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Il Duomo di Milano, la storia

11 Marzo 2003

I primordi
Sull’area occupata dal Duomo e dalla sua piazza, dall’epoca romana fino a quella viscontea, erano sorte ed esistevano, tra i vari edifici sacri cristiani, queste più significative presenze: la basilica Vetus (III sec. d.C. ?), citata da S. Ambrogio, alla quale apparteneva la vasca battesimale di S. Stefano alla Fonti, ritrovata sotto la sacrestia settentrionale del Duomo; la prima cattedrale milanese, dedicata poi a S. Tecla, risalente al terzo-quarto decennio del sec. IV e chiamata basilica nova o major e poi divenuta la basilica aestiva; il battistero ottagonale di S. Giovanni alle Fonti, a ridosso dell’abside di S. Tecla, costruito da S. Ambrogio; la seconda cattedrale milanese, dedicata a S. Maria Maggiore, nella zona ora occupata dalla navata centrale del Duomo, consacrata nell’836, divenuta poi la basilica hjemalis.

E’ in questo suolo, da più di mille anni consacrato al culto cristiano, che dal 1386 il Duomo affonda le proprie radici storiche, spirituali e architettoniche. La nuova cattedrale venne avviata, per iniziativa dell’arcivescovo Antonio da Saluzzo e con il consenso del signore di Milano, Gian Galeazzo Visconti, secondo i criteri costruttivi del gotico padano in cotto, ma su un progetto planimetrico grandioso, quale è giunto a noi. A questa fase iniziale risalgono buona parte della sacrestia settentrionale, del muro semiottagonale dell’abside e dell’impianto murario della sacrestia meridionale.

Fu solo nella seconda metà dell’anno successivo che il Visconti determinò il nuovo assetto stilistico-costruttivo del Duomo, assegnandogli quella specificità e unicità che lo avrebbe portato ad essere lo status symbol della propria Signoria, divenuta ormai una realtà politica, economica e culturale di grande rilievo e in espansione sul territorio della penisola, tanto da essere elevata a Ducato nel 1395 dall’imperatore Arrigo VII. Questa svolta decisiva derivò dal voler imprimere al Duomo un carattere affatto nuovo nel panorama del gotico italiano, degno di rappresentare la potenza della casata viscontea, ormai in grado di competere con molti dei regni e dei principati esistenti nelle terre franco-germaniche.
Continua…