Nel cortile del maniero occhieggiano un gruppo di simpatici gnomi. Uomini d’arme nella loro tronfia vanagloria, ma dalle dimensioni lillipuziane. Dame di tutto punto vestite, ma deformi nei loro grugni beluini… Un settecentesco divertissement a sfondo moralistico, teso a raffigurare i vizi e le virtù, con maggior passione per la resa dei primi.
Dalla rocca, come dicevamo, lo sguardo arriva d’infilata alla facciata della parrocchiale dedicata ai Santi Nazaro e Celso. Macchine permettendo, ovviamente.
Un tempio dalle dimensioni impressionanti, che paiono perfino eccessive in rapporto al contesto. Abbattuta l’antica, la nuova chiesa fu costruita a partire dal 1762, e consacrata vent’anni più tardi, anche se in realtà i lavori dovettero proseguire fino alla metà dell’Ottocento.
All’interno molte opere dell’epoca, ma anche tele e oggetti di più antica data, recuperati dalla precedente parrocchiale e da diversi sacri edifici del territorio. A una grande chiesa, si saranno detti gli urgnanesi, occorre un grande campanile. Ed ecco allora affidarsi l’incarico a uno dei più noti architetti del primo Ottocento lombardo, quel Luigi Cagnola che aveva già trasformato Milano secondo i dettami di Napoleone e del gusto neoclassico.
Per Urgnano, Cagnola progetta una torre di oltre cinquanta metri d’altezza, “faro” religioso e civico ad un tempo, sorretto da sedici statue di santi e coronato da cariatidi che sembrano vegliare su tutto e su tutti. E la gente di qui ne va fiera, soprattutto ora, dopo i recenti restauri.
Fuori l’abitato di Urgnano, verso le rive del fiume Serio, sorge ancora pressochè isolato tra i campi il bel santuario della Basella. Qui, nell’aprile del 1356, una giovane, disperata per la perdita dei suoi ortaggi a causa del gelo, fu rincuorata dall’apparizione della Vergine: prodigio di contadina semplicità, che fa quasi sorridere, e allo stesso tempo commuovere…
Bello l’esterno della chiesa, con la gotica facciata lombarda alleggerita da tre rosoni, il cuspidato campanile e il piccolo chiostro appartato. Meno suggestivo l’interno, guastato dai troppi interventi. E tuttavia non mancano le gemme preziose, come l’affresco quattrocentesco dell’apparizione, o una bella Madonna col Bambino del XVI secolo.
E state tranquilli: per raggiugere Santa Maria della Basella non vi occorrerà una mongolfiera. Da Urgnano, una breve passeggiata in bicletta, o qualche minuto di macchina, saranno più che sufficienti.