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Documentario

Martini, un profeta per la Chiesa e la società

Il 31 agosto alle 19.30 all’Auditorium San Fedele (via Hoepli 3/b) anteprima del filmato sull’arcivescovo Carlo Maria, curato da Antonia Pillosio e Giuseppe Sangiorgi, in onda il 6 settembre alle 21.30 su Rai Storia. Gli autori: «Un omaggio a Milano»

di Luisa BOVE

30 Agosto 2016
chiesa anglicana di st. george. il card. carlo maria martini in clergyman.

«Commuoverà molti». Sono le parole a caldo del nipote Giovanni che oggi per la prima volta – insieme a un drappello di giornalisti – ha visto il documentario “Carlo Maria Martini, profeta del Novecento” realizzato dalla Rai. Il filmato (56 minuti), curato da Antonia Pillosio e Giuseppe Sangiorgi e proiettato in anteprima il 31 agosto alle 19.30 presso l’Auditorium San Fedele (via Hoepli 3/b) andrà in onda il 6 settembre alle 21.30 su Rai Storia per la serie “Italiani”.

«Noi lo abbiamo scoperto soprattutto negli ultimi anni quando viveva a Gerusalemme e a Gallarate», aggiunge Giovanni Martini, «perché da Arcivescovo era sempre molto impegnato». «Io stesso, per vederlo dovevo prendere appuntamento», ricorda il nipote, che all’epoca si trovava a Milano a studiare.

Il documentario, che è stato realizzato anche grazie alla collaborazione della Fondazione Carlo Maria Martini, è un’occasione «per rendere viva l’eredità preziosa e impegnativa che come gesuiti abbiamo ricevuto quattro anni fa», dice il vice presidente padre Giacomo Costa. Quello di «far conoscere la figura di Martini e il suo stile» è un impegno che coinvolge la Fondazione anche nella realizzazione dell’Opera Omnia: il secondo volume “I Vangeli. Esercizi spirituali per la vita cristiana” (Bompiani) sarà in libreria il 1° settembre. «Dobbiamo continuare a trasmettere anche ai giovani i valori di Martini – aggiunge Costa -, suscitando processi e stimolando le coscienze».

Ma tornando al documentario gli autori cosa dicono? «Non è stato semplice presentare una personalità complessa della Chiesa e della cultura del ’900», ammette Giuseppe Sangiorgi. Lo abbiamo fatto prendendo alcune chiavi di lettura». Dal «grande Pastore» a confronto con la città, con gli anni del terrorismo, l’uccisione del giudice Galli e del giornalista Tobagi, l’urbanismo, l’immigrazione… Poi il «grande teologo», prima all’Istituto Biblico, poi alla Gregoriana, gli anni del Concilio Vaticano II, della “Dei Verbum”… Infine il «grande saggio», quando da Gerusalemme ha affrontato tanti temi: i divorziati, i diversi, l’inserimento delle donne nel governo della Chiesa e altri ancora.

Il documentario si arricchisce di tante testimonianze di ieri e di oggi, con interviste, riflessioni e ricordi di chi ha vissuto quegli anni, a fianco di Martini, di chi lo ha raccontato attraverso i media, di chi ha condiviso con lui la scelta gesuita. Ma è lo stesso Martini, spiega la curatrice Antonia Pillosio, «a fare da guida al documentario». Gli autori infatti hanno recuperato alcuni stralci dell’ampia intervista realizzata a Gerusalemme nel 2005 e trasmessa per la serie “Il mio Novecento”.

«Siamo però partiti da Milano», conrtinua, «perché Martini ha segnato la storia della città. Con questo documentario vogliamo rendere omaggio a Milano».

Ma Martini non è stato un “faro” solo per Milano e la Diocesi ambrosiana, ma è diventato un riferimento importante per la Chiesa e per la società italiana e anche oltre. In una parola, è stato un “profeta”, capace di leggere i segni dei tempi e di guardare lontano.