testo e foto di Luca Frigerio
Un grosso masso, irregolare, scabro, e tuttavia levigato dal tempo. Sulla sua superficie, due piccole croci, incise con perizia, scavate con pazienza. Nient’altro. Un monumento funerario, probabilmente. Imponente quanto semplice. Ma di chi? E quando? Non un nome, non una data. La curiosità rimane insoddisfatta, le domande non trovano risposta. E allora lavora la fantasia, si muove l’immaginazione, e anche senza volerlo si pensa magari ad antichi cavalieri in armatura, ad eremiti spirati in odore di santità, a penitenti vaganti in cerca di espiazione…
Siamo a Spinone sul Lago, in provincia di Bergamo. Il lago è quello d’Endine, animato specchio d’acqua lungo la Val Cavallina, morenica reliquia di glaciali memorie. La chiesa è quella di San Pietro in Vincoli, piccola gemma di forme romaniche, fatta di pietre, immersa nel verde, abbracciata dagli alberi. Discosta dal paese, ritirata in solitudine. Anche se una volta il suo isolamento era certo più evidente: oggi la statale che la divide dal lago, affollata com’è, non sempre è di gradita compagnia… All’interno, tuttavia, avvolti dalla spesse mura, protetti dalle grandi travi a vista, si ritrova tutta la pace desiderata. È bella, questa modesta, preziosa chiesa dedicata al principe degli apostoli. Ha una rustica armonia, un ruvido equilibrio che si riverbera da una parete all’altra, dal portale all’altare.
Tutto è semplice, tutto è piano, tutto è chiaro. Il masso segnato dalle due croci che tanto ci affascina giace interrato in quella che fu l’abside del tempio originario, e che oggi invece appare come un lato arcuato dell’edificio. Bisogna spiegare, e, per il visitatore, continuare a immaginare.
Perché la chiesa, all’inizio, probabilmente attorno al Mille, forse ancora prima, fu innalzata lungo l’asse più canonico e consueto, con il presbiterio volto a Oriente, verso il lago. Allora dovette sorgere come cappella cimiteriale, come semplice mausoleo di una distinta famiglia del luogo, che aveva i mezzi e l’autorità per farlo: attorno le tombe degli abitanti della medievale Spinone, dentro quelle dei maggiorenti.