Chi da Terrazza Italia volge lo sguardo tutt’attorno e rimane senza fiato di fronte allo spettacolo impressionante di grattacieli che a perdita d’occhio disegnano la fisionomia di San Paolo, non può che esclamare: è troppo!
Ma anche quando uno si trova nelle viscere della terra di San Paolo nella massa che si accalca in attesa della metropolitana e deve aspettare il secondo treno perché è impossibile entrare nel primo, è indotto a una specie di sconforto: è troppo!
E anche quando ti trovi bloccato nel traffico sull’interminabile tangenziale di San Paolo, sperando di vedere prima o poi l’avviarsi dell’autostrada, deve riconoscere: è troppo!
L’imperativo missionario che dà il titolo alla Gmg 2013 per noi che l’abbiamo cominciata in una città esagerata si scontra con un vivo senso di sproporzione.
Se ci guardiamo in faccia, se consideriamo la nostra esperienza di Chiesa, ci viene da dire: «Siamo troppo pochi, siamo troppo timidi, siamo troppo divisi! Come è possibile obbedire al mandato ricevuto?».
Ne abbiamo concluso che ci metteremo in cammino, che di fronte alla sproporzione abbiamo due certezze che ci impediscono di soccombere: la prima, fondamentale, è la contemplazione della croce di Gesù. Infatti così si è compiuta la missione di Gesù, nella morte in croce. La seconda, irrinunciabile, è la comunione nella Chiesa: saremo un segno, saremo persuasivi se saremo uniti.
Così, per quanto frastornati dal “troppo” di questo Paese, siamo partiti per Rio.