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Mosca

Scola: «La ritrovata libertà di credere
vi rende responsabili dell’annuncio»

Domenica 10 novembre l’Arcivescovo ha presieduto la Messa nella cattedrale della Madre di Dio della capitale russa. È stato il primo appuntamento del viaggio, nato dall’invito rivoltogli dall'arcivescovo cattolico della città, monsignor Paolo Pezzi, che si concluderà martedì 12 novembre con l'incontro con il Patriarca ecumenico di Mosca Kirill. La preghiera del Cardinale per le vittime dell’uragano nelle Filippine

di Davide MILANI

9 Novembre 2013

«È con gioia piena di commozione che ricevo il dono di celebrare l’Eucaristia in questa bella Cattedrale». Così l’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, ha salutato i numerosi fedeli che nella mattinata di domenica 10 novembre hanno  gremito la chiesa della Madre di Dio in Mosca. È stato il primo appuntamento del viaggio in Russia – nato dall’invito rivoltogli ben due anni fa dall’arcivescovo cattolico della città, monsignor Paolo Pezzi – che si concluderà martedì 12 novembre con l’incontro con il Patriarca ecumenico di Mosca Kirill.
«La Messa è l’azione più importante che un uomo possa compiere, perché così possiamo partecipare all’opera delle opere, la morte e la Resurrezione di Gesù per tutti gli uomini e per la nostra salvezza», ha spiegato il cardinale Scola concelebrando insieme a monsignor Pezzi e al nunzio apostolico in Russia, monsignor Ivan Jurkovic. Molti i giovani e le famiglie presenti che hanno partecipato con calore alla Messa, accompagnandola con canti suggestivi.
«Il Santo Volto, che il popolo cristiano ha imparato ad amare lungo i secoli, quel Volto schernito e flagellato, che rimase impresso sulla pietà della Veronica. Con questo stesso sguardo potremmo andare verso il nostro fratello uomo, a partire dal più bisognoso e più povero. Ognuno di noi ogni mattina si alza, comincia a muoversi e agisce lungo la giornata, spinto dal desiderio di essere appagato, di trovare compimento alla propria sete», ha proseguito il Cardinale nella sua omelia (a sinistra il testo integrale). «Quella sete di verità, di bene e di giustizia, di bellezza, quella sete, in definitiva, di vita, che arde in ognuno di noi. Una sete così profonda che la sua possibile soddisfazione sembra essere radicalmente contraddetta dalla morte. La morte e la paura di morire, come un “rumore di fondo” accompagna le nostre giornate. Per questo il Salmista continua parlando del volto del Signore: contemplare il volto del Signore rende possibile che la nostra sete sia placata».
«La trama della vita cristiana – ha detto ancora l’Arcivescovo -, fatta dall’unione indissolubile dell’amore coniugale, dalla fecondità delle nostre famiglie, dalla consegna quotidiana al lavoro, dalla passione per il mondo e per l’edificazione di una civiltà del volto umano, dalla carità operosa, dalla verginità che grida al mondo il primato di Dio… tutto questo manifesta al mondo la vittoria del Risorto sulla morte e riempie i nostri cuori di speranza».
Il cardinale Scola ha poi evidenziato che «con l’Eucaristia si esprime la comunione dei cristiani, in particolare oggi tra i fedeli della Diocesi di Milano e della Diocesi della Santa Madre di Dio in Mosca. Per la potenza dello Spirito e della comunione sacramentale in Gesù Cristo siamo veramente una cosa sola».
La visita nella capitale russa del cardinale Scola avviene nella ricorrenza dei 1700 anni dall’Editto di Costantino, che a Milano sancì l’inizio della libertà religiosa. «Anche voi cristiani di Russia, dopo un lungo tempo di prova, avete ritrovato questa libertà – ha aggiunto il Cardinale – ma adesso tocca a noi capire che libertà significa responsabilità. Ed è responsabilità di ognuno portare amichevolmente questo stile di vita a tutti i nostri fratelli uomini e in ogni ambiente di vita. Non c’è vera vita cristiana senza personalità cristiana. Ma la personalità cristiana per fiorire a bisogno della comunità, della Chiesa». Già da sola la storia della Cattedrale in cui si è celebrata la Messa basta per introdurre alla comprensione delle traversie che i cristiani in Russia hanno sofferto negli anni del regime comunista.
Costruita nel 1911 dalla comunità cattolica polacca, venne requisita dallo Stato e divenne prima una grande fabbrica, poi un deposito, successivamente suddivisa in numerose officine e infine sede di una banca. Nel 1995 rientrò nella disponibilità della Chiesa cattolica e nel 1999 venne riconsacrata.
Alla fine della Messa il cardinale Scola, pensando alla numerosa comunità filippina di Milano e all’immane tragedia capitata nel Paese asiatico  ha voluto invitare a pregare «per i nostri fratelli delle Filippine così gravemente colpiti dal disastroso tifone che ha causato 10 mila morti e 500 mila rifugiati».

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