Nella religione cristiana è tutta l’arte, intesa come frutto dell’anima e della creatività dell’uomo-credente, ad esprimere la lode di Dio. Questo compito, nel Duomo, non è affidato solo all’architettura, alla scultura e alle vetrate che vi profondono tesori di inventiva, di intuizioni felici, di tecniche ardite e raffinate, ma anche alla musica che, per essere fonte di astrazione, di ritmi, di chiaro-scuri e per la sua capacità di essere sostegno alla vera contemplazione, meglio riassume e sublima le altre arti per le quali il Duomo va famoso nel mondo.
Custode e allo stesso tempo produttrice del patrimonio musicale del Duomo è la sua Cappella Musicale. Essa è la continuazione dei pueri cantores istituiti da S.Ambrogio e della schola cantorum, della quale si interessò nel sec. XI particolarmente l’Arcivescovo Ariberto da Intimiano; divenne in seguito la scuola della nuova arte musicale per opera di Matteo da Perugia (1402) e poi di Franchino Gaffurio. In questa scuola, i Pueri ricevevano formazione umanistico – musicale.
Il Gaffurio, insigne teorico e compositore, raccolse in quattro codici, custoditi nell’Archivio della Veneranda Fabbrica, musiche sue e dei migliori artisti del Rinascimento europeo. Attraverso i secoli, la Cappella del Duomo contò maestri eminenti, tra cui Donati, Fioroni, Michelangelo Grancino, Sarti, Zingarelli, Neri, Gallignani, Salvatore Gallotti e negli ultimi quarantanni del XX secolo monsignor Luciano Migliavacca.
Il corpo dei cantori è formato da 20 voci virili e da 40 voci puerili. I “Fanciulli Cantori del Duomo” sono costituiti in comunità e – in una bella e funzionale sede nel cuore di Milano – abbinano quotidianamente la teoria e la pratica musicale con i doveri di studio nella loro propria scuola, riconosciuta dallo Stato, per le sue finalità e peculiarità.
La Cappella condecora tutte le messe capitolari festive delle ore 11 e altre funzioni nelle festività più importanti.