Domenica 14 settembre il cardinale Angelo Scola è a Seregno per celebrare il Bicentenario della nascita del patriarca Paolo Angelo Ballerini e l’avvio della Comunità pastorale San Giovanni Paolo II. Alle 10.30 presiederà la Messa nella Basilica di San Giuseppe. Abbiamo chiesto al responsabile della Comunità, monsignor Bruno Molinari, quali sono le caratteristiche di questo territorio.
Come vi siete preparati alla visita dell’Arcivescovo?
La scelta di questa data è legata innanzitutto alla nascita dell’anniversario del patriarca Ballerini, Arcivescovo di Milano dal 1859 al 1867, che ha fatto un gran bene a Seregno, dall’ordinazione di preti alla consacrazione di chiese: grazie a lui sono nati un monastero di clausura e un’abbazia benedettina tutt’ora esistenti. Festeggiamo poi la nascita della nuova Comunità pastorale “Giovanni Paolo II”. Comprende sei parrocchie e quindi si identifica con la stessa città di Seregno. È un momento importante, una sfida a guardare avanti. Quest’anno ricorre infine il 150° anniversario della fondazione dell’oratorio di “San Rocco”, da sempre famoso in Diocesi perché frequentatissimo, anche oggi è un luogo in cui sperimentare la fecondità dell’educazione, secondo il modello della “comunità educante” indicata dall’Arcivescovo. La visita del cardinale Scola era attesa da tempo ed è stata preparata dal Consiglio pastorale e dalla Diaconia unitaria. Questa settimana, in particolare, abbiamo organizzato un momento di preghiera dedicato alla visita e all’approfondimento della figura del Patriarca che viene ricordato.
La crisi economica si sente molto sul vostro territorio?
Sì. Seregno è una cittadina in cui il commercio è piuttosto sviluppato e ha anche una zona industriale. I consumi sono calati e diversi negozi fanno fatica. Sul fronte produttivo, fortunatamente, molte aziende lavorano con l’estero. Ma chi ha una rete di distribuzione più limitata ha sentito il contraccolpo. Ci sono stati diversi interventi da parte del Fondo Famiglia Lavoro per affrontare le situazioni più difficili. Durante la visita verranno consegnati all’Arcivescovo i contributi raccolti soprattutto dalla parrocchia di Santa Valeria, in occasione dei suoi sessant’anni.
Ci sono molti stranieri da voi? Sono ben inseriti nella comunità?
Sì, secondo le ultime rilevazioni su 44 mila abitanti di Seregno gli immigrati sono 3.254 e appartengono a 84 nazionalità differenti. Le più numerose sono quella rumena, marocchina, pakistana, ucraina, cinese e peruviana. Sono in generale ben inseriti nella comunità.
I giovani frequentano assiduamente?
Con loro stiamo facendo un bel lavoro di pastorale giovanile in tutte le sei parrocchie. Ogni oratorio ha il suo spazio e iniziative per affiancare il cammino cittadino. In quello estivo, in particolare, abbiamo tentato di creare esperienze personalizzate per le diverse fasce di età, dai bambini agli adolescenti. Il numero dei giovani che frequenta non è certo quello di trenta o quarant’anni fa, nemmeno a “San Rocco”, ma l’oratorio rimane sempre un punto di riferimento.
Anziani: a che punto siamo?
Sono la maggioranza. Secondo l’ultima rilevazione statistica di chi partecipa alle Messe, le persone che hanno tra i sessanta e i sessantacinque anni e gli ultrasettantenni sono le più presenti. Per loro c’è la catechesi, incontri specifici e il tentativo abbastanza riuscito di creare un Movimento della Terza età, che nasce dall’Azione cattolica, ma ha un volto missionario.
Quali iniziative state portando avanti?
Ne abbiamo diverse: dalla catechesi per gli adulti alla “lectio divina” sulla città, dagli incontri di introduzione alla Bibbia ai Gruppi d’ascolto cittadini, gli esercizi spirituali, i pellegrinaggi e le giornate eucaristiche con momenti comunitari. La Caritas ha un coordinamento unico. Abbiamo organizzato anche un corso di preparazione alla Cresima per gli adulti e da domenica scorsa L’amico della famiglia, il periodico parrocchiale ormai da 92 anni, è diventato il periodico della Comunità pastorale. Le 4 mila copie stampate per l’occasione sono andate a ruba e dal mese prossimo lo distribuiremo anche nelle scuole paritarie per arrivare alle giovani famiglie che magari non frequentano regolarmente.