Castellaro Lagusello rappresenta davvero un piccolo, grande miracolo nel panorama lombardo e, più in generale, italiano.
Scampato alle speculazioni edilizie, prodigiosamente salvatosi dal degrado ambientale, il suo territorio si presenta pressoché intatto, un’oasi naturale in cui l’uomo prosegue oggi le sue attività di sempre nel rispetto della fauna e della flora locale. Quella di Castellaro Lagusello, insomma, anche da un punto di vista naturalistico, è un’area protetta di oltre centotrenta ettari: non molto, forse, ma quel che basta a preservare tutta la bellezza di questi luoghi.
La riserva occupa una conca intermorenica situata nella parte collinosa dell’anfiteatro morenico del Garda, e costituisce un ambiente antropico-naturale di estremo interesse, sia dal punto di vista paesaggistico, sia da quello storico-archeologico.
Il lago di Castellaro èuno degli ultimi rimasti nell’area collinare mantovana. Formatosi alla fine dell’ultima glaciazione, era originariamente molto più grande, riducendosi poi per cause naturali, ma anche per l’intervento dell’uomo: sulle sue rive, circondate da una zona torbosa, sorge un bosco di ontani.
Roverella e carpino nero si profilano invece sui versanti collinari. Ma la specie di maggior interesse di questa riserva è senza dubbio il «Fior di ragno», pregiata orchidea di dimensioni lillipuziane.
Tra le oltre cinquanta specie di uccelli nidificanti in quest’oasi mantovana troviamo negli ambienti umidi lo svasso maggiore, il martin pescatore, il pendolino e la cannaiola verdognola, mentre nei boschi e nei prati aridi di collina si possono osservare la ghiandaia, il pettirosso, il canapino e la cinciarella.
La riserva è frequentata inoltre da uccelli migratori, quali l’airone, il tarabusino e la garzetta. Attenzione, infine, a un raro anfibio endemico della pianura padana: la simpatica, vivacissima rana di lataste.