Tale fondo nasce dalla «politica» ecclesiastica di presentare uomini e donne che, durante la loro vita, hanno dato una testimonianza eroica della loro fede in Gesù Cristo
Il Sala chiama la sezione VII, Atti circa i Sacri Riti e le feste, l’Ufficio, la Canonizzazione dei santi e le Sacre Reliquie. All’uscita dei Documenti circa la vita e le gesta di San Carlo Borromeo nel 1857, a proposito della sezione, il Sala scrive: «E’ questa Sezione al cui riordinamento, classificazione e rubricazione incombo di presente con tutta quella diligenza che si merita la massima importanza di questa Sezione».[1] Tale fondo trova, il suo essere nella «politica» ecclesiastica della beatificazione e canonizzazione di uomini e donne che, durante la loro vita, hanno dato una testimonianza eroica della loro fede in Gesù Cristo. In occasione di queste cerimonie, la Chiesa, richiamando ai fedeli il modello di santità di vita dei beati e dei santi, viventi nella Chiesa «trionfante», li propone come protettori celesti alla Chiesa «militante» offrendoli alla preghiera («il cristianesimo è impensabile senza peccatori, impraticabile senza santi»). La sezione raccoglie, in una parte, alcuni manoscritti cinque e seicenteschi: possiamo ricordare l’originale del Caeremoniale Ambrosianum di Federico Borromeo del 1619, l’originale del De fabrica ecclesiarum (1573) e, tra le altre cose, l’abiura di Francesco Borri, contumace, e dei suoi complici, avvenuta in Duomo nel 1671.[2] Sono inoltre raccolti anche i libri liturgici ambrosiani e romani. Il resto della sezione è formato da 205 cartelle. Di queste 173 conservano i processi canonici per le beatificazioni e le canonizzazioni svolti in parte a Milano. I processi informativi condotti in occasione di eventi miracolosi sono raccolti in 4 cartelle, Immagini miracolose; questi processi erano istruiti dalla Curia arcivescovile «per accertare la veridicità dei fatti miracolosi e delle grazie concesse tramite intercessori soprannaturali».[3] Infine, altre 28 cartelle raccolgono i documenti delle ricognizioni e delle autentiche delle reliquie.
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[1] A. Sala, Documenti circa la vita e le gesta di S. Carlo Borromeo, vol. I, Milano 1857, p. XLVIII.
[2] Sulla figura di questo medico e alchimista, legato al gruppo di persone sospettate di quietismo che si ritrovavano nell’oratorio di S. Pelagia si vedano: G. Cosmacini, Il medico ciarlatano. Vita inimitabile di un europe del Seicento, Roma-Bari, 1998 e più in generale G. V. Signorotto, L’eresia di santa Pelagia. Inqusitori e mistici nel Seicento italiano, Bologna 1989.
[3] M. Sangalli, Miracoli a Milano. Processi informativi per eventi miracolosi nel Milanese in età spagnola, Milano, 1993, p. 9.