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L’ultima sessione del Consiglio pastorale diocesano ha analizzato la trasmissione delle convinzioni religiose tra le generazioni. Emersa la necessità che le comunità adottino un atteggiamento più “missionario”, sensibile ai bisogni e pronto a valorizzare le risorse esistenti

di Alfonso COLZANI

Nel fine settimana del 23 e 24 novembre si è svolto a Seveso il primo incontro dell’anno del Consiglio pastorale diocesano. Come sempre, il tema assegnato dall’Arcivescovo – la trasmissione della fede in famiglia – è di grande importanza per la vita e il futuro delle comunità, addirittura urgente in questi anni che vedono un preoccupante assottigliamento della partecipazione di giovani famiglie.

Su indicazione della Commissione preparatoria il Consiglio è stato impegnato in lavori di gruppo, con l’invito a suggerire modalità concrete con le quali le comunità parrocchiali possano essere più aperte e accoglienti verso le famiglie di fatto presenti sul territorio, e capaci di sintonizzarsi col loro linguaggio, i loro tempi, le loro problematiche. Nella convinzione che una comunità che sa interagire con le famiglie si prende meglio cura della loro fede, e una famiglia così accudita trasmette naturalmente meglio le proprie convinzioni. Nei gruppi ci si è inoltre occupati di monitorare gli itinerari catechetici per l’iniziazione cristiana, che prevedono il coinvolgimento attivo delle famiglie e che non sembrano così diffusi in diocesi come sarebbe auspicabile.

Da questi lavori sono scaturite diverse mozioni e, attraverso il successivo dibattito in plenaria, ne sono state approvate 15. Esse suggeriscono un rinnovamento missionario della pastorale familiare, con maggiore attenzione ai linguaggi e ai tempi; chiedono che le comunità cristiane siano più attente ai bisogni delle famiglie, ma anche a valorizzare maggiormente le risorse a disposizione: le Famiglie missionarie a Km0, i Consultori cattolici, i laici competenti, ma anche le ricchezze del Magistero, constatata la poca conoscenza dell’Amoris Laetitia.

L’ampia discussione del tema è stata introdotta da una brillante e apprezzata relazione della dottoressa Anna Maria Franco, psicologa e psicoterapeuta, direttrice del Consultorio decanale di Sesto San Giovanni, che ha aiutato i consiglieri a sintonizzarsi sulle problematiche attuali della famiglia. Ma soprattutto è stata accompagnata dalle comunicazioni iniziali e finali dell’Arcivescovo: le prime per aggiornare sugli eventi diocesani, le seconde per commentare e valorizzare i lavori del Consiglio.

Momento significativo è stato anche il “caminetto” serale, dedicato al racconto dell’esperienza di monsignor Delpini al Sinodo della Chiesa universale in ottobre. Un momento di condivisione semplice e profondo, dal quale è stato possibile avere una prima e “partecipata” lettura del significato dell’evento sinodale. Una testimonianza che lo ha avvicinato a tutti, confermando la consapevolezza di stare vivendo un evento epocale per la vita della Chiesa cattolica, al quale i lavori dei Consigli pastorali partecipano in modo sintonico e propulsivo. Un contributo verrà offerto in modo più diretto nella prossima sessione di febbraio, che riguarderà la Fase profetica del Sinodo delle Chiese in Italia.