In questo momento di preghiera professiamo la fede e chiediamo di passare dall’enigma al mistero.
L’enigma è l’incomprensibile che sconcerta, il non trovare spiegazioni nonostante il cercare, l’immaginare, lo speculare; l’enigma è lo smarrirsi di un pensiero troppo semplice, banale, intrappolato nel meccanismo di causa-effetto.
Ci sia data la grazia di passare al mistero, quel modo di comprendere che si lascia illuminare da una sapienza che viene da Dio. Il mistero è quel vedere con gli occhi della fede che il Cristo crocifisso visita anche gli abissi più profondi, entra anche nel buio più impenetrabile, nella solitudine più irraggiungibile, e tende la mano e strappa dalla morte e abbraccia con quell’affetto commovente che si chiama misericordia. Ecco: dallo strazio alla consolazione. Con questa fiducia preghiamo per il professor Anelli consegnato al mistero di Dio.
Dall’enigma al mistero.
Chiediamo la grazia di passare dalla curiosità morbosa alla discrezione del compatire.
La curiosità morbosa continua a ronzare intorno al macabro, mai si sazia di pettegolezzi, di mezze parole. Chiediamo la grazia della discrezione che sa compatire, di quella sobrietà che preferisce il silenzio alle inutili parole di circostanza.
Dalla curiosità alla discrezione.
Chiediamo la grazia di passare dall’enfasi sulla morte alla sapienza che rilegge la vita.
L’enfasi sulla morte assedia l’evento della morte sconcertante del prof. Anelli con la retorica e le esclamazioni, con l’affollarsi delle partecipazioni e l’esibizionismo delle presenze. Chiediamo di passare alla sapienza che interpreta la vita, il bene compiuto, le fatiche sostenute, i punti di vista discutibili o ammirevoli, i meriti scientifici.
Dall’enfasi sulla morte alla sapienza che rilegge la vita.
Chiediamo di passare dall’inquietudine verso il futuro alla assunzione di responsabilità.
L’interruzione tragica della presenza del prof. Anelli, per anni protagonista della vita della nostra Università, determinante per scelte di persone e strategie, può generare un senso di inquietudine sul futuro. Chiediamo la grazia di passare all’assunzione di responsabilità perché ciascuno si metta di impegno per servire il bene della comunità universitaria, ciascuno offra il suo contributo di pensiero e di disponibilità, perché si scriva una storia che erediti tutto il bene e che si avvii su nuovi cammini, per nuovi climi e narrazioni persuasive.
Dall’inquietudine verso il futuro all’assunzione di responsabilità.