Lo studio della Sezione II, Atti del Foro Ecclesiastico può condurre ad una più intima cognizione della sfera d'azione, sistemazione e procedura dei Tribunali Ecclesiastici oltre che dei costumi dei tempi
La Sezione II, Atti del Foro Ecclesiastico raccoglie migliaia di processi che sono in fase di catalogazione. A proposito di questi processi il Sala scriveva che la loro importanza «non dovrebbe, a mio credere, rilevarsi da ciò che possano contenere certi alimenti di cui è ghiotta la curiosità contemporanea, poiché un Tribunale qualunque, molto meno una Curia, davvero che non dovrebbe conservare e lasciar ispezionare i suoi processi per dar pascolo a tal sorta di curiosità; né sarebbe lodevole l’occuparsi in studiare e far conoscere bassi dettagli senza de’ quali la storia cammina. Altro è pubblicare uno studio sui processi di un dato tempo e luogo. Perciò, ordinati che siano questi nostri antichi processi, se troveranno chi ne faccia spoglio con delicata coscienziosità e prudenza, allo scopo più di rendersi utile che di eccitare la curiosità, ritengo potranno giovare non poco, senza pericolo di inopportune rivelazioni. Una più intima cognizione dei costumi dei tempi, della sfera d’azione, sistemazione e procedura dei Tribunali Ecclesiastici, a quante scientifiche deduzioni potrà dar luogo! Quanti di questi privati episodi potrebbero avere uno stretto legame con qualche distinto fatto storico, e portarvi novella luce! Quante ragioni di proprietà potrebbero appurarsi ed accertarsi per le risultanze dei Processi civili!». [1] Questa Sezione è divisa in tre classi.
La parte che riguarda il Foro criminale comprende circa 150 filze: i processi di questa serie (come testimoniano anche le mappe che si sono ritrovate) riguardano in modo particolare la questione dell’immunità ecclesiastica e gli arresti di persone all’interno delle proprietà ecclesiastiche, da parte delle autorità laiche. Altri incartamenti vedono coinvolti religiosi che si sono macchiati di qualche reato. Solitamente in questi processi si trovano gli interrogatori e le difese degli accusati, ma non sempre si riesce a riunire tutte le carte per presentare l’intera istruttoria e nemmeno si riesce a trovare la sentenza finale. I processi del Foro criminale sono quasi totalmente sei-settecenteschi.
La parte del Foro civile comprende circa 1700 filze. In questa sezione sono raccolte soprattutto cause riguardanti questioni di debiti e di caducità di beni affittati da enti religiosi a coloni. Non mancano carte di altro genere: si va dai processi «super defectum natalium», per i candidati agli ordini sacri, alla presentazione delle lettere apostoliche per la collazione dei benefici ecclesiastici, dalle cause per il possesso delle prebende canonicali e delle cappellanie ecclesiastiche a quelle matrimoniali, dai processi per il pagamento del legati pii a quelli per liti per i confini di proprietà. Il materiale di questa sezione dal punto di vista cronologico è più continuo, andando addirittura da prima di Carlo Borromeo fino all’Ottocento, ma è più povero dal punti di vista documentario: le carte si riferiscono sopratutto a mandati di comparizione davanti al vicario; pochi, finora, sono i processi ritrovati con gli interrogatori delle parti in causa.
L’ultima classe di processi sono quelli che riguardano il Foro metropolitano, cioè quelle cause che riguardavano le diocesi della provincia metropolitana e che venivano discusse davanti l’Arcivescovo o al suo rappresentante, in seconda istanza. Le filze di questa parte sono circa 200. Esistono anche altre filze di materiale riguardante il Foro ecclesiastico che non sono catalogate con queste classi: qui vale la pena di segnalare il ritrovamento di tre filze riguardanti il Tribunale del Sant’Ufficio che contengono materiale seicentesco.
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[1] A. Sala, Documenti circa la vita e le gesta di S. Carlo Borromeo, vol. I, Milano 1587, pp. XLIII-XLIV.