“Ho udito il suo grido, conosco le sue sofferenze” ( Es cap. 3 )
Quella che accoglie i bambini più piccini è una piccola stanza bianca e accecante, due finestre immense e sbarrate dall’esterno.
Sette, otto lettini vicinissimi, quasi per farsi coraggio, con sbarre che richiamano le celle dei carcerati.
Colpisce, e stordisce, un surreale silenzio che avvolge queste piccole creature sdraiate, smilze, cullate dal silenzio di chi non ha voce perché mai l’ha avuta.