“Mi ha sempre colpito la capacità del card. Martini di rileggere le vicende dell’Europa, le preoccupazioni dei popoli e delle singole persone con la Parola di Dio. Era il suo carisma più importante: con la Scrittura portava luce. L’Europa ha ora un nuovo intercessore che la custodisce dall’alto”. È il ricordo che mons. Aldo Giordano, osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa, serba del card. Carlo Maria Martini. Maria Chiara Biagioni ha chiesto a mons. Giordano di tracciare la “dimensione europea” ed ecumenica dell’arcivescovo che dal 1986 al 1993 è stato presidente del Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa (Ccee).
Quali avvenimenti dei vescovi europei hanno visto il card. Martini come protagonista?
L’agenda del card. Martini presidente del Ccee è stata molto ricca. Sono gli anni della grande svolta europea legata alla caduta del muro di Berlino del 1989. Il 30 aprile-2 maggio 1990 il cardinale presiede un primo incontro dei vescovi dell’Europa centrale e orientale, a Vienna, con il tema: “Il Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi”. È un momento storico. Si tratta di approfondire la conoscenza, di superare sospetti, di trovare strade di comunione e collaborazione tra Chiese e comunità prima costrette a vivere separate. Arriverà la tragedia dei Balcani e il card. Martini sarà attivo per cercare strade di riconciliazione e di pace, soprattutto a livello ecumenico. I temi pastorali che toccano in profondità l’esistere delle persona gli stavano a cuore. Egli ha presieduto nel 1989 un Simposio di vescovi europei su un tema di particolare attualità: “L’atteggiamento odierno di fronte la nascita e la morte”. Ma sono innumerevoli gli incontri europei che lo hanno visto guida e maestro sui diversi temi pastorali: catechesi, mezzi di comunicazione, vocazioni, migrazioni, dialogo tra le religioni, ruolo dei laici nella Chiesa… Egli ha anche sempre cercato la collaborazione con gli episcopati degli altri continenti, convinto dell’importanza della “cattolicità” della Chiesa.
Quali sono le idee portanti del card. Martini sulla costruzione della nuova Europa?
Come risposta desidero citare alcune affermazioni del card. Martini riguardo ai tratti del volto della “nuova Europa”, espresse il 28 gennaio 2002, intervenendo a un convegno sull’Europa dell’Università Bocconi di Milano. “La meta da raggiungere in questo vasto e articolato processo è quella di un’Europa intera, che torni pienamente a respirare con i suoi ‘due polmoni’, quello della cultura, tradizione e spiritualità orientale e quello della cultura, tradizione e spiritualità occidentale… Quella da edificare per l’oggi e per il futuro è, inoltre, un’Europa che sappia presentarsi, interpretarsi e realizzarsi come una ‘famiglia di nazioni’ aperta agli altri Continenti e coinvolta nell’attuale processo di globalizzazione mondiale”. Il Cardinale parlava poi di una ‘Europa dello spirito’, nella quale vengano riscoperti e riproposti per l’oggi i valori che l’hanno modellata lungo tutta la sua storia: la dignità della persona umana; il carattere sacro della vita; il ruolo centrale della famiglia; l’importanza dell’istruzione; la libertà di pensiero, di parola e di professione delle proprie convinzioni o della propria religione; la tutela legale degli individui e dei gruppi; la collaborazione di tutti per il bene comune; il lavoro come bene personale e sociale; l’autorità dello Stato, sottoposta alla legge e alla ragione e ‘limitata’ dai diritti della persona e dei popoli. Ribadiva pertanto la necessità di “ritornare, con fedeltà creativa, a quelle radici cristiane che hanno positivamente segnato la storia europea”. “Un nuovo serio confronto dell’Europa con il Vangelo e con i valori da esso proposti – diceva – è la carta da giocare con fiducia”.
Il card. Martini ha anche avuto particolarmente a cuore il cammino ecumenico in Europa. Quali avvenimenti e contenuti ricorda?
Insieme al metropolita Alexi II – poi patriarca della Chiesa ortodossa di Mosca e di tutte le Russie – il card. Martini ha presieduto la prima Assemblea ecumenica europea che si è tenuta dal 15 al 21 maggio 1989 a Basilea col titolo: “Pace nella giustizia”, organizzata dal Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) e dalla Conferenza delle Chiese europee (Kek), l’organismo europeo che riunisce più di 120 Chiese e comunità nate dalla Riforma e ortodosse. L’Assemblea di Basilea, con 700 delegati ufficiali di ogni Paese e ogni tradizione cristiana, è stata un segno profetico nel cammino delle Chiese e dell’Europa: dopo secoli, è stato il primo appuntamento in cui le Chiese di tutta Europa si sono riunite con fiducia per comprendere la propria comune vocazione di fronte agli scenari del mondo contemporaneo. Seguiranno due altre Assemblee ecumeniche europee: a Graz (Austria) nel 1997 e a Sibiu (Romania) nel 2007. Anche a Graz il patriarca Alexi II e il card. Martini erano presenti, testimoniando la loro amicizia anche personale. Per l’ecumenismo il card. Martini ha creduto nei rapporti personali e nel ritornare alla base comune della Sacra Scrittura per ritrovare l’unità.