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Nel passato le «Confraternite» hanno avuto grande rilievo perchè realtà ecclesiali dal forte impatto sociale perciò, dopo un periodo di forte ridimensionamento, almeno nell’ambito ambrosiano, conoscono ora un modesto, ma significativo recupero.

Giuseppe Moreno Vazzoler

Nell’ampio panorama delle istituzioni che hanno illustrato la storia della Chiesa, fin dal Medioevo, un posto di grande rilievo hanno occupato le associazioni tra fedeli, note col nome di “Confraternite”. Realtà ecclesiali con forte impatto sociale, ancora molto vive fino a pochi decenni or sono e che dopo un periodo di forte ridimensionamento, almeno nell’ambito ambrosiano, conoscono or un modesto, ma significativo recupero, pur con varianti legate alle nuove dinamiche sociali.
Le Confraternite sono un primo eclatante esempio, dopo tanti secoli, di rappresentatività e forza laica all’interno dell’organizzazione ecclesiale, queste associazioni hanno funzionato, fin dal loro sorgere in età comunale, come formidabile amalgama umana e sociale per un servizio devozionale e caritativo, anticipando così dimensioni ed esigenze popolari, solo successivamente, dal XIX secolo in avanti, fatte proprie dalla Chiesa ed anche dai nascenti Stati.
«Gli scopi che si proponevano erano, oltre che in genere l’esercizio di queste pratiche e delle virtù cristiane, l’assistenza ai confratelli infermi, i suffragi ed i funerali ai defunti, i soccorsi ai poveri anche estranei, la dotazione di donzelle. Nelle adunanze si cantavano spesso laudi sacre in volgare (Compagnie, di laudesi), talvolta a dialogo, ed in certi giorni si tenevano anche sacre rappresentazioni a edificazione del popolo. Altre volte i confratelli si assumevano il compito di raccogliere elemosine per qualche straordinario bisogno o di assistere i condannati a morte o i carcerati)» (Enciclopedia Cattolica).
Confraternite dei Disciplini, del SS. Sacramento, del Rosario, confraternite intitolate a vari patroni, alla Vergine Maria, all’Assunta, alla buona morte, (etc.) possedevano capitali, amministravano legati, distribuivano doti ed elemosine, erano ricche di paramenti sacri e biancheria, facevano celebrare con gran pompa la festa del santo titolare e l’ufficio per i defunti.
Pur nella diversificata attività e contenuto idealistico queste associazioni avevano la stessa sostanza umana e le medesime finalità: garantirsi l’assistenza di un santo, della Vergine, per superare positivamente le prove quotidiane, in particolare quelle della malattia, della morte e dell’aldilà, assicurarsi una rete di solidarietà negli immancabili momenti di bisogno. I confratelli erano tenuti a rispettare un codice religioso più esigente di quello seguito dalla massa. Fino ad un secolo fa, prima della comparsa dei gruppi politici, sportivi, culturali e di ogni altro genere che costellano la società attuale, le Confraternite hanno praticamente costituito l’unica esperienza di socialità di massa (la partecipazione era pressoché totale, sia nell’ambito maschile, che femminile).
Queste associazioni, contemplate ancor oggi nei canoni 298 – 329 del codice di diritto canonico, pur esistendo ed operando quasi sempre all’interno delle strutture parrocchiali, santuari, (etc.) si sono caratterizzate per l’autonomia della loro gestione amministrativa, possedendo, a volte, beni mobili ed immobili superiori all’ente ecclesiastico locale ed hanno così prodotto, non di rado, un vero e proprio archivio indipendente.
Per le più importanti ed autonome è consigliabile valutare attentamente, nel rispetto del processo storico, la configurazione di archivio aggregato o, in subordine, di fondo aggregato.
Per quelle, invece, e sono la maggior parte, che sono sorte ed hanno operato nell’ambito dell’istituzione parrocchiale, con evidenti elementi di dipendenza, conviene configurare i loro archivi nell’ambito titolare dell’associazionismo laico, unitamente ad altre tipologie di associazionismo più sociale e culturale, distinguendoli in sottotitoli (cfr. indicazioni Associazione Archivistica Ecclesiastica).
Ecco ora, succintamente, un quadro riassuntivo delle associazioni laiche religiose presenti a Paderno Dugnano alla fine del XIX secolo (dati recuperati negli archivi parrocchiali locali):

Cassina Amata
– Confraternita del SS. Sacramento, fondata nel 1670: 118 confratelli e 215 consorelle.
– Pia unione delle figlie di Maria: 70 iscritte.

Dugnano
– Confraternita del SS. Sacramento, fondata nel 157 dal card. Carlo Borromeo: 215 confratelli e 652 consorelle.

Paderno
– Confraternita del SS. Sacramento, fondata nel 1579 dal card. Carlo Borromeo: 210 confratelli e 409 consorelle. Con l’obbligo di provvedere, a metà con la fabbriceria, alla festa delle SS. 40 ore, ottava del Corpus Domini e novena di Natale. Con l’obbligo, in esclusiva, per i funerali degli iscritti, per n. 3 uffici da morto, Santa Messa in canto, triduo e festa solenne del S. Rosario.
– Confraternita del S. Rosario, eretta nel 1663.

Palazzolo
– Confraternita del SS. Sacramento, fondata l’11 luglio 1579 dal card. Carlo Borromeo: 165 confratelli e 307 consorelle.
– Pia unione delle figlie di Maria, diretta dalle pie signore della Guastalla: 153 iscritte.
– Pia unione dei Luigini: 50 iscritti.
– Compagnia della Madonna del Carmine: 300 iscritti.
– Consorzio della Beata Vergine Addolorata:190 iscritti.
– Pia unione della sacra infanzia: 75 iscritti.
– Consorzio della guardia d’onore al S. Cuore di Gesù: 200 iscritti.
– Pia unione della sacra famiglia: 150 famiglie iscritte (pari al 55% dell’intera popolazione).