Domenica 21 giugno il cardinale Angelo Scola si recherà a Vanzago (Milano), dove alle 10 celebrerà la Messa nella parrocchia dei Santi Ippolito e Cassiano (via Pregnana), alla quale appartengono tra l’altro i ragazzi che lo scorso 24 maggio hanno ricevuto la cresima in Duomo a Milano dallo stesso Arcivescovo.
«L’occasione della visita dell’Arcivescovo è la dedicazione del nuovo altare – spiega il parroco, don Antonino Martelozzo -. La nostra chiesa, infatti, è rimasta chiusa per due anni e mezzo, durante i quali ha subìto un restauro e una ristrutturazione generale. Durante questi interventi sono anche cambiati i poli liturgici. Per questo abbiamo chiesto al Cardinale di venire a dedicare l’altare maggiore. L’incontro con Scola sarà per noi anche l’occasione per parlare con lui del cammino che stiamo facendo per diventare Comunità pastorale con la frazione di Mantegazza Rogorotto: da diversi anni siamo stati inviatati a intraprendere questo percorso per sentirci Chiesa viva nel nostro territorio. Questo è il senso della venuta dell’Arcivescovo: confermarci nella missionarietà e aiutarci nel cammino verso la creazione della Comunità pastorale».
Come vi siete preparati per questo momento?
Venerdì scorso il cerimoniere monsignor Claudio Fontana è venuto a tenere una catechesi in preparazione all’evento. Ci ha aiutato a riflettere sull’importanza di mettere l’Eucaristia al centro della comunità. Per questa visita abbiamo cercato di coinvolgere le associazioni presenti sul territorio, oltre che la comunità cristiana, con un’informazione capillare. Certo, siamo nel periodo semi-estivo e non abbiamo potuto fare molto altro.
Quali sono le caratteristiche del vostro paese?
Negli ultimi tre anni la popolazione è raddoppiata e abbiamo raggiunto il numero di 11.600 abitanti. Siamo il classico paese immerso in mezzo al verde, comodo anche per chi non ha l’auto: qui infatti passa ogni mezz’ora il treno suburbano che collega rapidamente con Milano e Varese e le persone possono muoversi con facilità. C’è un problema di integrazione delle famiglie: è importante dare testimonianza di unità nella fede per accogliere chi arriva dai paesi limitrofi, come Rho, Pregnana e Pogliana. Abbiamo un numero alto di battesimi, una decina al mese, contro i tre o quattro dei paesi vicini. Tutto questo ha un risvolto molto importante sul fronte della missionarietà su tutto il territorio, che ci porta a riflettere sulla necessità di aprirci coinvolgendo il vecchio e il nuovo.
La crisi economica si è sentita molto da voi?
Sì, si sente soprattutto in ambito giovanile. Anche i ragazzi che riescono a laurearsi fanno molta fatica a trovare un’occupazione. Qualcosa sembra che si stia muovendo. Certo, per loro non è facile, perché una volta si andava in pensione prima e chi usciva dal mondo del lavoro lasciava il posto libero ai più giovani. Oggi la realtà è cambiata, l’età pensionabile si è alzata: lo notiamo anche dal fatto che i volontari pensionati sono diminuiti. La crisi si sente molto anche nelle famiglie monoreddito. Per far fronte a questi problemi è attiva soprattutto la Caritas, che distribuisce più di cento borse spesa e capi di abbigliamento a chi ne ha più bisogno.
Immigrati: com’è la situazione?
Ci sono, si vedono, ma sono molto integrati e lavorano. Le nazionalità più presenti sono quella peruviana e marocchina. Ci sono poi alcune situazioni di emergenza, ma comunque in via di soluzione.
Gli anziani sono molti?
Qui da noi c’è una casa di riposo che ne ospita 136, a cui il Cardinale farà visita. Abbiamo inoltre un centro solidarietà anziani, che prevede intrattenimenti ludici e spirituali: si organizzano spesso gite, balli, compleanni. Mentre sia in Avvento, sia in Quaresima, tengo una catechesi in preparazione al Natale e alla Pasqua.