In questo tempo l’Azione Cattolica, consolidata scuola di formazione ecclesiale e civile e di democrazia rivolge, attraverso i Presidenti delle diocesi lombarde, l’appello a non cedere alla tentazione dell’indifferenza e del disimpegno e invita tutti a contribuire ad un cambio di passo per favorire un clima di nuova speranza e di rinnovato rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni.
L’attuale situazione politica lombarda, dopo lo scioglimento del consiglio regionale e la necessità di nuove elezioni, induce alcune riflessioni. Le note vicende degli ultimi mesi hanno aumentato la sfiducia nei confronti della politica . La crisi fondamentale è quella del rapporto tra i cittadini e la politica, èla paura di nonesserepiù rappresentati nelle proprie istanze e nel riconoscimento dei propri diritti, è la fatica nel cogliere un progetto di buona amministrazione per il bene di tutti.
Quanti sono i cittadini delusi che ormai non si pongono più la domanda “per chi votare”, ma “se andare a votare”? L’astensionismo, incombente, non mostra solo l’incertezza del quadro attuale di riferimento, ma anche la necessità di un profondo rinnovamento.
Tra le varie forze politiche e i vari schieramenti prevale ora la ricerca del candidato “credibile”, e ciò può essere indice di una riflessione interna che almeno in parte riconosce il bisogno di trasformarsi, aprendosi con più coraggio alla società civile. Ci auguriamo tuttavia che non sia una mossa strumentale per recuperare consenso, riconoscendo l’attuale “minusvalore” della connotazione partitica su un piano elettorale.
Oggi impegnarsi in politica è più difficile. Insieme alle necessarie competenze tecniche per chi dovrà amministrare, occorre un profilo umano alto che testimoni anche con uno stile di vita trasparente e coerente un autentico spirito di servizio a favore della collettività. Ricercare il consenso promettendo l’impossibile o la tutela di interessi di parte non può che condurre in vicoli ciechi.
Oggi più che mai chi fa politica ha bisogno di non sentirsi solo. L’esercizio politico dei cittadini non può ridursi al solo atto del voto, quasi inteso come una delega in bianco data a chi sembra possa meglio corrispondere alle “mie” idee o, peggio, tutelare il “mio” interesse. Avvertiamo il bisogno che si alzi il livello della cultura politica e che tutti si sentano responsabili della costruzione del bene comune.
È nella vita ordinaria e quotidiana che si inizia a “fare” politica, ed è un ambito nel quale ciascuno è chiamato a fare la sua parte: maturando un attento e lungimirante discernimento della realtà alla luce del riconoscimento della centralità della persona e della promozione dei valori che fondano la convivenza civile, anzitutto la famiglia e la vita; promuovendo, là dove si vive, relazioni amicali, dimostrando, in particolare, concreta solidarietà nei confronti di chi è in difficoltà e ha bisogno di gesti e segni di speranza.
Sono solo esempi di un necessario “abito culturale” che sappia con decisione contrastare la prevalente cultura individualista che mette al centro l’interesse personale e non sa guardare oltre la soddisfazione dell’oggi.
Accogliendo la raccomandazione, presente nella tradizione della dottrina sociale della Chiesa, di partecipare alle vicende del nostro Paese in termini di responsabilità personale e di attenzione ai principi che reggono la vita della società riproponiamo l’esortazione che il Concilio nella Gaudium et Spes aveva rivolto in particolare ai cristiani: «Tutti i cristiani devono prendere coscienza della propria speciale vocazione nella comunitàpolitica; essi devono essere d’esempio, sviluppando in se stessi il senso della responsabilità e la dedizione al bene comune; così da mostrare con i fatti come possano armonizzarsi l’autorità e la libertà, l’iniziativa personale e la solidarietà di tutto il corpo sociale, la opportuna unità e la proficua diversità» (n. 75).
L’invito decisivo è dunque quello di riprendere a fare politica a tutti i livelli, singolarmentee in forma organizzata, promuovendoluoghi ed esperienze di partecipazione attiva, per formare cittadini maturi e capaci di operare per il bene di tutti, nessuno escluso.
I Presidenti Diocesani di Azione Cattolica
delle associazioni di Lombardia
BERGAMO – Paolo SANGUETTOLA
BRESCIA – Andrea RE
COMO – Francesco MAZZA
CREMA – Francesco GALIMBERTI
CREMONA – Gabriele PANENA
LODI – Giuseppe VELUTI
MANTOVA – Sabrina TELLINI
MILANO – Valentina SONCINI
PAVIA – Paolo MONTAGNA
VIGEVANO – Paolo PIOVERA
Il Delegato Regionale – Paolo RONCONI