Su quello spuntone di roccia calcarea da cui si gode un panorama spettacolare tra lago, cielo e natura aperta, era arrivato molte volte. Piaceva al cardinale Carlo Maria Martini trascorrervi qualche giorno di riflessione e riposo personale, come avvenne nel 1983, dopo la visita a Milano di San Giovanni Paolo II, ma soprattutto, gli era caro predicare, presso l’Eremo di Montecastello a Tignale – perché di questo si parla -, gli esercizi spirituali. Un momento privilegiato per colui che sarebbe diventato studioso insigne della Parola di Dio, maestro della Lectio divina, indimenticato e indimenticabile Arcivescovo di Milano. E al cardinale Martini si è deciso, infatti, di intitolare proprio la Casa di spiritualità di Montecastello, con un’iniziativa che ha trovato immediatamente il plauso di tutti i Vescovi lombardi che, a Tignale, ogni due anni vivono, tra le mura dell’Eremo, i loro esercizi spirituali.
«Fino a venerdì 4 luglio tutta la Conferenza episcopale lombarda (Cel) è qui riunita – spiega monsignor Mario Delpini, Vicario generale della Diocesi di Milano, che è anche segretario della Cel -. A conclusione di questo corso di Esercizi, venerdì 4 luglio, dopo la celebrazione eucaristica presieduta dal metropolita, il cardinale Angelo Scola, si svolgerà la semplice liturgia della Dedicazione della Casa, con la preghiera recitata dal vescovo di Brescia, monsignor Luciano Monari, e seguita dall’aspersione di un altorilievo in rame appositamente realizzato».
Come si è giunti a questa scelta?
Il direttore della Comunità, don Dino Capra, si è fatto promotore dell’iniziativa che ha subito trovato l’appoggio del vescovo di Brescia (l’Eremo appartiene al territorio della Diocesi bresciana) e della Chiesa di Milano, nella persona del cardinale Scola. Sarà un’occasione rilevante per ricordare il cardinale Martini che, durante il suo episcopato, scelse l’Eremo di Montecastello per predicare gli Esercizi ai Vescovi lombardi, a partire dal settembre 1982 fino all’ultimo Corso tenuto, come Arcivescovo di Milano, dal 30 giugno al 5 luglio 2002, a nemmeno una settimana della nomina del successore, cardinale Dionigi Tettamanzi. Anche, quattro anni dopo, nel 2006, aveva programmato una predicazione, che però non poté realizzare a causa della malattia.
Martini, uomo di Dio e «discepolo della Parola», ne sarebbe stato felice…
Penso proprio di sì. Camminava volentieri in montagna, ammirando il Creato, pregava. E, poi, “ignazianamente”, gli esercizi spirituali sono sempre stati, fin dalla giovinezza, fondamentali per lui. In un luogo che vide più volte la presenza concreta del Cardinale, richiameremo così, attraverso il suo nome, la passione spirituale per la riflessione e il discernimento della Scrittura e dei Padri della Chiesa.
È bello anche che questa Casa sia stata voluta da un laico, Pierino Ebranati, impegnato nell’Azione cattolica e nella società. È la storia del cattolicesimo lombardo che continua?
Sì. Nel volume dedicato all’Eremo, che verrà presentato per l’intitolazione, si ripercorre una vicenda, nella quale Martini, pur piemontese, si inserisce perfettamente. Penso, ad esempio, alle immagini che documentano le visite del cardinale Giovanni Battista Montini (negli anni dell’episcopato milanese, ndr) a Montecastello. E mi pare altrettanto significativo che monsignor Renato Corti, Vecovo emerito di Novara, che predicherà gli Esercizi di questi giorni, abbia scelto come testi- guida, brani di Vescovi Padri della Chiesa, come Ambrogio, Agostino, Giovanni Crisostomo, Basilio. Come scriveva il cardinale Martini, gli Esercizi sono davvero «un cammino verso l’autenticità, perché ci fanno scoprire chi siamo veramente: davanti a noi, davanti agli altri, davanti a Dio».