Il Crocifisso di San Cristoforo (detto “del Trasporto”): simbolo dell'intera comunità pastorale di Saronno
Nell’archivio prepositurale e nell’archivio del Santuario della Beata Vergine dei miracoli di Saronno sono presenti due importanti documenti che narrano congiuntamente della storia della nostra comunità e in particolare del simbolo dell’intera comunità pastorale: il Crocifisso di San Cristoforo, detto “del Trasporto”.
Il primo documento è un’autorizzazione vescovile per la processione che sarà detta “del Trasporto”: il coadiutore Simonetta, congiuntamente con gli scolari della confraternita di San Cristoforo, chiedono licenza di poter portare “in una processione di penitenza” il Crocifisso venerato nella chiesa di San Cristoforo “per impetrare dalla Divina Clemenza la tanto sospirata pioggia”; il 29 luglio 1722 il Vicario Generale autorizzava la prima processione che divenne fissa nell’ottobre 1783 e che tutt’ora si svolge nella quarta domenica di ottobre e che prese il nome di “Festa del Trasporto”.
L’oggetto di tanta devozione è un Crocifisso ligneo oggi attribuito alla bottega di Andrea da Corbetta, celebre scultore attivo nella prima metà del XVI secolo.
L’origine della statua lignea del Cristo che si venera da oltre trecento anni a Saronno si intreccia inscindibilmente con la vita civile e religiosa del borgo e in particolar modo con la storia della confraternita di San Cristoforo, anche se la provenienza dell’opera sembra vada ricercata nel Monastero di Santa Maria di Cernobbio, oggi scomparso.
Nel volgere del XVII il borgo di Saronno era abitato da agricoltori e mercanti, la cui devozione era rivolta alla Vergine dei miracoli e ai santi Francesco e Antonio, titolari del ricco convento francescano, con buona pace del curato di San Pietro, che spesso si rivolgeva al vescovo per vedersi riaffermati diritti che si lamentava venissero lesi dall’opulenza dei due luoghi pii. Le potenti confraternite alimentavano la partecipazione degli abitanti del borgo alla vita religiosa e la solidarietà verso i più deboli.
La confraternita di San Cristoforo, detta anche scuola della Penitenza, venne fondata dalla famiglia Zerbi prima del 1390 a seguito della chiusura dell’antica confraternita di Tutti i Santi.
Nell’archivio della confraternita presso l’archivio del Santuario della Beata Vergine dei miracoli è infatti conservato un “Registro di note importanti sul Crocifisso” (circa 1731), il secondo documento che presentiamo, dove si legge che il simulacro fu donato più che acquistato “per gratia di Dio e della Beata Vergine e di Santo Cristoforo” a causa del peso e quindi “per essere molto pesante e difficile da maneggiare da un sesso femminile”. Il cronista ci dice anche che tradizionalmente gli scolari di San Cristoforo lo fanno provenire dal monastero benedettino di Cernobbio e questo fatto sembra fosse maggiormente supportato dal fatto che la croce originale (croce ancora presente e utilizzata nel 1740 stando alle parole dell’anonimo cronista) fosse decorata con le immagini di San Benedetto e San Nicola: quest’unica notizia riguardante la croce che originariamente doveva reggere la figura lignea del Cristo, richiama l’attenzione sui due santi ricordati, come abbiamo visto, nel monastero di Cernobbio.
I saronnesi e i forestieri unirono la grande devozione per la Vergine dei miracoli a quella per il Crocifisso: si iniziò la tradizione di una processione che aveva come meta il Santuario, dove si celebrava la messa e si recitavano le preghiere propiziatorie.
La crescente devozione dei saronnesi per il Crocifisso resero necessari anche degli interventi sulla scultura e sulla croce: il primo di cui rimane traccia è la sostituzione della croce originale con una croce in lamina d’argento opera di Carlo Taveggia di Milano avvenuta nel 1748. Il Taveggia realizzò le lastre d’argento che ornano la croce “le quale formerano una foieta o sia gola roversa”.
La confraternita di San Cristoforo, come quella di Santa Marta, vennero soppresse il 21 ottobre 1783 da parte del governo austriaco e i loro beni vennero incamerati dalla chiesa prepositurale: il Crocifisso fu quindi solennemente traslato (trasportato) nella chiesa di San Pietro e Paolo, dove oggi si trova e si istituì quindi la festa del Trasporto del Crocifisso, quasi a voler ricordare l’atto di soppressione di una così importante istituzione saronnese. Nel 1940 venne incoronato dal card. Alfredo Ildefonso Schuster con una corona in oro e rubini realizzata dai cesellatori Borghi di Malnate: l’oro per la corona fu donato dalle famiglie saronnesi. Così si legge sulla croce: “Aere et auro Saronensium/curante praeposito A. Benetti/haec crux renovata est/Alaphridus Hildefonsus card. Schuster/auream religiose expressam/a fratribus Borghi coronam/super caput Domini Nostri Iesu Christi/posuit/die XXVII octo/bris/MCMXL“. Nel 2021 si compie l’opera di restauro, voluta dal prevosto mons. Armando Cattaneo, eseguita dai restauratori Carola Ciprandi (legno) e Franco Blumer (metalli) sotto la direzione lavori dell’architetto Carlo Mariani.