunità cristiana è un contesto che è chiamato a lasciarsi provocare da quanto il progetto di vita auspica.

Ma cosa vuol dire questo nel concreto? È ciò su cui si è iniziato a riflettere con il webinar del 27 gennaio.