Almanacco liturgico Il Santo del giorno Il Vangelo di oggi Agenda dell'Arcivescovo

E' disponibile il n. 1 del 2023 del ‘foglio di collegamento’

P. Giulio Binaghi
Prevosto

Carissimi, dopo il Kyrie della Quaresima, ecco l’esplosione dell’alleluia pasquale sigillato dall’amen della nostra fede in Cristo morto e risorto. Nella Settimana Santa abbiamo accompagnato con amore il Signore Gesù dalla grande sala del Cenacolo, al Getsemani, al Sinedrio, nel pretorio e sulla via dolorosa fino al Calvario, sotto la Croce insieme a Maria. Ora, con tutta la Chiesa, cantiamo la gioia della risurrezione e la annunciamo al mondo: Cristo Signore è risorto! La Pasqua è la più grande speranza che dà senso alle nostre piccole speranze quotidiane ed è il fondamento su cui radicare e rinnovare ogni giorno la nostra vocazione e il nostro ministero, così da contribuire a dare il nostro apporto alla tanto necessaria e invocata riforma della Chiesa. Riforma che, innanzitutto, deve avvenire nella nostra vita personale. Mi hanno attirato le parole rivolte da San Carlo ai sacerdoti nell’ultimo suo Sinodo Diocesano del 15 aprile 1584. Le trascrivo, convinto che possano giovare a tutti noi Oblati: “Tutti siamo certamente deboli, lo ammetto, ma il Signore Dio mette a nostra disposizione mezzi tali che, se lo voglia-mo, possiamo fare molto. Senza di essi però non sarà possibile tenere fede all’impegno della propria vocazione. Facciamo il caso di un sacerdote che riconosca bensì di dover essere temperante, di dover dare esempio di costumi severi e santi, ma che poi rifiuti ogni mortificazione, non digiuni, non preghi, ami conversazioni e familiarità poco edificanti; come potrà costui essere all’altezza del suo ufficio? (….) Se già qualche scintilla del divino amore è stata accesa in te, non danneggiarla, non esporla al vento. Tieni chiuso il focolare del tuo cuore, perché non si raffreddi e non perda calore. Fuggi, cioè, le distrazioni per quanto puoi. Rimani raccolto con Dio, evita le chiacchiere inutili, così avrai forze di giorno in giorno sempre maggiori per generare in te e negli altri il Signore Gesù. Hai il mandato di predicare e di insegnare? Studia e attendi a ciò che ti è necessa-rio per svolgere pienamente questo incarico. Dà sempre buon esempio e cerca di essere il primo in ogni cosa. Predica so-prattutto con la vita e i costumi. Sei in cura d’anime? Non trascurare per questo te stesso e non darti agli altri tanto generosa-mente che non rimanga nulla di te a te stesso. Infatti è certo doveroso che tu abbia a ricordarti delle anime alle quali presie-di, ma non tuttavia in modo tale da dimenticarti di te. Ricordate, fratelli, che nulla è necessario agli ecclesiastici, quanto la meditazione, che precede, accompagna e segue tutte le nostre azioni. Quando amministri i sacramenti, fratello, medita ciò che fai; quando celebri messa, medita ciò che offri. Salmeggi in coro? Medita a chi parli e che cosa dici. Se guidi le anime, medita da quale sangue siano state lavate; e ‘tutto si faccia tra voi nella carità’ (1 Cor 16). Così potremo vincere facilmente tutte le difficoltà che innumerevoli ogni giorno incontriamo: tale è la nostra condizione. Così avremo le forze per partorire Cristo in noi e negli altri”.
Con le parole del nostro Patrono e con l’alleluia nel cuore, auguro a tutti gli Oblati – e in particolare agli anziani e ai malati – la gioia e la speranza che dal sepolcro aperto del Risorto continuano a diffondersi nel mondo. Buona e santa Pasqua!

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