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Roma

«Nella Chiesa la famiglia ritrova la propria identità»

Dedicata alla “Familiaris consortio” la prolusione che l’Arcivescovo ha tenuto in occasione dell’inaugurazione dell’Anno accademico del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II

11 Novembre 2010

Si è svolta stamane a Roma la solenne cerimonia di inaugurazione dell’Anno accademico 2010-2011 del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia.
Ha aperto la cerimonia il messaggio di saluto del Gran cancelliere, cardinale Agostino Vallini, Vicario generale del Papa per la Diocesi di Roma, che ha sottolineato che «quest’anno ricorre il 30° anniversario della fondazione di codesto Pontificio Istituto che il Servo di Dio Giovanni Paolo II volle perché fosse approfondito il significato e il valore del matrimonio e della vita familiare sia nei suoi fondamenti teologici che negli aspetti pastorali». L’Istituto è una realtà internazionale, con studenti e docenti provenienti da ogni parte del mondo, ed è oggi presente, con le sue Sezioni e Centri associati, in tutti i continenti (Stati Uniti, Messico, Spagna, Brasile, Benin, India, Australia, Corea del Sud e Libano).
All’evento ha partecipato anche monsignor Enrico Dal Covolo, rettore della Pontificia Università Lateranense, che ha rivolto il suo augurio per l’attività dell’Istituto nel nuovo anno.
Il preside, monsignor Livio Melina, ha poi ripercorso le attività dell’ultimo anno accademico, non mancando di richiamare alla missione propria dell’Istituto e al suo compito così peculiare tra le tante e diverse realtà accademiche: «Con gli strumenti della riflessione critica e col rigore del pensiero sistematico si tratta per noi di pensare la grandezza della vocazione all’amore e il mistero di questo amore nel piano divino, documentandone la ragionevolezza, la plausibilità e la bellezza, partecipando così allo slancio della nuova evangelizzazione».
Momento centrale della cerimonia è stata la prolusione, affidata al cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, e dedicata al tema “La famiglia nel mistero della Chiesa. La fecondità di Familiaris consortio, 30 anni dopo”. Il Cardinale ha richiamato la società ad «apprezzare ed essere riconoscente per il bene immenso che riceve dalla famiglia e che consiste fondamentalmente nel prendersi cura della persona umana – accolta come un dono – in tutti i suoi aspetti», superando il distacco tra pubblico e privato. Poi ha sottolineato «il rapporto di circolarità che esiste tra famiglia e Chiesa». Nella Chiesa, la famiglia trova «un “luogo” in cui ritrovare la propria identità», mentre la famiglia è per la Chiesa «la prima e la più importante strada» che l’uomo, via della Chiesa, percorre e nella quale l’uomo ha la prima esperienza reale di comunione. Fondamento ultimo di questa comunione è la comunione tra Dio con gli uomini che si manifesta nella Chiesa. «La prospettiva pastorale che emerge da Familiaris consortio è quella anzitutto di una Chiesa testimone, capace di dire al mondo la meravigliosa novità dell’amore di Dio», educando «ad amare secondo la misura dell’amore di Cristo». Filo conduttore dell’intera pastorale familiare è quindi educare a «essere figli per diventare sposi per giungere a essere genitori, madri e padri».
Sono seguiti alcuni eventi accademici, quali l’ingresso di due nuovi docenti stabili e le premiazioni ai migliori studenti dello scorso Anno accademico nei vari programmi offerti dall’Istituto.