1. Entrare nella lentezza
La nivola sale lentamente, scende lentamente, lo sguardo è attratto dall’evento che si ripete una volta sola all’anno. Intanto che si guarda pensieri vanno e vengono, distrazioni, preghiere, curiosità, domande.
La nivola sale lentamente, scende lentamente.
Ecco: la lentezza è una grammatica del celebrare. La lentezza, così estranea forse alle abitudini di oggi, è una pratica necessaria perché si possa apprezzare il segno.
Stare a guardare è un esercizio che può aiutare a rendere più intensa la partecipazione, più acuto il pensiero, più viva l’attesa. Stare a guardare rende più profonda la compassione, più forte la fede, più acuto il dolore. La madre e il discepolo amato stavano sotto la croce. Stavano. Stavano in piedi. Stavano a lungo.
Gli eventi segnano l’anima anche per la loro durata.
2. L’incompiuto attende il compimento
La devozione popolare ha messo in evidenza lo strazio della Madre addolorata. Ha insistito sul dolore, sulla spada che trafigge l’anima di Maria. Ha proiettato il sentire umano, immaginando che cosa possa provare una mamma mentre assiste un figlio che muore, e che muore così.
La testimonianza evangelica insiste su una specie di aspettativa.
È come se la madre e il discepolo amato stessero in attesa di una parola, come se l’incompiuto domandasse un compimento.
La madre e il discepolo amato rappresentano l’umanità che abita nell’incompiuto.
Il desiderio incompiuto, la promessa non mantenuta, il sentiero attraente interrotto…
3. La parola di Gesù: è compiuto
Gesù interpreta la sua morte come il compimento: la sua missione non è stroncata della morte e la sua morte non è il fallimento della sua missione.
Questo morire è invece il compimento: questa è l’ora in cui la madre e il discepolo amato e tutti coloro che rivolgono lo sguardo a colui che è stato trafitto, tutti sono salvati, ricevono lo Spirito, vivono della vita del Figlio di Dio.
La nivola sale lentamente, scende lentamente. Stare a lungo per consentire allo Spirito di imprimere nel nostro vivere lo stile di Gesù, nell’animo nostro i sentimenti di Gesù, fino al compimento.