La nuova “carta costituzionale” lombarda, che sostituirà quella in vigore da 35 anni, si compone di 9 titoli per complessivi 81 articoli e prevede il coinvolgimento di tutti i soggetti vitali che operano nel tessuto regionale. Si comincia con indicare gli obiettivi cui la Lombardia intende orientare la propria azione, e cioè lo sviluppo e la promozione di alcune politiche fondamentali, quali il diritto al lavoro e all’occupazione, il riconoscimento e la valorizzazione delle identità culturali, il diritto al godimento dei servizi primari quali l’abitazione, la salute, l’istruzione e la sicurezza sociale, il sostegno alla famiglia, la tutela dell’ambiente, delle risorse naturali e del paesaggio, per finire con le politiche volte allo sviluppo del sistema produttivo lombardo e alla valorizzazione dello spirito imprenditoriale della sua popolazione. Questa prima bozza si muove nel solco delle indicazioni emerse da un recente convegno organizzato a Milano dall’Osservatorio giuridico legislativo regionale, l’organismo promosso dalla Conferenza episcopale lombarda (Cel) al fine di seguire l’attività di produzione legislativa e amministrativa del Pirellone.
di Saverio Clementi
Sarà il “principio di sussidiarietà” a caratterizzare il nuovo Statuto della Regione Lombardia. La prima bozza è da qualche giorno all’esame della Commissione Statuto presieduta da Giuseppe Adamoli e, salvo incidenti di percorso, dovrebbe tagliare il traguardo dell’approvazione entro la prossima primavera.
La nuova “carta costituzionale” lombarda, che sostituirà quella in vigore da 35 anni, si compone di 9 titoli per complessivi 81 articoli e prevede il coinvolgimento di tutti i soggetti vitali che operano nel tessuto regionale.
Si comincia con indicare gli obiettivi cui la Lombardia intende orientare la propria azione, e cioè lo sviluppo e la promozione di alcune politiche fondamentali, quali il diritto al lavoro e all’occupazione, il riconoscimento e la valorizzazione delle identità culturali, il diritto al godimento dei servizi primari quali l’abitazione, la salute, l’istruzione e la sicurezza sociale, il sostegno alla famiglia, la tutela dell’ambiente, delle risorse naturali e del paesaggio, per finire con le politiche volte allo sviluppo del sistema produttivo lombardo e alla valorizzazione dello spirito imprenditoriale della sua popolazione.
L’intero Titolo V è dedicato alle forme di partecipazione e si individuano le strutture della solidarietà. La novità più significativa è l’introduzione del Consiglio delle autonomie locali (Cal), un organo definito di “alta consulenza” che rappresenta tutto il sistema delle autonomie territoriali, funzionali e sociali. Il suo compito sarà quello di esprimere pareri sui progetti di legge e su tutti gli atti adottati dalla Regione.
Questa prima bozza si muove nel solco delle indicazioni emerse da un recente convegno organizzato a Milano dall’Osservatorio giuridico legislativo regionale, l’organismo promosso dalla Conferenza episcopale lombarda (Cel) al fine di seguire l’attività di produzione legislativa e amministrativa del Pirellone.
Il convegno aveva affrontato i temi della libertà religiosa e della sussidiarietà e della loro declinazione all’interno del nuovo Statuto regionale. Problemi oggi contrassegnati da una crescente pluralità di fedi e di comunità religiose che operano anche nello spazio pubblico, ma che non possono essere equiparate alle altre formazioni sociali.
Monsignor Giuseppe Merisi, vescovo di Lodi e incaricato per i rapporti tra Cel e Regione Lombardia, sottolinea l’importanza di «coniugare sempre autonomia e collaborazione nei rapporti tra confessioni religiose e Regione, nel rispetto di una laicità e di una feconda articolazione tra sussidiarietà e solidarietà convergenti nella ricerca del bene comune».
Concetti fatti propri dal presidente Giuseppe Adamoli che individua negli articoli della Costituzione italiana l’unico contesto entro cui poter inquadrare tali rapporti. «Diverso», aggiunge, «è invece il tema della sussidiarietà. Lo Statuto determina spazi ben precisi affinché i vari soggetti sociali possano partecipare a pieno titolo alle attività regionali. E’ questo l’asse portante del nuovo testo. La grandezza della nostra Regione e la sua identità dipendono anche, se non soprattutto, dalle proprie autonomie sociali e religiose, che hanno permesso alla Lombardia di raggiungere risultati importanti in tutti i campi. E’ per questo motivo che non è pensabile di poter ignorare il peso storico del sentimento religioso della gente lombarda».