Link: https://www.chiesadimilano.it/senza-categoria/voi-mi-chiamate-il-maestro-e-il-signore-e-dite-bene-gv-131-17-2797709.html
Share

Voi mi chiamate il Maestro e il Signore e dite bene … (Gv 13,1-17)

Incontri per animatori liturgici 2024 "La liturgia … ci prende per mano … per condurci dentro il mistero" - Osnago, Cinema Teatro Sironi – 2 marzo 2024

2 Marzo 2024

Come si entra nella dimora del mistero?
Il mistero non è il castello inaccessibile dove abita l’incomprensibile, ma la dimora accogliente in cui risplende la gloria di Dio. Gesù sa che il Padre gli ha dato tutto tra le mani e compie la sua missione: rende partecipi i suoi discepoli di quello che il Padre gli ha dato.
Dunque sarebbe bello trovare le porte per accedere nella dimora della gloria di Dio.

1. C’è la porta dello sconcerto: il soprassalto di Simon Pietro.

Gesù compie un gesto sconcertante: lava i piedi ai suoi discepoli. Nella celebrazione Gesù offre in questo momento il gesto imbarazzante per Simon Pietro e per noi. La ripetizione ordinaria finisce per rendere assuefatti e perciò lasciarsi lavare i piedi come se fosse ovvio che il Maestro e il Signore tratti così i suoi commensali. Non si può entrare nella dimora del mistero se non si passa dalla porta dello sconcerto, quel passaggio in cui quello che si è vissuto come abitudine scontata diventa un soprassalto. Tu lavi i piedi a me?

 

2. C’è la porta della resa: Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo.

Il rimprovero di Gesù convince Simon Pietro ad arrendersi. Forse aveva la convinzione di dover fare qualche cosa per il Maestro e il Signore, invece si rende conto che deve arrendersi a quello che il Signore vuole fare.
Per entrare nel mistero è necessario arrendersi, vincere la presunzione di essere importanti, capaci, autorevoli, riconosciuti e diventare docili, lasciarsi fare, correggersi e diventare docili.

 

3. C’è la porta dell’ascolto: sedette di nuovo e disse loro: capite quello che vi ho fatto?

 I segni, i gesti sono enigmatici e i pregiudizi, le consuetudini, la superficialità può indurre a interpretazioni troppo scontate: non si entra nella casa del mistero per un istinto cieco. s’è però la parola del Maestro che spiega, che aiuta interpretare.
È necessario quindi un ascolto intelligente, certo semplice e senza astruse elucubrazioni, ma pensoso, paziente.

 

4. C’è la via della imitazione: Vi ho dato l’esempio infatti perché anche voi facciate come io ho fatto a voi.

Si può arrivare fino alla sala interna seguendo il Maestro e il Signore, cercando di imparare da lui lo stile della casa. L’imitazione che è proposta è la sollecitudine verso gli altri, è la dedicazione al servizio da schiavo. Non è in evidenza il mistero di Dio: forse suggerisce che praticando le opere di sollecitudine verso gli altri si riconosce una via per accedere al compimento della rivelazione di Dio.

Ci sono dunque quattro porte. Si discute se si tratti di quattro porte aperte sui quattro lati della casa, a settentrione, a mezzogiorno, a oriente, a occidente, oppure se l’ingresso nella casa sia per una sola porta e poi per arrivare al cuore si debbano compiere i quattro passaggi.
La discussione è molto interessante, ma forse possono dare la risposta coloro che già si sono avviati.