
Attraverso i vari racconti che ne hanno riproposto la straordinaria vicenda, la monaca di Monza è diventata un personaggio universale, letterario e teatrale, contemporaneo a tutte le
epoche attraversate. Ancora oggi la sua storia parla al presente e sarà riproposta in uno spettacolo teatrale di Gian Luca Favetto con Lilli Biancamaria Valcepina, che andrà in scena venerdì 28 febbraio alle 19.30 al Centro Asteria di Milano.
Lo spettacolo
Partendo dalle pagine di Alessandro Manzoni e dagli atti del processo che sconvolse Monza agli inizi del Seicento, lo spettacolo coglie Marianna Maria Virginia De Leyva Marino,
conosciuta anche come Gertrude, nelle sue evidenti contraddizioni. Dunque chi è la Monaca di Monza? È una persona e un personaggio, figlia del conte Martino
de Leyva, di Alessandro Manzoni e del nostro immaginario. È, dunque, Marianna, Virginia e anche Maria e poi Gertrude. È bambina, fanciulla, conversa, suora, amante, beata e libertina.
È una sola moltitudine.
La sua identità è sbriciolata in più destini. Soltanto la parola può riunire la famiglia di personalità che la abita. E lei è anche Lilli, che indossa le differenti maschere, le fa
incontrare in scena, le incarna e le rivela, le ascolta e dà loro voce.
Attraverso l’attrice, la Monaca di Monza si presenta e rappresenta. Fa propri i racconti altrui.
Discute con se stessa, si confessa. Cerca di capire, di capirsi. Ricuce insieme le sue anime di
bambina, orfana, ribelle, penitente, in un unico cuore, un’unica voce.
È così che riunisce in un solo tempo – il tempo del teatro, che è quello della condivisione – passato, presente e futuro, letteratura e vita, immaginazione ed esperienza reale, cronaca e leggenda. È così che diventa “lamonacadimonza”, specchio delle nostre ferite.
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