«Globalizzare la solidarietà». È questo l’obiettivo che dovrà avere l’Expo 2015. Lo ha proclamato con intensità papa Francesco in un videomessaggio trasmesso in diretta nel giorno d’inaugurazione dell’Esposizione, venerdì 1° maggio. Ha auspicato che Expo sia un’occasione per non dimenticare «i volti di milioni di persone che oggi hanno fame, che oggi non mangeranno in modo degno di un essere umano».
«Vorrei che ogni persona che passerà a visitare l’Expo di Milano, attraversando quei meravigliosi padiglioni, possa percepire la presenza di quei volti – ha proseguito -. Una presenza nascosta, ma che in ogni realtà deve essere la vera protagonista dell’evento: i volti degli uomini e delle donne che hanno fame, e che si ammalano, e persino muoiono, per un’alimentazione troppo carente e nociva».
Nel pomeriggio è stato inaugurato il Padiglione della Santa Sede. Promosso, realizzato e gestito in collaborazione con il Pontificio consiglio della Cultura (espressione della Santa Sede), la Conferenza episcopale italiana e la Diocesi di Milano, con il contributo del Pontificio consiglio Cor Unum.
«Expo non è solo una vetrina tecnologica – ha dichiarato il Segretario generale della Conferenza episcopale italiana (Cei), mons. Nunzio Galantino – e neanche soltanto un’opportunità di investimenti economici. È un momento di confronto tra culture diverse e un’occasione per riproporre il tema di uno sviluppo sostenibile, cioè per tutti gli uomini e per ogni uomo».
Nella giornata inaugurale, l’Arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, ha esortato a non banalizzare il tema dell’Esposizione: «La fame può essere sconfitta. L’Expo sarà un successo se eliminerà il pregiudizio secondo cui la fame nel mondo è invincibile. Per affrontare il tema del diritto al cibo occorre che sia abbattuta la speculazione sui cibi, ma è necessario anche rispondere al bisogno spirituale della famiglia umana, perché ognuno di noi per condividere deve capire quale senso ha la vita».
La Santa Sede è presente in Expo 2015 ufficialmente come Paese espositore, con un proprio Padiglione intitolato «Non di solo pane» all’interno del quale si sviluppa un percorso espositivo basato su diversi linguaggi artistici, dai più tradizionali a quelli innovativi, suddiviso in quattro grandi capitoli: “un giardino da custodire”, “un cibo da condividere”, “un pasto che educa”, “un pane che rende presente Dio nel mondo”.